Ruby-ter: perché la Procura indaga solo ora?
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Ruby-ter: perché la Procura indaga solo ora?

L'inchiesta è clamorosa ma tardiva: le presunte false testimonianze risalgono a due anni fa. Perché i pm hanno aspettato tanto? - È inchiesta a orologeria?

"È auspicabile che la Procura di Milano, che nulla aveva rilevato di antigiuridico nel corso dei dibattimenti, voglia procedere a una rapida valutazione del materiale in atti da cui non potrà che derivare una richiesta di archiviazione". È caustica ma efficace la risposta di Piero Longo, avvocato di Silvio Berlusconi, parlamentare di Forza Italia e uno dei 45 indagati di questo nuovo processo Ruby ter. Il procedimento, che individua a carico di Berlusconi, Longo e altri 43 indagati una serie di reati, dalla falsa testimonianza alla corruzione in atti giudiziari fino alla rivelazione di segreto istruttorio, è stato annunciato oggi in una conferenza stampa dal procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati

Il nuovo procedimento parte dalle segnalazioni fatte dai giudici del tribunale di Milano nelle sentenze di condanna dei due processi, intitolati Ruby 1 e Ruby 2, rispettivamentea carico di Silvio Berlusconi e a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Di fronte alla trasmissione degli atti dal tribunale alla procura, con i giudici dei due processi che addebitavano l'ipotesi di una serie di reati ai testimoni, agli avvocati e allo stesso Berlusconi, "la procura non ha potuto che aprire una nuova indagine" ha spiegato Bruti Liberati.

Il punto messo in luce da Longo, è che se avesse riscontrato qualche presunto illecito nel comportamento di testimoni dei due processi la Procura di Milano in realtà avrebbe dovuto indagare già da tempo. Che Berlusconi versasse un mensile alle cosiddette "Olgettine", le ragazze che sono state chiamate a testimoniare nel processo Ruby, è infatti noto da oltre due anni: era stato lo stesso Berlusconi a rivelarlo, rivendicandone la caratteristica di risarcimento per la gogna mediatica imposta alle giovani donne. 

Lo stesso identico ragionamento vale per le presunte false testimonianze dei funzionari di polizia della questura di Milano, chiamati a deporre in aula nel processo Ruby per confermare l'accusa di concussione a carico di Berlusconi, che invece era stata da loro totalmente negata. Le deposizioni dei due funzionari Giorgia Iafrate e Piero Ostuni risalgono all'aprile 2012: se davvero la procura avesse considerato false quelle testimonianze, perché aspettare due anni per aprire l'inchiesta e per indagare Iafrate e Ostuni? 

Anche l'inusuale conferenza stampa di Bruti Liberati, con l'annuncio dell'apertura dell'indagine, è stata criticata da molti esponenti del centrodestra per la sua sospetta “tempestività": è stata convocata infatti a tre giorni dal clamoroso ritorno in campo di Berlusconi, rientrato prepotentemente al centro dell'attenzione mediatica e politica per l'incontro romano con Matteo Renzi nella sede del Pd e per l'improvvisa accelerazione impressa da quel faccia-a-faccia alle riforme in campo elettorale e istituzionale.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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