Tornado in Arizona per la legge sull'obiezione di coscienza
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Tornado in Arizona per la legge sull'obiezione di coscienza

Mentre infuriano le polemiche, la governatrice Jan Brewer ha ancora pochi giorni per decidere se mettere o meno il veto a una norma dai chiari risvolti anti-gay

La governatrice dell’Arizona, Jan Brewer, ha tempo fino a venerdì 28 febbraio per decidere se firmare o mettere il veto alla legge sull'obiezione di coscienza approvata dal Congresso dello Stato, decisione che ha immediatamente scatenato una tempesta di polemiche a livello nazionale.
Il testo prevede la possibilità, per i titolari di esercizi commerciali, di rifiutare prestazioni e servizi commerciali che in qualche modo violano il loro credo religioso, e quella dell'Arizona è la prima risposta a livello legislativo alle controversie giuridiche che si stanno moltiplicando in tutti gli Stati Uniti. La questione ha a che fare con le conseguenze, anche commerciali, del matrimonio gay che i singoli stati americani stano introducendo a gran velocità dopo la sentenza della Corte suprema dello scorso anno. Ci sono fotografi, fioristi, pasticceri, ristoratori e organizzatori di eventi che in nome delle loro convinzioni religiose rifiutano di prestare i loro servizi a persone dello stesso sesso che vogliono dire il fatidico sì o celebrare un'unione civile. Invocano l'obiezione di coscienza esattamente come i medici che rifiutano di praticare un'interruzione di gravidanza, con la differenza che qui si tratta di aziende private che operano sul mercato, e come tali dovrebbero essere vincolate a un uguale trattamento dei clienti.
Il detto recita che il cliente ha sempre ragione, ma il principio vale anche se il cliente chiede un servizio che, indirettamente, viola la coscienza di chi lo vende? Per i difensori dei diritti delle coppie omosessuali il provvedimento dell'Arizona legalizza la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale; per i sostenitori è soltanto una difesa di quella libertà religiosa che l'amministrazione Obama ha ridotto fino a farla coincidere con la mera libertà di praticare il culto nelle chiese, nei templi o nello spazio intimo della coscienza. La disputa si svolge in una zona grigia, in cui i diritti rischiano di entrare in contraddizione con le convinzioni religiose, che il Primo emendamento alla Costituzione protegge dalle intrusioni delle istituzioni. E per quanto la controversia dell'Arizona - come del resto quella analoga del Kansas, ancora al vaglio del Congresso statale - sia cresciuta attorno al caso delle unioni omosessuali, l'obiezione di coscienza per motivi religiosi potrebbe applicarsi a qualunque altra categoria.
I due senatori repubblicani dell'Arizona - uno dei quali è John McCain, già candidato alla Casa Bianca - hanno espresso su Twitter la speranza che la Brewer metta il veto a una legge che le associazioni per i diritti civili stigmatizzano come omofobica e discriminatoria. Da parte sua, la governatrice dell'Arizona ha una certa esperienza in fatto di zuffe e risse legislative: la legge sull'immigrazione da lei promulgata nel 2010 ha generato una polemica a livello nazionale per cui si è mobilitato lo stesso Obama. Oltre alle regole restrittive sui documenti che gli immigrati devono esibire alle forze dell'ordine, dispositivo pensato per dare alla polizia nuovi strumenti per controlli e respingimenti a tappeto, la legge prevedeva di fatto il ricorso al "racial profiling", autorizzando la polizia di confine a fare perquisizioni senza un motivo apparente.
Alcuni critici l'hanno addirittura definita una legge "nazista", con il nome della Brewer che è diventato a quel punto per i democratici sinonimo di razzismo e discriminazione, retaggio del profondo Sud della segregazione razziale, voglioso di applicare le stesse categorie alle orde di disperati che dal confine messicano cercano di entrare clandestinamente nella "land of the free". Dopo una battaglia legale e politica durata due anni, la Corte suprema ha dato parzialmente ragione alle voci critiche, dichiarando incostituzionali le parti più controverse della legge.
Accanto all'immigrazione, la governatrice Brewer s'è poi industriata per promuovere direttive contro il matrimonio gay. Con una legge ha abrogato un precedente regolamento - introdotto dal suo predecessore, Janet Napolitano, poi diventata segretario della sicurezza nazionale di Obama - che equiparava a livello fiscale i partner dello stesso sesso a persone coniugate. E ora eccola ancora una volta al centro della tempesta.

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Mattia Ferraresi