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(Ansa)
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La battaglia per Bakhmut, più propaganda che importanza strategica

La conquista della città da giorni al centro degli scontri tra russi ed ucraini ha più un valore simbolico e comunicativo che effettivo sul campo

Proseguono anche oggi i combattimenti nella città di Bakhmut che si trova nell'Ucraina orientale nell'oblast di Donetsk ed è capoluogo dell'omonimo distretto. Qui russi e ucraini combattono per le strade della città utilizzando le poche munizioni che rimangono e persino con le pale. A questo proposito il Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti osserva che «gli attrezzi per scavare sono sempre stati utilizzati per i combattimenti corpo a corpo sin dalla prima guerra mondiale; inoltre il badile da trincea affilato è molto meglio della baionetta. È improprio quindi collegare l’uso dei i badili con la carenza di munizioni».

Per il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, che ha parlato all’agenzia Tass, «la liberazione di Bakhmut continua e rappresenta una fondamentale linea difensiva per le truppe ucraine e la sua conquista ci permetterà di continuare l'avanzata in profondità nelle difese ucraine». Ma i russi, ed in particolare i miliziani del Wagner Group, in rotta con Serghei Shoigu e il Capo di Stato maggiore Valery Gerasimov per via della penuria di munizioni hanno davvero conquistato Bakhmut che oggi è ridotta ad un cumulo di macerie? Secondo Jan Gagin, consigliere di Denis Pusilin, ovvero il Capo dell'autoproclamata Repubblica filorussa di Donetsk, «le Forze russe controllano quasi la metà della città di Bakhmut e le nostre truppe e la nostra artiglieria sono già in città e ne controllano quasi la metà». Gagin all’agenzia Ria Novosti ha poi aggiunto che «è in atto un ritiro caotico di vari piccoli gruppi di soldati ucraini, alcuni dei quali si arrendono». Vero o falso?

Per l'aggiornamento quotidiano dell'intelligence del ministero della Difesa britannico «le forze russe hanno effettuato 50 attacchi aerei e cinque missilistici durante la notte e le forze ucraine hanno respinto 37 attacchi nella zona intorno a Bakhmut, secondo l'ultimo aggiornamento dello Stato Maggiore delle Forze armate ucraine. Le forze di Kiev hanno effettuato 15 attacchi aerei contro le forze russe, compreso un attacco a un sistema antiaereo e hanno dichiarato di aver abbattuto un aereo SU-25, nove droni Shaheed e altri otto droni». Nel report emerge anche il fatto che entrambe le parti impegnate in una battaglia furibonda stanno perdendo molti uomini dentro e intorno a Bakhmut.

Ieri il giornale tedesco Bild riportava che tra il Presidente Volodymyr Zelensky e il Comandante in Capo delle Forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, sarebbe in corso uno scontro sulle decisioni da prendere su Bakhmut. Non appena si è diffusa la notizia, Kiev ha smentito con una nota le indiscrezioni che raccontano che nelle scorse settimane Zaluzhny avrebbe consigliato «di ritirare delle truppe dalla città per ragioni tattiche». Nel comunicato si legge: «Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto una riunione con il Comando in Capo Supremo in cui è stata discussa in dettaglio la situazione a Bakhmut, durante la quale il comandante in Capo delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny e il comandante del gruppo di truppe operativo-strategico Khortytsia, Oleksandr Syrsky, si sono espressi a favore del proseguimento della difesa di Bakhmut».

Se è vero che gli esperti sono convinti che le perdite russe siano maggiori rispetto agli ucraini è evidente che la guerra di trincea sta logorando i circa 10.000 soldati ucraini. Ma è davvero così importante Bakhmut?

Ieri il Segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin, durante la sua visita in Giordania, rispondendo ai cronisti ha detto che «Bakhmut ha un'importanza più simbolica che strategica e l’eventuale caduta di Bakhmut non significherà necessariamente che i russi avranno cambiato le sorti di questa battaglia». Le stesse conclusioni le trae il Generale Boni: «La conquista di Bakhmut non cambierebbe certamente le sorti del conflitto ma consentirebbe alle forze di Putin di colpire con le proprie artiglierie le città di Kramatorsk e Slovyansk, luoghi chiave della regione e, soprattutto, costringerebbe Kiev a continuare a impiegare risorse cospicue in quel settore del fronte per scongiurare ulteriori progressioni russe. La battaglia di Bakhmut sta attirando molte forze ucraine nella regione rendendo molto difficile a Kiev il mantenimento dell’iniziativa in altri settori del confronto e alcuni analisti iniziano ad evidenziare gli effetti che questa tattica di logoramento sta provocando sulla possibilità da parte dei difensori di passare con successo all’offensiva nella primavera ormai alle porte. La perdita di questa città costringerebbe gli ucraini a ripiegare su posizioni difensive più arretrate e già in larga parte organizzate. Dal punto di vista militare si tratterebbe di una fase della guerra di logoramento con costi umani elevatissimi da ambo le parti e dagli sviluppi incerti».

Mentre scriviamo lo Stato Maggiore dell'esercito di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano della situazione al fronte scrive: «Le forze armate ucraine hanno ucciso ieri 1.060 soldati russi, un bilancio che porta il totale delle forze di Mosca eliminate nel Paese dall'inizio dell'invasione a 154.830». Il rapporto dello Stato Maggiore indica inoltre che dall'inizio della guerra «la Russia ha perso 303 caccia, 289 elicotteri e 2.095 droni. Le forze di Kiev affermano di aver distrutto anche 3.432 carri armati russi, 2.456 sistemi di artiglieria, 488 sistemi di razzi a lancio multiplo, 253 sistemi di difesa aerea, 873 missili da crociera e 18 navi». Per i russi invece i soldati ucraini morti solo nel mese di febbraio sarebbero 11.000 (+ 40% rispetto a gennaio 2023).

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Stefano Piazza