Ceccanti: "Caro Zagrebelsky, il Senato non elettivo non è un golpe"
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Ceccanti: "Caro Zagrebelsky, il Senato non elettivo non è un golpe"

Il rischio di una svolta autoritaria secondo Libertà e giustizia. I distinguo di Pietro Grasso. La camera alta è davvero necessaria? Parla il costituzionalista pd

«Il senato non vota la fiducia. Non vota le leggi di bilancio. Non è eletto. E non ha indennità: i rappresentati delle regioni e dei comuni sono già pagati per le loro altre funzioni». I quattro cardini su cui è incardinato il progetto di riforma costituzionale che dovrebbe portare a un superamento del bicameralismo perfetto hanno spaccarto l'opinione pubblica e provocato polemiche, soprattutto a sinistra, con i distinguo del presidente del Senato («Resti un'assemblea di eletti») e l'appello dei costituzionalisti di Libertà e Giustizia contro il pericolo di una svolta autoritariaStefano Ceccanti, costituzionalista di area Pd, invece plaude all'iniziativa del segretario e premier e ci spiega perché non bisogna avere paura.

 

Professor Ceccanti che mi dice di questa riforma del Senato?
Quello che le posso dire è che non sappiamo ancora com’è il testo della riforma, lo vedremo domani, dopo il Consiglio dei ministri.

 

Allora, la riforma non c’è ancora e già ci sono quelli che sono contrari alla riforma. Come al solito si ripropone l’eterno scontro all’interno della sinistra tra chi vuole riformare e chi ha paura del cambiamento.
Si tratta del solito piccolo gruppo, nemmeno tutti costituzionalisti, altri sono giuristi altri della società civile che vive da sempre con il complesso del tiranno, e questa sindrome risale a prima di Berlusconi. Possiamo dire che sono coerenti con il loro pensiero che potremmo dire essersi fermato a Yalta.

 

Da dove bisogna partire per fare questa riforma?
Bisogna riformare il titolo V che così com’è non funziona e questo si può fare riformando il Senato. Questa riforma è fatta per rendere flessibile il riparto delle materie e per corresponsabilizzare le regioni in questa chiave, evitando l’ormai abnorme contenzioso che si crea di fronte alla Corte costituzionale, così come denunciato proprio dal presidente. Questo è il cuore delle funzioni, per cui alla fine la riforma del Titolo Quinto, prima che nella riscrittura degli elenchi, si concretizza soprattutto nel nuovo Senato, con una composizione costruita in modo tale che se ne sentano rappresentate soprattutto le Regioni

 

Come si garantisce il rispetto della Costituzione?
Negli altri Paesi chi vince le elezioni nella prima Camera governa: le garanzie che non vada a superare i limiti posti dalla Costituzione sono date dall'organo di giustizia costituzionale, non da un Senato che faccia in modo anomalo da contraltare al Governo impedendo la governabilità.

 

Cosa deve fare Renzi?
Renzi non ha bisogno di alcun consiglio, deve solo andare avanti e nel caso non dovesse riuscire nel suo intento in alternativa andare a elezioni anticipate.

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Sabino Labia

Laureato in Lettere all'Università "Aldo Moro" di Bari, specializzazione in "Storia del '900 europeo". Ho scritto tre libri. Con "Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta" ho raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con "Onorevoli. Le origini della Casta" ho dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato "La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del Capo dello Stato da De Nicola a Napolitano" un'indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale

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