Narcisismo
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Distinguere i comportamenti narcisistici per difenderci dalla violenza

I casi di femminicidio e la crescente violenza registrano numeri preoccupanti. Risulta così fondamentale saper distinguere tra le diverse forme di narcisismo per avere gli strumenti per riconoscere quei comportamenti che, se non identificati con anticipo, conducono agli epiloghi che tutti noi, purtroppo, conosciamo

L'omicidio di Giulia Cecchettin è solo l'ultimo caso di femminicidio avvenuto in Italia che sta scuotendo l'opinione pubblica da una settimana soprattutto perché i il fenomeno e la crescente violenza sono sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani. I numeri solo di quest'anno risultano shockanti: la soglia dei femminicidi ha superato quota 100 da inizio 2023; nello specifico sono 102 le vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.

Ma come si possono individuare quei comportamenti che, se riconosciuti per tempo, ci aiutano a difenderci dalle violenze quotidiane? È importante distinguere tra le diverse forme di narcisismo per avere strumenti per riconoscere quei comportamenti che, se non identificati con anticipo, conducono agli epiloghi ben noti. Esiste una forma "espansa" e "esibizionista", che si riconosce dal fatto che quella tipologia di narcisista denigra chi non lo ammira incondizionatamente. Troviamo poi il "narcisista inconsapevole", disinteressato al giudizio altrui e desideroso di essere sempre al centro dell'attenzione, che si differenzia da quello "ipervigile", molto attento invece alle valutazioni degli altri e timoroso del rifiuto. In ultimo, identifichiamo il "narcisista arrogante", poco empatico e molto invidioso, e quello "timido", che si vergogna delle proprie ambizioni.

Dal punto di vista qualitativo, tra i narcisisti patologici possiamo trovare quello "tradizionale", sicuro di sé, competitivo, persuasivo e audace; quello seduttivo, in cerca di potere, di influenza sugli altri attraverso il gioco sessuale; quello "compensativo", sempre alla ricerca di sostegno, autostima, successi e ruoli immaginari; quello "elitario", assertivo, arrogante, intrusivo e con un forte bisogno di credere alle proprie fortune, anzichè soffermarsi sull'inadeguatezza percepita; quello "fanatico", spinto dalla necessità di controbattere l'indifferenza e ristabilire il suo orgoglio con un pensiero paranoideo e illusorio di onnipotenza; infine lo "spregiudicato", che è disonesto, vendicativo, infedele e anti sociale.

Possiamo anche differenziare i disturbi narcisistici dal punto di vista quantitativo che, in uno spettro dal meno grave al più grave, si declinano secondo il seguente gradiente: carattere narcisistico - personalità borderline - personalità psicopatica - personalità paranoide.

Dalla prima all'ultima aumentano il grado di egocentrismo, il senso di grandiosità, l'assenza di sentimenti, la carenza del senso di sé, la mancanza di contatto con la realtà.

Ma perché questa analisi?

Perché è importante superare lo stereotipo del narcisista che picchia e preclude. Certo, esiste, ma non è solo quello. Esistono tante sfaccettature, come quelle persone non violente fisicamente e verbalmente, ma che in maniera subdola distruggono l'autostima, portano ad una condizione di dipendenza e di totale asserzione. Rimanere nell'immaginario classico del narcisista è quello che non fornisce strumenti alle persone per riconoscere segnali precursori e cadere nello schema dell'"era una brava persona".

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Cristina Brasi