Il «clima d'odio» che esiste solo nella mente di chi getta sempre fango sulla divisa
News

Il «clima d'odio» che esiste solo nella mente di chi getta sempre fango sulla divisa

Le manganellate al trans di Milano sono orrende e da punire; ma non c'è nessuna caccia a nessuno, se non alle forze dell'ordine ad ogni episodio negativo

Ogni volta che a Milano torna l’allarme sicurezza, il buon senso finisce sotto le scarpe. Ci si divide in fazioni, e di solito le forze dell’ordine finiscono sul banco degli imputati.

E’ ovvio che le manganellate alla transessuale brasiliana da parte della polizia locale, filmate con uno smartphone, sono una scena orrenda che non deve più ripetersi. Ed è ovvio che i responsabili del fatto devono essere puniti. Però non possiamo neanche chiudere gli occhi dinanzi al contesto di grande tensione che si vive in certi quartieri. Dire, come fa ad esempio Vladimir Luxuria, che “il pestaggio” sarebbe figlio di un «clima d’odio e transfobia che una certa politica fomenta», significa vivere su un altro mondo.

Se è vero che la vittima delle manganellate non si meritava le percosse, è pur vero che si tratta di un personaggio ben noto alle forze dell’ordine, con diversi precedenti penali. I genitori che accompagnano i bambini nella scuola poco lontano, dicono che spesso era preda di scatti di rabbia, parlava da sola, lanciava bottiglie e oggetti contro i passanti. Insomma, un personaggio in evidente difficoltà psichica, che peraltro ha colpito due agenti con calci e spintoni per cercare di fuggire. I sindacati dei vigili sottolineano che gli agenti sono stati “costretti a usare il distanziatore e lo spray per portarla via. E noi siamo al loro fianco, anche con i nostri avvocati se sarà necessario”. Dove sarebbe questo fantomatico clima d’odio? Semmai, in certi angoli di Milano, c’è un clima di allarme quotidiano che può sfociare, come in questo caso, in eccessi. Ma dove lo vedono l’odio?

Nulla giustifica il manganello, ma chi non capisce il contesto, o è obnubilato dall’ideologica, oppure è semplicemente in malafede. Il fatto molti angoli della civile Milano siano di fatto ricettacoli di degrado, non interessa? C’è una parte del Paese, minoritaria, che ogni giorno apre il giornale in cerca di un motivo qualunque per attaccare le forze dell’ordine. E così piovono giudizi tranchant: “Scempio aberrante”, “Denunciamo i poliziotti”.

Anche le persone in divisa sbagliano, beninteso: ma coglierne gli errori dimenticando la guerriglia che si respira in certi quartieri, è come guardare solo un piccolo pezzo del problema. Ogni giorno chi deve mantenere l’ordine in città deve affrontare due avversari temibili: i primi sono i delinquenti, i secondi sono gli intellettuali da divano che non vedono l’ora di gettare fango sulla divisa, con la scusa del “clima d’odio”.

I più letti

avatar-icon

Federico Novella