​Sabrina Ferilli
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Zelensky, l’uomo più sopravvalutato. Parola di Ferillona nazionale

L'attrice romana, su Twitter, si è lasciata andare a un giudizio negativo sul presidente ucraino. E sul web è partito il coro di chi approva... ma tanti non l'anno presa bene. E la polemica è partita.

«Se non potete essere santi della conoscenza, siatene almeno i guerrieri. Così parlò Zarathustra». E allora ecco che seguendo alla lettera Nietzsche, così parlò la guerriera Sabrina Ferilli. Su Instagram, nel giorno del tentativo di golpe della Wagner, mentre il presidente ucraino dichiarava: «La debolezza della Russia è evidente», lei impavida lanciava la controffensiva. «Disse l’uomo più sopravvalutato e foraggiato da mesi con soldi e armi da tutto il mondo. Follia!». Trattiene il fiato il senato del pensiero unico. E poi subito si erge a Cato Censor il giornalista Stefano Cappellini che twitta: «Le analisi politiche di Sabrina Ferilli sono da molti anni un genere di giornalismo, tipo peplum o musicarello.

Lei funziona sempre con quella popolaneria presunta e sfacciata, tipo definire “sopravvalutato” Zelensky, dopo aver consigliato di votare Raggi e Toninelli». A questo punto cosa potevamo aspettarci, se non la consueta valanga di post contro l’attrice romana. Rea di essersi avventurata nei sentieri impervi della geopolitica. Sentieri che, insomma, negli ultimi tempi sono stati battuti più di via Salaria di notte. E invece questa volta i social sono riusciti a stupirci: «Quanta intolleranza, ha diritto di dire ciò che vuole. È la Costituzione, bellezza», «Il suo pensiero sicuramente non è viziato da interessi e ambizioni personali», «Patrimonio dell’Unesco, sogno di tutti gli italiani e grandissima donna», «Che acido sei; che c’è, hai paura che abbia ragione?», «Dice cose più intelligenti di tanti altri», «Era ora che qualcuno raccontasse la verità», «Non ero d’accordo su M5S, ma la condivido al 100% su Zelensky».

Naturalmente c’è chi con sufficienza twitta: «Forse la sopravvalutata è lei», «La preferivo quando cercava di venderci poltrone e sofà che come geopolitica», «Non sapevo fosse anche una famosa studiosa di affari internazionali», «Il suo pensiero è insignificante». Ma come insignificante? Per quasi tre anni ci siamo sorbiti esperti di calli (anche meno, a volte) dissertare sulle mutazioni del coronavirus. Poi siamo tornati tutti allenatori della Nazionale, qualcuno si è avventurato anche sui campi di terra rossa per spiegarci la crisi di Matteo Berrettini (troppa Satta, dicono gli espertoni). Una breve parentesi per tuffarsi, come in una foto di Nino Migliori, sul conflitto in Ucraina. E pensare che fino ad allora molti credevano che il Donbass fosse il nome di un bassista rock. Mentre Sabrina Ferilli ci ha regalato calendari, emozioni, la bella vita, indimenticati finti spogliarelli (comunque di tutto rispetto). E poi, secondo il tribunale del web, la sua opinione è quella prevalente: «La Ferilli ha solo detto quello che pensa la maggior parte degli italiani. Sopravvalutato». E a chiudere il dibattito verso chi la dileggiava, ecco la solita delicatezza: «Non vali neanche un suo pelo di ascella». E con questi caldi afosi, non valere neanche un pelo d’ascella sudato è tanto brutto.

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Terry Marocco