Cesare Cremonini vince la Champions del pop d'autore a Roma
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Cesare Cremonini vince la Champions del pop d'autore a Roma

Il cantautore bolognese ha entusiasmato la capitale con due ore e mezza di ottima musica, tra hit da ballare e ballad da accendini

"L’ultima volta che una ragazza mi ha chiesto ‘Vuoi fare un figlio?’, io ho risposto: no, voglio fare San Siro”, ha dichiarato scherzosamente Cesare Cremoni alla presentazione del suo ultimo disco Possibili scenari. Detto, fatto.

Dopo i trionfi negli stadi di Lignano Sabbiadoro (data zero) e di San Siro a Milano, il cantautore bolognese ieri sera ha conquistato la Champions League del pop d'autore allo Stadio Olimpico con un concerto di straordinaria intensità, in cui si è confermato uno dei migliori performer italiani per precisione vocale, capacità di tenere il palco e di accendere il pubblico.

“Vi assicuro che questo è stato uno dei concerti più belli della mia vita, se non il più bello”, ha dichiarato Cesare, visibilmente emozionato, dopo quasi due ore e mezza di totale comunanza con gli oltre 40.000 spettatori accorsi ieri a Roma.

Dai Lunapop ai maggiori stadi italiani

Ne è passato di tempo da quando quel ragazzo dinoccolato, con i capelli biondo platino e con un irresistibile inflessione bolognese, faceva ballare tutta l’Italia con l’allegra spensieratezza di 50 special, un vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti della sua inseparabile Vespa, prima che le tensioni e i contrasti interni facessero naufragare la fortunata avventura dei Lunapop.

Oggi Cesare Cremonini, a 38 anni, è un artista e un uomo maturo che, con vent'anni di esperienza nello show business, ha messo la sua verve al servizio della musica, una felice sintesi tra pop-rock britannico e la nostra canzone d’autore, impreziosita da arrangiamenti di caratura internazionale.

Il suo ultimo album Possibili Scenari ci è piaciuto moltissimo nell'intenzione (perfettamente riuscita) di realizzare musica destinata a durare nel tempo, fuori dalle logiche di mercato, con brani che durano dai 4 minuti e 11 secondi ai 7 minuti e 3 della title track, una follia al tempo dello streaming, posizionando più in alto l'asticella del pop.

Cremonini è un artista glocal, che ha assorbito le radici bolognesi del cantautorato di Lucio Dalla e Luca Carboni, ma anche il pop d'autore dei Beatles, le armonie vocali dei Beach Boys e l'anima rock dei Queen, dando vita a un sound fresco e originale che (miracolo, per la scena italiana coeva) non suona mai derivativo.

Il racconto del concerto

Il concerto prende il via poco dopo le 21 con gli archi dell'intro strumentale Cercando Camilla e con il primo piano sui passi di Cesare per entrare in scena rilfessi nei futuristici maxischermi, formati da cinque monumentali barre-monolito che si muovono in continuazione per formare diverse geometrie.

La partenza è scoppiettante con con le tastierone alla Alan Parsons e la cassa dritta della dolceamara title track Possibili scenari, in cui pop, rock ed elettronica si amalgamano alla perfezione, mentre Kashmir-Kashmir è un brano tutto da ballare, che strizza l'occhio al sound degli Chic e degli ultimi Daft Punk, in cui la frase chiave è ‘Il giorno del Signore qui è sempre venerdì’.

"Roma, Roma, Roma! Che spettacolo tornare a suonare nella capitale -saluta Cremonini- ne avevo tanta voglia, la capitale ci fa stare bene, e anche noi vogliamo farvi stare bene stasera, buona serata e buon divertimento!".

Si torna indietro nel tempo con Padremadre, uno dei brani più intensi e autobiografici di Bagus del 2002, per poi gigioneggiare ne Il comico (sai che risate), singolo di lancio de La teoria dei colori, e ottenere il primo singalong della serata nel ritornello de La nuova stella di Broadway, in cui si toglie la giacca bianca alla Tony Manero per rimanere in camicia dorata.

Grande entusiasmo suscita Latin lover, cantata in coro da tutto lo stadio e accompagnata da un gioco di luci che non ha nulla da invidiare ai celebri light show dei Pink Floyd.

Primo cambio di abito nel funkettone Lost in the weekend, che trasforma l'Olimpico in una festosa discoteca anni Settanta, mentre Un uomo nuovo strizza l'occhio all'electropop malinconico degli anni Ottanta, tra New Order e Depeche Mode, confermando ancora una volta che i synths, se usati con sapienza, sanno essere eccellenti veicoli di emozioni.

I set al pianorte e alla chitarra acustica 

La gioisa Buon viaggio, con il mantra quasi hippie "share the love", introduce l'intenso set acustico, con uno dialogo da applausi tra il pianoforte di Ceare e la tromba ricca di lirismo di Andrea Giuffredi nelle ballad Figlio di un re, Una come te, Dicono di me, Il primo bacio sulla luna e Sei e ventisei.

Si torna a ballare con l'adrenalinico tris di Mondo, Logico #1 e Greygoose, per poi far accendere le torce degli smartphone nel set acustico di chitarra nella malinconica Dev'essere così.

Ci avviamo verso la fine del concerto, e Cesare manda in visibilio l'Olimpico con l'adrenalina di 50 special, una festosa celebrazione della gioventù e della libertà di un giro in Vespa per i colli bolognesi, che è ormai entrata di diritto nel canzoniere pop italiano degli ultimi trent'anni.

Il gran finale 

Gran finale con Marmellata #25, un classico del suo repertorio, e due brani recenti, Poetica e Nessuno vuole essere Robin, che suonano già come classici.

Quest'ultima, definita dal cantautore bolognese come la sua nuova Marmellata #25, è una profonda riflessione sulla solitudine e sulla nostra incapacità, nell'epoca dei social network e dei telefonini diventati ormai protesi del braccio, di esprimere i sentimenti più dolorosi, che troppo spesso ristagnano nell'anima, senza riuscire a trovare uno sbocco o una via d'uscita.

La frase "Tutti con il numero 10 sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori", emblematica di una certa attitudine alla sterile autocelebrazione da Instagram, è già di culto.

Il bis, coinvolgente e liberatorio, è affidato a Un giorno migliore, brano dalla struttura beatlesiana che chiude nel migliore dei modi due ore e mezza di ottima musica, belle canzoni, band affiatata, effetti speciali che non coprono la performance, ma la esaltano.

Cesare supera a pieni voti la sfida degli stadi e alza metaforicamente allo Stadio Olimpico di Roma la coppa della Champions League del pop di qualità.

Ormai, nell'Olimpo dei grandi della musica italiana, c'è anche il suo nome.

Scaletta Cesare Cremonini allo Stadio Olimpico di Roma (23 giugno 2018)

Camilla
Possibili scenari
Kashmir Kashmir
Padremadre
Il comico (Sai le risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost in the weekend
Un uomo nuovo
Buon viaggio (Share the love)
Figlio di un re
Una come te
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Mondo
Logico #1
Grey Goose
Dev’essere così
Pagliaccio
50 special
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore

Gabriele Antonucci
Cesare Cremonini allo Stadio Olimpico

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