"Lavorare a Napoli? Un inferno". Il racconto di un imprenditore
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"Lavorare a Napoli? Un inferno". Il racconto di un imprenditore

Uno Stato latitante di una città dove esiste solamente l'Arma dei Carabinieri. "Posso rivolgermi solamente a loro. Sono loro che fanno tutto in questa città". A Napoli lo Stato non c'è. Parola di carabiniere

“Napoli è un inferno. Qui si soffre, si lavora combattendo ogni giorno contro l’illegalità gestita dalla Camorra e uno Stato fantasma. Renzi parla, ma non ha mai visto veramente questa città. Troppo facile andare a visitare solo i quartieri “eleganti”.

Mimmo Filosa,imprenditore e Presidente dell’Unipan, associazione campagna per la panificazione, non ha paura di denunciare lo stato di abbandono in cui lo Stato costringe a lavorare, anzi, a sopravvivere, gli imprenditori onesti del capoluogo partenopeo. “Quelli che rispettano la legge”, puntualizza Filosa.

“Se il premier vuole capire che cosa sia davvero questa città, venga a trovarmi- continua- e insieme cammineremo tra i vicoli della Beirut italiana. Perché questo è  Napoli: Beirut. Non è lungomare Caracciolo o il quartiere Ponticelli pulito per l’occasione della visita del Presidente del Consiglio”.  

“Una mattina mi sono svegliato e ho visto nel quartiere Ponticelli, un brulicare i netturbini e non riuscivo a capirne il motivo. Lì ci sono montagne di immondizia, la gente è costretta a respirare immondizia e a calpestare la “monnezza” tutti i giorni. Ho pensato: “Finalmente i politici si sono svegliati!”. Ero quasi felice. Ed invece, ho scoperto che sarebbe venuto Matteo Renzi a visitare un’azienda di progettazione di elicotteri….”

Mimmo Filosa, sorride, di un sorriso amaro. “E il giorno seguente le strade erano nuovamente sommerse dai rifiuti. Come lo sono questa mattina”

Mimmo, lei non ha mai avuto paura di denunciare ma è stato tante volte vittima di attentati…
“Sì. E lo sono ancora. Ho avuto attentati al forno, ai furgoni con i quali consegno ogni mattina il pane, le ruote squarciate alle auto e ai camioncini. Ogni giorno ricevo messaggi “trasversali”, intimidazioni per cercare di fermare la mia lotta all’abusivismo nel settore del pane. Ma io non mi fermo. Ricevo “messaggi” anche da commercianti ai quali consegno il pane…Napoli è davvero un inferno. Lo Stato non c’è”.

E come riesce a sopravvivere?
“Con moltissime difficoltà, lottando contro l’illegalità della Camorra che gestisce tutti i settori che producono business, quindi anche quello del pane, e contro uno Stato latitante, inesistente”.

Mi spiega che intende per Stato “latitante”?
“Qui, non esiste la Asl, non esiste la Polizia municipale, non esistono controlli da parte della Guardia di Finanza nelle aziende e presso i vari esercizi commerciali e neanche la Polizia di Stato. Non esiste l'ispettorato del lavoro. Il 70 % delle azienda napoletane non hanno la Partita Iva e quindi non pagano le tasse ma mettono in ginocchio imprenditori che come me, pagano costantemente tutti i tributi dovuti ad uno Stato che, però, noi non conosciamo. Curioso, no? Noi paghiamo, ma non sappiamo neanche a chi. Qui non esistono servizi, non esistono agevolazioni o strutture per i bambini. Ci sono interi quartieri abbandonati a se stessi, di cui lo Stato, non ne conosce neppure l’esistenza. Qua a Napoli esistono solamente i Carabinieri".

Che cosa intende…
“E’ l’Arma dei Carabinieri che fa tutto: si occupa di immondizia, di criminalità, di Camorra, di abusivismo, di reati amministrativi… Ma che cosa deve fare di più l’Arma dei Carabinieri? Veramente. Qui esistono solo loro. A Napoli vedi solamente, i carabinieri, presidiare il territorio. E spaventa il solo pensiero che con la spending review, possano subire ulteriori tagli. In particolare, in questa città”

Lei teme per la propria vita?
“Come faccio a dire di no? Certo che ho paura perché se muore una persona perbene, qua a Napoli non ci sono testimoni e non fa neppure notizia. Se muore una persona perbene, è solo un corpo sull’asfalto. Se invece, muore un camorrista o un criminale, spuntano testimoni, tutti pronti a giurare che hanno visto che cosa è accaduto. Ma questo accade perché lo Stato non c’è. E tutti i cittadini onesti sono avviliti perché costretti a vivere in continua tensione e paura. Anche i carabinieri, qua, in questo inferno, sono soli. Uomini di Stato, di cui lo Stato sembra essersi dimenticato. Io aspetto Matteo Renzi”.            

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Nadia Francalacci