Bailo Bailo celebra la musica e lo spirito di Raffaella Carrà
Federico Guberti
Musica

Bailo Bailo celebra la musica e lo spirito di Raffaella Carrà

Il Teatro Capitol di Madrid ha ospitato la prima mondiale del musical, con tutti i maggiori successi dell'artista cantati dal vivo, che arriverà anche in Italia tra un anno

Raffaella Carrà, icona italiana della musica e dello spettacolo amatissima anche in Spagna e in Sudamerica, avrebbe compiuto 80 anni lo scorso 18 giugno: un traguardo che non ha potuto festeggiare, a causa di una grave malattia che l'ha portata via il 5 luglio del 2021. A celebrare la musica, l'energia, lo spirito e la modernità dell'artista nata a Bologna, ma romana d'adozione, ci pensa ora il musical Bailo Bailo, che ha debuttato venerdì sera, in prima mondiale, al Teatro Capitol di Madrid, per poi arrivare, tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025, anche in Italia.

Non tutti sanno che la capitale spagnola, dopo New York e Londra, è la terza città in cui si tiene il maggior numero di musical contemporaneamente al mondo, per questo, oltre al legame speciale con la Carrà (a cui è dedicata una graziosa piazza in centro, di fronte ai numeri 43 e 45 di via Fuencarral, tra Malasaña e Chueca), è stata scelta per il debutto di una grande produzione paneuropea, in cui gioca un ruolo importante la veneta Valeria Arzenton, che ha portato nello spettacolo il know how tecnologico dalla sua lunga esperienza con la società Zed. Bailo Bailo è un libero adattamento, da parte del regista Federico Bellone (che ha diretto, tra gli altri, i musical Flashdance, Dirty Dancing e Mary Poppins), del fortunato film Explota Explota diretto da Nacho Álvarez nel 2020.

«Il film è stato il nostro punto di partenza: ho cercato di rimanergli fedele, ma, ovviamente, molto è cambiato, come sempre accade, quando si passa dal cinema al teatro», ha sottolineato Bellone nell'incontro con la stampa. E proprio la visione del film è stata la scintilla che ha acceso l'idea di un grande musical internazionale dedicato a Raffaella Carrà. La produzione italiana voleva che il musical debuttasse alla Scala di Milano, considerando la Carrà alla stregua di una grande étoile, ma, dopo il diniego del prestigioso teatro lirico, è stato lo stesso Sergio Japino, compagno di vita e di arte di Raffaella nonché consulente artistico del musical, a convincere a spostare Bailo Bailo a Madrid (dove la Carrà viveva alcuni mesi l'anno) in quello che era un cinema storico della Gran Via, il Capitol, e che, per l'occasione, è stato trasformato in un teatro da mille posti. «Una volta arrivata in Spagna gli amici spagnoli mi hanno detto che invidiano all'Italia due cose: Cristoforo Colombo e Raffaella Carrà», ha sottolineato Valeria Arzenton.

Lo spettacolo, che ha riacceso in Spagna la mai sopita "Carrà-mania", è già tutto esaurito per le prossime due settimane, ma la produzione confida di arrivare almeno a un'ottantina di repliche consecutive. Il musical Bailo Bailo racconta la storia di formazione di Maria (Lydia Fairen), una ragazza sensuale e assetata di libertà nei primi anni Settanta, che, dopo essersi trasferita da Roma a Madrid per dimenticare una storia d'amore naufragata a pochi minuti dalla celebrazione del matrimonio, decide di credere nel suo sogno (mai del tutto accantonato) di diventare una ballerina del corpo di ballo della diva televisiva Rosabella (la bravissima Natalia Millan, che ha interpretato lo stesso ruolo nel film Explota Explota). Maria viene aiuta da Carmen (Pepe Lucas), frizzante e romantica, ma sfortunata con gli uomini: la donna scopre che il suo Luca, con cui aveva avuto una breve liaison, è in realtà omosessuale ed è fidanzato con un uomo. Apparentemente più fortunata Maria, che si innamora, ricambiata, di Pedro (Dani Tatay), responsabile della censura della tv di Stato spagnola durante gli ultimi anni del franchismo. Una relazione che viene messa a dura prova quando Pedro deve decidere sulla liceità o meno dell'abbigliamento e delle movenze sensuali della sua fidanzata, a causa delle rigide regole imposte dalla censura. I protagonisti sono tutti alla ricerca di se stessi, ma anche del proprio percorso e della propria crescita umana e professionale.

Pur non essendo volutamente Maria una perfetto alter-ego di Raffaella Carrà, ne ricorda il difficile debutto nel duro e competitivo mondo dello spettacolo, così come le altre protagoniste femminili rappresentano alcuni aspetti di una personalità carismatica e ricca di sfaccettature come quella dell'artista bolognese. Una storia che ricorda, in alcuni aspetti, quella del musical campione di incassi Mamma Mia, in cui le grandi protagoniste sono le canzoni della Carrà: ben ottanta minuti, sui novantacinque totali dello spettacolo, sono dedicati alla sua musica, suonata dal vivo da una grande orchestra. A differenza di altri musical, in cui lo stacco dal recitato ai brani appare a volte un po' troppo forzato, in Bailo Bailo le canzoni sono sempre perfettamente funzionali allo sviluppo della storia: da Fiesta a Rumore, da Luca a Ballo Ballo, fino alle iconiche Tuca Tuca e A far l'amore comincia tu (interpretate nelle versioni spagnole), tutti i brani segnano gli snodi fondamentali della storia, fino al finale in cui tutti il pubblico del Teatro Capitol si è alzato in piedi per cantare, ballare e tributare una lunga standing ovation. Poco prima del gran finale con Rumore, le casse del Teatro Capitol diffondono la voce registrata di Raffaella Carrà, provocando un brivido lungo la schiena a tanti suoi fan presenti in platea: «La Spagna è il mio paese, la mia seconda patria». Applausi scroscianti, urla di approvazione e il primo piano dell'artista, iconizzato in stile Warhol, che appare all'improvviso sul sipario chiuso. Il regista Federico Bellone è abile nel dare un ritmo serrato alla storia e nel mostrare l'evoluzione psicologica dei personaggi, mentre sono una gioia per gli occhi le spettacolari coreografie di Gillian Bruce, con la supervisione di Sergio Japino.

Il musical riesce a trasmettere quelli che sono forse i due principali valori di tutta l'attività artistica di Raffaella Carrà: libertà e divertimento. Libertà di essere se stessi e di perseguire i propri sogni, anche quando l'esterno non ci offre alcun sostegno; divertimento inteso non come stolido intrattenimento, ma come modo di affrontare le salite e le discese della vita con il sorriso, dando sempre il massimo e cercando di godersi al meglio il nostro viaggio terreno, senza prenderci troppo sul serio. Inoltre Bailo Bailo rende finalmente giustizia al ricco canzoniere dell'artista, forse mai preso troppo sul serio dalla critica musicale. Ciò che conta nella musica, al di là delle doti canore e tecniche, è la capacità di entrare nel cuore delle persone e di diventare la colonna sonora di momenti indimenticabili, grazie a canzoni ricche di comunicative e costruite con sapienza artigianale. Ecco perché Raffaella Carrà, al di là della sua carriera di presentatrice e di attrice, ha conquistato un posto d'onore nella canzone pop italiana e internazionale, con brani ricchi di divertimento, ritmo e sensualità, tra suggestioni disco e ritmiche latine, che le hanno permesso di vendere oltre 60 milioni di dischi in carriera e di conquistare 22 tra dischi d'oro e di platino. Il suo primo grande successo è stato Ma che musica maestro, la sigla del programma Canzonissima del 1970, scritta da Sergio Paolini, Franco Pisano e Stelio Silvestri e successivamente interpretata da tanti altri artisti, tra cui Claudio Baglioni. Indimenticabile, un anno dopo, la sensuale Tuca Tuca, composta da Gianni Boncompagni e Franco Pisano, un brano che diventa in poco tempo di culto, grazie anche al celebre ballo ideato da Don Lurio. Nel 1974 la Carrà diventa una star internazionale grazie ai trascinanti ritmi proto-disco di Rumore, che vende milioni di copie, grazie anche alla sua traduzione in tre lingue.

Un successo ancora maggiore riscuote, due anni dopo, la lasciva A far l'amore comincia tu, che la fa diventare un'icona sexy del pop. Nel 2011 la canzone ha conosciuto una seconda vita nel remix EDM di Bob Sinclar, incluso nella colonna sonora de La grande bellezza di Sorrentino, che ha vinto nel 2014 l'Oscar come Miglior film straniero. Nel 1977 la versione in spagnolo di Fiesta, un vero inno all'emancipazione femminile, diventa un tormentone, mentre il punk e la disco si contendevano il mercato discografico. Come non citare, poi, l'irresistibile Tanti Auguri, meglio conosciuta con il suo celebre ritornello, "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù", composta nel 1978 da Gianni Boncompagni, Daniele Pace e Paolo Ormi e resa memorabile dal celebre gesto di scostarsi indietro il caschetto biondo di capelli. L'ultima canzone non può che essere Ballo Ballo del 1982, sigla del programma Fantastico, scritta da Franco Bracardi e da Gianni Boncompagni, che ha ispirato l'omonimo musical attualmente in scena a Madrid, con tutti i più grandi successi di Raffaella Carrà. Canzoni che, ogni volta che le ascoltiamo, hanno il potere di renderci felici e senza pensieri, almeno per tre minuti. Niente male, per una ragazza che era arrivata a Roma negli anni Sessanta piena di sogni e che è stata poi in grado, a sua volta, di far sognare milioni di persone in tutto il mondo.

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Gabriele Antonucci