Juventus-Fiorentina e la polemica di Commisso, giusta e sbagliata
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Juventus-Fiorentina e la polemica di Commisso, giusta e sbagliata

Il patron attacca i bianconeri per il secondo rigore, molto generoso, ma sbaglia modi e tempi

Prima il fatto che ha scatenato la rissa verbale. Il rigore con cui la Juventus ha raddoppiato e chiuso la partita con la Fiorentina, concesso da Pasqua e confermato dopo revisione al Var suggerita da Calvarese, era molto poco rigore e meglio sarebbe stato se l'arbitro fosse tornato sui suoi passi. Concederlo è stato un errore con l'aggravante del precedente fresco a San Siro (contatto ai danni di Young in Inter-Cagliari) deciso in maniera differente e costato due punti alla squadra di Conte.
Fatta la premessa, però, non si può non concentrarsi sullo sfogo del patron e presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, a fine gara. Parole durissime, un'autentica picconatura del sistema calcio in Italia con accuse nemmeno troppo velate di una certa sudditanza arbitrale nei confronti della Juventus.
Ha detto Commisso: «Sono disgustato. Credo che una squadra che ha 350 milioni di ingaggi non ha bisogno degli arbitri. La Juve è fortissima, lasciate che la partita la vinca sul campo, non per i regali che concedono gli arbitri. Non è giusto per il calcio italiano, queste gare vanno in tutto il mondo e quando vedono queste porcherie cosa pensano? Sono disgustato». Nedved gli ha risposto ricordando come la Juventus sia stufa di queste illazioni che hanno riacceso un dibattito mai sopito sul potere del club bianconero.
Non ce n'era bisogno, non in una stagione in cui di errori se ne vedono tanti, ma un po' tutti ne hanno beneficiato. Non ce n'era bisogno perché gettare ombre senza avere realmente prove di quanto si lascia intendere è sempre uno sbaglio. A maggior ragione quando va a colpire la credibilità di un sistema complessivo di cui anche Commisso ha deciso di fare parte da sei mesi, investendo centinaia di milioni di euro con decisionismo e metodo che vanno apprezzati e applauditi ma che non giustificano di poter dire qualsiasi cosa.
Commisso nel suo sfogo senza filtri ha rigettato il calcio italiano in pasto ai critici a prescindere, quelli mai disposti a spiegare la vittoria altrui riconoscendo il merito senza rifugiarsi negli alibi. Un errore molto italico e dal quale quasi nessuno è esente. Sbagliava Sarri ai tempi del Napoli, sbagliò la Juventus a Madrid davanti alla bruciante eliminazione su rigore e sbaglia adesso Commisso o chi sulle sue parole costruirà l'auto convincimento di essere vittima di un complotto.

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Giovanni Capuano