Conan il titubante
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Conan il titubante

Con Arnold Schwarzenegger un trentennio fa nasceva il suo mito muscolare. Oggi, però, anche il supereroe vive l’incertezza dei tempi. L'articolo è sul numero 11 di Flair in edicola dal 24 aprile con Panorama .

Esattamente trent’anni fa Conan il distruttore chiudeva la minisaga fantasy sull’eroe creato dallo scrittore americano Robert Ervin Howard – aperta nel 1982 da Conan il barbaro –, consegnandolo all’eternità dei grandi cult. Per dargli un volto adatto, Dino de Laurentiis aveva vagliato Sly Stallone e Charles Bronson, per scegliere poi un culturista austriaco ignoto a cinema e scuole di recitazione. Arnold Schwarzenegger parlava quasi solo col corpo, con muscoli inumani mai così esposti sullo schermo. Una svolta, celebrata ancor oggi da siti e fan club dedicati al guerriero cimmero e al suo interprete mitteleuropeo, da una bella graphic novel che rinnova la tradizione del Conan a fumetti (la pubblica Panini), e da una cinerassegna a New York su Richard Fleischer, regista appunto del Distruttore. Ma ci sarebbe anche un nuovo film. Forse in uscita nel 2015, forse con lo stesso ex governatore nelle vesti del vecchio eroe. «Conan apriva al culturismo e al fitness di massa», commenta Flavio Santi, in libreria con Aspettando Superman. Storia non convenzionale dei supereroi (Gaffi). «Un’icona perfetta per edonisti Anni 80, quando l’esibizione, fino al paradosso, era moda e destino. Ma la vera forza di quei film era la capacità di toccare simboli più profondi. Il culturismo è nato con Eugen Sandow, un forzuto di fine Ottocento amato perfino da Theodore Roosevelt. Un mito per le nazioni giovani, che vivevano la rivoluzione industriale: moderno, ma antico. Ecco, Conan saldava eroi classici e moderni supereroi, non a caso divenne popolare a fumetti con Superman». E Conan oggi? «Oggi anche gli eroi hanno dubbi e debolezze. Meno Spiderman e più Peter Parker. Vedremo come sarà il Conan-Schwarzy in pensione. E poi molti il super alter ego oggi se lo fanno on line. Ma è attualissimo l’altro, ultimo sottotema della saga: la nostalgia di continenti intatti da esplorare, la legge della natura, prima della Storia e quindi senza un domani di cui preoccuparsi. Istinto ecologico, ma anche anarchico. Perché questo fa Conan: vive di istinti basici. Barbaro e bello».

L'articolo è sul numero 11 di Flair in edicola dal 24 aprile con Panorama .  
 

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Luca Rosati