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APC, alto potenziale cognitivo, una dote con dei limiti normativi

La storia dell'11enne «genio» già pronto per il Liceo fa riflettere sulle possibilità concesse a queste persone «speciali»

Nonostante l’appartenenza a un’unica specie, non esiste un cervello identico ad un altro e, da questo punto di vista, possiamo considerarci tutti come neurodiversi. Però, nella molteplicità della neurodiversità, se la maggior parte delle persone hanno uno sviluppo, che, al netto delle differenze individuali, può essere considerato tipico, una parte minore della popolazione condivide uno sviluppo neurologico statisticamente differente. Questi soggetti vengono definiti neuroatipici o neurodivergenti.

Le persone neurodivergenti hanno un modo di percepire, elaborare, rielaborare e intendere la realtà differente, i cui strumenti principali sono caratterizzati dall’utilizzo di intuito e conoscenza. Questi elementi comportano un non allineamento rispetto ai soggetti neurotipici in termini di apprendimento, capacità di acquisizione e utilizzo delle informazioni ricevute, oltre che a una diversità nel modo di sentire e percepire il mondo e gli altri. All’atto pratico si possono riscontrare abilità inaspettate, ma, al contempo, difficoltà nel momento in cui si debbano risolvere dei compiti seguendo degli schemi comuni.

Tra le varie condizioni neurologiche che possono essere definite come neurodiversità troviamo anche l’Alto Potenziale Cognitivo e l’autismo. Dal 2013 la sindrome di Asperger non è più tecnicamente una diagnosi a sé stante, ma è stata fatta rientrare nella categoria più ampia chiamata Disturbo dello Spettro Autistico (ASD). Convenzionalmente viene però ancora utilizzato il termine Asperger per indicare questo tipo di ASD altamente funzionale.

L’Alto Potenziale Cognitivo (APC) è invece una forma di neurodiversità consistente in un quoziente intellettivo pari o superiore a 130 punti e riguarda il 2,14% della popolazione, ovvero 1 persona ogni 46. Le peculiarità principali sono date dalle caratteristiche di pensiero che risulta essere divergente e arborescente. Con pensiero divergente identifichiamo quel particolare modo di pensare che implica originalità e fluidità, capace di rompere i modelli esistenti introducendo qualcosa di nuovo. Ciò si traduce nella capacità di produrre una gamma di possibili soluzioni per un dato problema, in particolare per un problema che non preveda una risposta corretta. Il pensiero arborescente consiste invece nel pensare ramificando i pensieri, ossia aprendo parentesi invece di procedere in modo sequenziale e lineare.

Per quanto concerne l’aspetto scolastico può presentarsi un forte disagio. Avere capacità cognitive superiori alla media significa essere particolarmente curiosi, essere ricchi di idee originali e particolari, ma, l’effetto di questa diversità si traduce spesso in un sottorendimento dato dal voler nascondere la propria intelligenza, o dando adito a problemi di natura di ordine comportamentale dovuti dal tentativo di incanalare le caratteristiche sino ad ora descritte traducendole in comportamenti che appaiono inadeguati.

Nell’ordinamento scolastico italiano è possibile saltare solo un anno scolastico. Lo studente Alto Potenziale Cognitivo potrà quindi andare a scuola come “anticipatario” oppure fare un unico “salto di classe". Altro discorso è quello dell’accelerazione, ovvero è possibile, per l’alunno APC, frequentare lezioni in classi superiori anche in ordinamenti scolastici di grado maggiore. In concreto sarà quindi possibile diplomarsi, o accedere all’Università, al massimo con un anno di anticipo.

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Cristina Brasi