Vasco Rossi, Gli sbagli che fai: tutta la vita in una canzone
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Vasco Rossi, Gli sbagli che fai: tutta la vita in una canzone

Il brano da oggi disponibile in streaming e in radio, è la sigla di apertura della docuserie Il supervissuto - Voglio una vita come la mia, in onda su Netflix.

Oggi è un giorno speciale per i fan di Vasco Rossi: a mezzanotte è uscita una nuova canzone, Gli sbagli che fai,scelta come sigla di apertura della docuserie di cinque puntate in onda su Netflix (sempre da oggi) dal titolo Il supervissuto - Voglio una vita come la mia. Il brano, che ha tutte le carte in regola per entrare nel cuore dei suoi numerosi fan, è già disponibile sulle piattaforme digitali e in radio. «A un certo punto ho avuto la netta sensazione che ci volesse anche una canzone, una canzone inedita, proprio adatta per la serie». Così Vasco aveva preannunciato sui social l’uscita del singolo, dal mood introspettivo fin dalla frase di apertura «Ho passato una sera con me ed è stato davvero incredibile».

La canzone, una power ballad ariosa e ricca di pathos che inizia con una potente rullata di batteria e una chitarra ruggente, è un'occasione per guardarsi indietro e fare un primo bilancio di un'esistenza vissuta intensamente: «È un viaggio all’interno di sé stessi alla ricerca di un “sé” che non esiste, ma è solo un illusione. Tutto cambia, tutto si trasforma, anche noi siamo “un processo” sempre in divenire, come tutto nell’universo. È una canzone sulla condizione umana, alla continua ricerca di un “centro di gravità permanente” che non può esistere e di un senso che non sempre c’è». Gli sbagli che fai ha un grande potenziale live, la dimensione privilegiata per la musica di Vasco, grazie a un refrain emozionante, che invita ad accogliere la vita senza cercare di capirla del tutto e ad accettare l'inevitabilità degli errori che commettiamo e che, probabilmente, commetteremo di nuovo: «Sempre a correre, correre/ Scappando da che/ Poi a chiedersi, chiedersi/ Sempre il perché/ Per accorgersi poi che alla fine/ Non sempre c’è/ Sempre a prendere, prendere/ Che non si sa mai/ A cercar di correggere gli sbagli che fai/ Per accorgerti poi che alla fine/ Comunque lo sai/ Che ne rifarai».

Il Blasco ripensa con affetto a quel ragazzo di provincia, testardo e pieno di sogni, che voleva vivere a modo suo, commettendo inevitabilmente degli errori lungo il percorso, errori che sono stati preziosi perché «vedrai che imparerai dagli errori che fai». Una delle frasi più significative de Gli sbagli che fai arriva verso la fine: «Prendimi la mano e raccontami che niente è impossibile». «Tutti gli artisti fanno questo - spiega Vasco - ti prendono la mano e ti portano in un mondo altro, facendoti credere che niente è impossibile». Riguardo alla scelta del titolo della serie tv su Netflix, Il supervissuto, Vasco ha dichiarato nel trailer: «Sono sopravvissuto agli anni 70, quando c’erano le Brigate Rosse, Lotta Continua e Potere Operaio».

Poi agli anni 80, i più stupidi del secolo, ma anche i più belli e i più divertenti, facendo rock. Poi sono sopravvissuto agli anni ’90, quando ho voluto costruire una famiglia. Poi a tre malattie mortali nel 2011 e fino al 2020 quando è arrivata questa catastrofe mondiale del covid. Io non sono solo un sopravvissuto, sono un supervissuto». Quando pensi a Vasco Rossi, la prima immagine che ti viene in mente è quella di uno stadio pieno e traboccante di entusiasmo per il rocker di Zocca, il primo che ha portato in Italia folle oceaniche ai suoi concerti. Impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’energia e dal carisma di questo moderno sciamano del rock, un catalizzatore di energia in grado di incendiare qualsiasi platea con un cocktail equilibrato di inni rock e di intense ballad. In un’epoca come la nostra in cui la musica, sempre più liquida e deteriorabile, spesso non è altro che un mero sottofondo ad altre attività, senza sapere né il titolo né il nome dell'artista che ascoltiamo, le canzoni del Komandante sono entrate sottopelle ad almeno due generazioni di fan, che non lo considerano semplicemente una star, ma un impareggiabile portavoce delle loro stesse vite, riflesse come in uno specchio tra le parole dei suoi brani. Non fa eccezione Gli sbagli che fai, un altro brillante tassello di un mosaico policromo di canzoni che non ha pari nella storia del rock italiano.









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Gabriele Antonucci