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La The World’s 50 Best Restaurants 2025 sceglie l’Italia e punta su Torino

Uno dei più prestigiosi appuntamenti di food del mondo sarà a casa nostra. e c'è da esserne lieti per il capoluogo piemontese e non solo

Ancora Torino, ancora eventi, ancora prestigio. Sabato mattina presso il Grattacielo Piemonte, firmato dall’archistar Massimiliano Fuksas, sede unica degli uffici centrali e degli organi della Regione Piemonte, in un clima quasi surreale si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della prossima edizione della The World’s 50 Best Restaurants, che nel 2025 si terrà all’ombra della Mole. È la prima volta che la più prestigiosa classifica mondiale della ristorazione si svolge in Italia, a Torino per la precisione, a dimostrazione della centralità di una città che punta sempre più a farsi punto di riferimento per i grandi eventi.

Saranno premiati, sulla base dei voti assegnati da una giuria composta da esperti tra chef, giornalisti e gastronomi itineranti, suddivisi per aree geografiche, i 50 migliori ristoranti al mondo che più di altri saranno stati in grado di celebrare la ricchezza e la diversità del panorama culinario mondiale.

L’appuntamento era fissato alle 10.00 del mattino (di sabato), gli inviti sono arrivati non più di 24 ore prima. Perché? Perché ai torinesi piace fare le cose sottovoce e per pochi intimi, come fosse una riunione condominiale che non vuole raggiungere la maggioranza? Può essere. Molto più probabile però che non si volesse indisporre l’organizzatore William Reed che ha scelto il nostro paese ma che al momento avrebbe sicuramente preferito che gli occhi fossero tutti concentrati sull’edizione 2024 che si terrà dopo Valencia, negli Stati Uniti. Appuntamento fissato a Las Vegas il prossimo 5 giugno. In piena campagna elettorale, quando per il governatore piemontese Alberto Cirio (candidato del centrodestra alle prossime elezioni) sarà impossibile presenziare a un simile annuncio. Amata politica, Troisi ci farebbe una smorfia!

All’appello ha risposto presente anche l'assessora alla Cultura, al Turismo e al Commercio Vittoria Poggio, e uno sparuto gruppetto di giornalisti manco si annunciasse una sei mani qualsiasi tra lo chef di paese e il vincitore dell’ultimo talent a tema culinario.

L’occasione ha però fatto sì che fosse presentato il comitato organizzatore al gran completo: Federico Ceretto, in rappresentanza di tante cose, dall’azienda vitivinicola, al Ristorante Piazza Duomo guidato da Enrico Crippa, che manco a dirlo nella classica The World’s 50 Best Restaurants figura da svariati anni; Roberta Garibaldi, nuova Ad dell’Agenzia nazionale del turismo, appena designata dal ministro Massimo Garavaglia e Massimo Bottura, per due volte primo nella classifica (nel 2016 e nel 2018) e adesso entrato di diritto nei Best of the Best.

La ricaduta dello svolgimento dell’evento, più mediatico e influente del mondo della ristorazione, in un territorio è stimata essere di oltre 5 milioni considerando che si tratta di circa 1200 partecipanti che per 5 giorni, soggiornano in città fruendo di hotel, ristoranti, viaggi aerei internazionali nonché l’organizzazione dei numerosi eventi satellite che la manifestazione comporta per l’intera settimana sia da parte della società organizzatrice che degli sponsor.

Mancano i giorni esatti in cui gli Oscar della cucina verranno assegnati ma parliamo di fine maggio 2025, inizio giugno. Prevedendo una occupazione di camere molto alta durante l’evento, occorre aspettare che sia conclusa l’ostensione della Sindone in programma proprio a ridosso della presentazione della The World’s 50 Best Restaurants.

Federico Ceretto, membro del Comitato Organizzatore

Come ci siete riusciti?

Grazie alla volontà del governatore. Il fatto che una candidatura italiana non fosse stata mai così solida era una anomalia anche per i vertici della 50 Best Restaurants. Questo premio da sempre ha come partners S. Pellegrino & Acqua Panna, serviva una candidatura italiana forte e Cirio ha proposto Torino con una fermezza che reputo straordinaria. Quando poi i referenti hanno iniziato a fare i sopralluoghi del caso, vedendo da vicino cosa facciamo e che territorio siamo si sono immediatamente convinti che eravamo la città ideale per ospitare l’edizione 2025.

Il ruolo della famiglia Ceretto è stato cruciale in questa partita. Rappresenta un’azienda vitivinicola ma anche uno dei migliori ristoranti al mondo. Proverete a scalare quella classifica?

Siamo dei professionisti che amano questo genere di cose anche in virtù dei traguardi raggiunti. La sua domanda è molto diretta. La 50best è un affare diverso rispetto alla Guida Michelin. Nel primo caso molto dipende dalla capacità che uno ha di portare i grandi divulgatori della gastronomia a scoprire un territorio. Oggi nei primi 50 migliori ristoranti al mondo trovate 5 chef italiani, l’attenzione ovviamente andrà a tutti. Quello che posso dire, da tecnico, è che ogni paese che ha ospitato la manifestazione ha portato dei vantaggi a tutti gli chef che erano già all’interno del sistema. Gli spagnoli ne hanno avuto vantaggio come anche gli inglesi. Portare la prossima edizione della The World’s 50 Best Restaurants nel nostro Paese vuol dire spingere in alto il sistema Italia e i suoi cuochi migliori.

La prima telefonata che ha fatto quando ha iniziato a fare sul serio?

La prima persona dalla quale sono andato è stato Massimo Bottura, perché non solo è stato il più bravo a ottenere dei risultati in quella classifica ma perchè è il più grande divulgatore che io conosca. Sapete cosa accadrà? Questa gente non vorrà andare via per un bel po’ di tempo, non vorrà lasciare il Piemonte e poi andrà in giro per l’Italia, portandosi a casa dei contenuti che divulgherà in almeno 2/3 anni. Quello che ci piace è la scia lunga che una simile manifestazione può avere.

Basti pensare al ruolo centrale che Virgilio Martinez, migliore chef al mondo per la The World’s 50 Best Restaurants ha avuto nell’ultima edizione di Buonissima (kermesse torinese di cibo, arte e bellezza).

Esatto. Grazie a Buonissima quando sono stato a Lima, in Peru a gennaio, da Virgilio al Central, mi sono ritrovato a parlare con lui e i suoi ragazzi di Torino, di cosa aveva visto, cosa gli era piaciuto: questo deve succedere. Tecnicamente sono un divulgatore, sono andato a Lima a sentire cosa Torino avesse lasciato di sé. Questa gente rimbalzerà in giro per il mondo e dirà che cose meravigliose ha scoperto nei pressi del ristorante di Niko Romito o vicino a Le Calandre e magari scoprirà l’acetaia grazie a Massimo Bottura.

L’eccellenza la devi individuare, saperla raccontare, farne una destinazione. Devi trovarla a Torino, nelle province piemontesi, nelle montagne, nei laghi. Siamo leader in campo aerospaziale. Prendiamo queste chicche e facciamole diventare un plafond di esperienze.

Abbiamo battuto la concorrenza di chi?

Non si sa, sono molto riservati in questo. Ci sono delle zone precise nel mondo che stanno provando ad attirare eventi di questo tipo però l’abbiamo portata a casa noi. Quando li porti in Italia la gente apre gli occhi e impazzisce, c’è una ospitalità pazzesca, una informalità e un’alta qualità gastronomica, in questo siamo il vertice assoluto. Sulla scia delle Atp si è capito che edizione dopo edizione si affinano i meccanismi e si performa meglio, ecco perché si proverà a fare il triplete. La The World’s 50 Best Restaurants non la troverete mai due volte nello stesso paese ma potremmo provare ad aggiudicarci la The World’s 50 Best Hotel o Bar.

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Nadia Afragola