Siamo anche noi, potenzialmente, come quei genitori che lasciano i figli in auto
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Siamo anche noi, potenzialmente, come quei genitori che lasciano i figli in auto

Proviamo a dare una spiegazione a quanto successo ieri a Roma scoprendo che potrebbe accadere anche a noi persi in una vita che non controlliamo

I genitori che hanno lasciato in auto i propri figli, nella convinzione di averli portato all’asilo, hanno sempre ricevuto molte accuse. In realtà, nessuno è immune di da questo rischio. Gli esseri umani non hanno controllo su molte delle proprie attività, basti pensare al semplice automatismo del guidare un’automobile o alla routine messa in atto prima di uscire di casa per andare al lavoro. Per inficiare l’efficacia di questi automatismi e cadere in errore basta davvero poco, un’ora di sonno in meno o una banale interruzione della routine, come il sopraggiungere di una telefonata. A quel punto si registrerà un’azione mai compiuta come agita. Il genitore, nella fattispecie, non avrebbe consapevolezza della mancata azione in quanto l’automatismo è un processo che agisce indipendentemente dal proprio controllo cognitivo. Gli individui sono strutturati in maniera tale da rendere alcuni processi automatici, al fine di consentire di compiere più azioni in contemporanea.

L’automatismo spesso viene identificato come un processo non intenzionale che l’individuo non fa partire con un atto intenzionale, quando invece può essere identificato come processo automatico anche quello che avviene al di fuori della nostra consapevolezza; la persona difatti non si accorge del processo in atto. Anche un’attività che per noi non è controllabile può essere definita come processo automatico, lo stesso vale per ciò che avviene in modo efficiente senza interferenza, pur presentandosi in contemporanea con alte attività. Non si tratta solo di semplici routines prefissate, ma anche di strategie per affrontare le richieste dell’ambiente e della situazione, le quali possono presentare una grande variabilità. L’esempio più semplice è quello citato in precedenza, la guida automatica dell’automobile da parte di un guidatore esperto che si trovi a fare un percorso familiare: la sua guida automatica è tutt’altro che un automatismo rigido e stereotipato, in quanto viene di volta in volta adattata alle condizioni della strada, alla luminosità, al traffico, agli spostamenti anche repentini di altri veicoli. Si tratta di una vera e propria pianificazione adattiva e opportunistica. I piani non sono specificazioni di sequenze di azioni fisse, ma strategie che determinano ogni azione successiva in funzione dell’informazione corrente sulla situazione. Lo scopo iniziale può essere innescato da stimoli ambientali, senza che sia necessaria una decisione conscia.

Nel caso specifico del “dimenticare” in auto i bambini intervengono dei bias cognitivi che sono degli automatismi mentali da cui si traggono decisioni veloci. Si tratta di errori che impattano sia sulle decisioni che sui processi di pensiero. Gli individui prendono le loro decisioni utilizzando un numero limitato di euristiche (scorciatoie mentali) piuttosto che sofisticati processi razionali. Le euristiche sono delle strategie cognitive che portano a conclusioni veloci attraverso il minimo sforzo cognitivo e funzionano in molti ambiti della vita umana, ma producono bias alterando la percezione di molti eventi come la registrazione di un evento mai comopiuto come agito.

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Cristina Brasi