dell'Utri
(Ansa)
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Assolti Dell'Utri e i carabinieri del Ros; la Trattativa Stato-Mafia non c'è mai stata

I giudici della corte d'assise d'appello di Palermo ribaltano la sentenza e le condanne del primo grado cancellando 10 anni di indagini e di teoremi

La sentenza è di quelle pesanti, forse più delle accuse stesse contro gli imputati. La corte d'Assise d'Appello di Palermo ha infatti cancellato e ribaltato la sentenza di primo grado nel famoso processo su quella che a questo punto è sempre più la «presunta» trattativa Stato-Mafia. Assolti tutti i principali imputati, imputati eccellenti. A partire da Marcello Dell'Utri, l'ex esponente di Forza Italia «per non aver commesso il fatto», e gli uomini dei Carabinieri coinvolti in questo processo a partire dagli ex generali del Ros, Antonio Subranni e Mario Mori oltre all'ex colonnello Giuseppe De Donno «perché il fatto non costituisce reato».

Imputati che nell'ormai lontano 20 aprile 2018 giorno della sentenza di primo grado, vennero tutti condannati. Con pene durissime: 12 anni per Dell'Utri, ritenuto il «gran manovratore, che avrebbe riportato il messaggio della Cupola al Governo di allora, presieduto da Silvio Berlusconi», 12 anni a Subranni e Mori, 8 anni a De Donno.Per i giudici l'attacco allo Stato portato dalla Mafia con gli attentati del 1992 e 1993, bombe messe per cercare di allentare il carcere duro per i boss, il famoso 41-bis, sarebbe stato in qualche modo «veicolato» da uomini dello Stato (appunto i Carabinieri del Ros) che in questo modo resero più concrete e forti le richieste della malavita organizzata. Accuse gravissime, sentenze pesantissime che portarono molti esponenti del mondo politico e di una certa parte della stampa ad esultare.

Oggi, questa sentenza, cancella quella gioia, quelle condanne, soprattutto quello che al momento è solo una teoria, una presunta trattativa. 10 anni di indagini, buttate via.

D'altronde sono in molti da tempo a pensare che questo processo non fosse nemmeno da iniziare. Anche noti giuristi legati alla sinistra come Giovanni Fiandaca, sono da tempo di questo avviso. Il primo colpo d'accetta contro le condanne di primo grado è arrivato con l'assoluzione di un altro dei principali imputati del processo, Calogero Mannino. Il politico, secondo la procura, fu il promotore della trattativa dato che temeva di essere lui stesso potenziale obiettivo di un successivo attentato. Mannino ha chiesto il processo con il rito abbreviato, chiuso con la sentenza definitiva della Cassazione 10 mesi fa che ha stabilito l'assoluzione «per non aver commesso il fatto».Oggi i giudici hanno assolto tutti i principali imputati cancellato 10 anni di indagini, di teorie di accuse, di vite segnate (che non verrano mai ripagate abbastanza per il danno subito).E c'è chi ancora cerca di mettere dei freni alla riforma della giustizia.

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Andrea Soglio