Gerusalemme la città santa che prova ad andare avanti malgrado la guerra
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Gerusalemme la città santa che prova ad andare avanti malgrado la guerra

La seconda parte del viaggio in Israele della nostra inviata

Le coste occidentali del Mar Morto e le dune color albicocca del deserto giudaico mi hanno accompagnato lungo la strada che collega l’oasi naturale di Ein Ghedi a Gerusalemme. Se da una parte, ho lasciato la fortezza di Masada e i suoi luoghi misteriosi eletti da Erode come rifugio sicuro, dall’altra ho maturato la decisione di ritornare al più presto proprio in questi luoghi scelti anche da Cleopatra come elisir di bellezza per le potenti proprietà curative dal lago salmastro.

Ma, guardare Gerico dai finestrini dell’auto con l’enorme palmento andato distrutto da un recente attacco di fuoco, è stato come ritornare nell’ombra di quella tristezza e di quella solitudine di enormi alberi di datteri piegati su stessi.

E allora, i trattamenti per la cura della pelle sono stati declassati a un ruolo secondario: il pensiero della guerra aveva ripreso a pulsare in maniera ossessiva. All’improvviso, però, le cose sono cambiate ancora grazie alla forza di Gerusalemme. Una volta arrivata nella città sacra, la più contesa al mondo, si è aperto agli occhi uno scenario che annunciava il ritorno a una vita normale, o quasi.

LA PRIMA PARTE DEL DIARIO DI VIAGGIO

Il traffico vivace, la festosa via dello shopping sull’elegante viale pedonale di Mamilla Anenue, i negozi sempre bellissimi e poi caffè e bistrot erano quasi tutti pieni fino alla Porta di Jaffa, uno degli ingressi alla Città Vecchia. E’ qui che si respira ancora il multiculturalismo della città in cui convergono musulmani, ebrei, pellegrini cristiani e turisti da tutto il mondo. Il piacere della riscoperta di bellezze come il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, la Cupola della Roccia, il Cenacolo, il Monte degli Ulivi e tutte le straordinarie occasioni di meditazione di fronte alle chiese e all’energia scatenata dal labirinto del suq, dove in questo momento conviene non negoziare, è stata anticipata dalla spettacolare linea del tempo del Museo della Torre di David aperto soltanto lo scorso giugno dopo un lungo restauro.

Qui si racconta la storia di una città millenaria attraverso l’utilizzo di uno straordinario sistema innovativo unico al mondo. Migliaia di persone sono arrivate a visitare il Museo anche dopo la guerra e adulti e bambini non si stancano di ascoltare la storia attraverso racconti rivelati attraverso l’innovazione combinata alla tradizione. Una ventata di freschezza mi ha fatto rivivere la bellezza straordinaria di posti unici anche definiti ombelico del mondo. Ecco, Gerusalemme continua a vivere e dimostra che nonostante l’oppressione della guerra si può andare avanti.

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Rosita Stella Brienza