"Questo governo non vuole salvare l'Alcoa"
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"Questo governo non vuole salvare l'Alcoa"

Dal tavolo della trattativa il durissimo j'accuse di un operaio e sindacalista

“Il governo non riuscirà a impedire lo spegnimento dell'impianto”.

Mentre è ancora in corso al Ministero dello Sviluppo il vertice sul destino dell'Alcoa di Portovesme, in Sardegna, Panorama.it ha contattato al telefono uno dei sindacalisti seduti al tavolo con il ministro Corrado Passera, il sottosegretario Claudio De Vincentis, il viceministro al Lavoro Michel Martone, rappresentanti dell'azienda di alluminio, la Regione Sardegna con il governatore Ugo Cappellacci, e rappresentati degli enti locali del Sulcis Iglesiente.

Rino Barca, operaio Alcoa e rappresentante della Cisl, non nasconde tutto il suo pessimismo sul destino dello stabilimento e all'ultima dichiarazione di Passera, “non è un caso impossibile”, risponde “non abbiamo ancora trovato alcun riscontro alle dichiarazioni ufficiali. Per quanto mi riguarda, non c'è la volontà politica di portare a casa il risultato”.

Cosa è accaduto al tavolo?

Il governo ha proposto di spostare il termine della fermata dell'impianto di una settimana. Noi non siamo assolutamente d'accordo sul fatto che questa sia una soluzione possibile. L'unica novità vera è che finalmente Passera ha preso atto del fatto che ci sono due aziende svizzere, Klesch e Glenocore, che hanno manifestato interesse e hanno dato disponibilità a fare una trattativa serrata.

A quali condizioni?

Il governo deve utilizzare tutti gli strumenti per mettere una delle due aziende in condizioni di acquistare lo stabilimento e la mia sensazione è che l'esecutivo non abbia lavorato approfonditamente alla risoluzione del problema iniziale.

Quale?

Trovare una tariffa elettrica competitiva rispetto alla media europea e che abbia una durata per lo meno quinquennale. Su questo il governo non ha ancora trovato una soluzione mettendo così in difficoltà i possibili acquirenti. Questo è un nodo cruciale.

Allora cosa proponete voi?

Che si fermino le procedure di spegnimento dello stabilimento almeno fino al prossimo incontro fissato al 27 settembre.

Cosa rimproverate all'esecutivo tecnico?

Proprio perché questo è un governo di tecnici mi sarei aspettato che non lasciasse una trattativa di questa portata in mano a un sottosegretario. L'intera partita, che costituisce un problema socio politico, doveva essere gestita direttamente a Palazzo Chigi perché in questi casi servono interventi straordinari.

Ma secondo lei, esiste davvero la volontà politica di risolvere una sola delle 170 vertenze aperte al ministero dello Sviluppo? Se il governo salvasse Alcoa, non crede che dovrebbe fare lo stesso per tutte le altre aziende in crisi?

Il problema è proprio questo: non c'è la volontà politica di salvare davvero l'Alcoa.

Quindi l'impianto è davvero destinato a fermarsi?

A queste condizioni l'impianto si sta fermando e si fermerà di sicuro. Lo spegnimento è inesorabile. Gli americani Alcoa hanno già deciso di andare via quindi bloccheranno tutto. Noi stiamo cercando in tutti i modi di impedirlo perché più tempo passa e più sarà difficile riavviare l'acciaieria. Abbiamo la consapevolezza che in questo momento il governo non riuscirà a scongiurare la fine dell'Alcoa.

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Claudia Daconto