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(Jonas Akerlund)
Musica

Duran Duran: Danse Macabre è la perfetta colonna sonora di Halloween

L'album, un progetto ibrido tra inediti, rifacimenti dei loro brani e cover in chiave Halloween, è realizzato con grande cura e diverte dall'inizio alla fine, mostrando il lato dark della band inglese

Non c'è niente da fare; i Duran Duran sono sempre un passo avanti. Mentre ogni anno diversi artisti (soprattutto quelli più navigati) si cimentano con un album natalizio, sperando di emulare il clamoroso successo di Michael Bublé del 2011, sono decisamente meno quelli che provano a intercettare il pur ampio pubblico di Halloween, una delle feste più importanti in America e non solo, in grado di muovere ogni anno miliardi di dollari, con un disco di brani a tema "horror".

Nel 2017, ad esempio, la Sony, insieme agli eredi di Michael Jackson, ha pubblicato Scream, un'inutile raccolta di tredici brani, più il mash-up Blood on the Dance Floor x Dangerous dei The White Panda, che copre ventuno anni di carriera del Re del Pop, da This place hotel con i fratelli The Jacksons del 1980 fino a Threatened del 2001, tenuti insieme dal tema Halloween, quindi, in teoria, accomunati da argomenti come la paura, il mistero, gli spiriti maligni, la paranoia e via dicendo: un flop clamoroso dal punto di vista commerciale. Insomma, un album ispirato ad Halloween è un'operazione scivolosa, da maneggiare con cura per evitare rovinose cadute di stile.

Chi di certo non ha mai avuto paura di rischiare sono i Duran Duran, band di culto negli anni Ottanta che, dopo aver creato canzoni che sono veri e propri inni generazionali, non si è mai adagiata sul suo glorioso passato, crescendo anno dopo anno come live band e pubblicando costantemente nuova musica interessante e attuale, fino a entrare meritatamente lo scorso anno nella Rock and Roll Hall of Fame, il più importante riconoscimento per un gruppo con oltre 25 anni di carriera. L'idea del nuovo progetto Danse Macabre prende corpo il 31 ottobre 2022 durante un concerto speciale a Las Vegas. Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor, sopra un palco allestito con scheletri alti 20 piedi, lapidi, ragnatele e bare, hanno suonato brani che non facevano da anni (Secret Oktober dal 2011, Love Voodoo dal 2017, Nightboat dal 2005), oltre a sorprendenti cover di Spellbound dei Siouxsie and the Banshees, Supernature di Cerrone e Ghost Town dei The Specials. La band e il pubblico si sono divertiti così tanto che hanno deciso di registrare quel set, creando un evento mondiale di Halloween per tutti i fan dei Duran Duran. Il nuovo progetto discografico a tema Halloween è stato anticipato dalla title track Danse Macabre, la prima delle tre canzoni inedite. Le percussioni ansiose impostano il ritmo contro un sintetizzatore distorto e ringhiante, mentre gli spavaldi e ironici versi rap di Simon Le Bon lasciano il posto a un coro ipnotico e da "brividi".

Oltre al produttore Mr Hudson, che tanto ha contribuito al sound di Paper Gods, in Danse Macabre ritroviamo anche l'ex compagno di band Warren Cuccurullo alla chitarra, nella sua prima collaborazione con la band dal 2001. La seconda anticipazione del progetto è stata Black Moonlight, trascinante inedito disco-funk (tra i migliori dell'intero progetto) che si avvale dell'incofondibile groove di Nile Rodgers, che tanto ha contribuito con il suo tocco magico ad alcuni dei maggiori successi dei Duran Duran, e della storica chitarra di Andy Taylor, uno dei fondatori della band inglese che, dopo anni di lotta contro una gravissima malattia, è tornato a pubblicare recentemente un album solista, il riuscito Man's wolf to man. Ritroviamo la sei corde di Andy Taylor anche nella traccia iniziale Nightboat e in Secret Oktober 31st: quest'ultima ha fatto la sua prima apparizione come b-side del singolo Union of The Snake e ora, 40 anni dopo, vede (meritatamente) la sua prima pubblicazione fisica su un album in studio dei Duran Duran, ma con un arrangiamento più lento e maestoso dell'originale.

Il terzo inedito di Danse Macabre, Super Lonely Freak, è probabilmente anche il più sorprendente: il brano parte con una ritmica minimale e una voce robotica, per diventare poco dopo un godibile pop-rock che ci ha ricordato le atmosfere spensierate del periodo Rio, con un interessante sviluppo strumentale fino al minuto 2.35, quando la canzone si trasforma improvvisamente in una tiratissima cover di Super Freak di Rick James: già ci immaginiamo l'impatto live che potrebbe avere un brano come Super Lonely Freak nei prossimi concerti dei Duran. E proprio la versione del vivo, uno dei punti di forza della band inglese che dagli anni Ottanta a oggi è cresciuta tantissimo come live band con spettacoli impeccabili dal punto di vista scenico e musicale, ha probabilmente suggerito a Simon Le Bon e soci di cimentarsi in due brani leggendari e, come tali, rischiosissimi da coverizzare: Spellbound di Siouxsie and the Banshees e Psycho Killer dei Talking Heads. In quest'ultima il basso tridimensionale di Victoria dei Maneskin non fa rimpiangere troppo quello di John Taylor (uno dei migliori bassisti in abito pop-rock), accentuando la componente funky del brano cult dei Talking Heads, mentre il goth-classic di Siouxsie and the Banshees assume qui colori più audaci, pop-rock e contemporanei. Appare riuscita anche la cover di Supernature del mai troppo lodato Cerrone, il padrino francese dell'eurodisco, in cui Nick Rhodes si diverte ad aggiungere un'atmosfera sinistra alle tastiere, mentre il basso di Taylor è qui più funky che mai. Stupisce anche la versione di un brano indimenticabile come Ghost Town degli Specials, forse il brano più dark e drammatico della band ska inglese con temi come disoccupazione, degrado urbano e deindustrializzazione, che è stata nel 1981 la colonna sonora delle rivolte scoppiate nelle città britanniche contro il governo Thatcher: la cover dei Duran ha maggiore groove ed è meno cupa dell'originale, senza stravolgerne troppo l'atmosfera. Ci hanno lasciato perplessi le versioni di Paint it, black dei Rolling Stones, una canzone che è troppo perfetta nella sua cupa pericolosità per essere coverizzata senza farsi del male, e di Bury a friend di Billie Eilish: se da un lato è lodevole il tentativo dei Duran di cambiare del tutto l'arrangiamento del brano per farlo diventare ancora più drammatico e adatto alle atmosfere di Halloween, dall'altro si perde l'energia, il minimalismo e l'immediatezza della versione originale della giovane artista californiana. Appaiono invece riuscite le auto-cover di Love Voudou, grazie anche alla chitarra impressionista di Warren Cuccurullo, e di Confession in the afterlife, con la sua lunga e solenne coda strumentale che chiude l'album. Per gli amanti della musica fisica (e del paranormale), Danse Macabre esce su Tape Modern per BMG con artwork con immagini adattate da una collezione di autentiche foto vintage di sedute spiritiche, acquistate all’asta da Nick Rhodes.

L'album è disponibile su Black 2LP e CD, con un'edizione limitata smog 2LP disponibile attraverso i negozi indie, mentre lo store ufficiale della band metterà a disposizione pacchetti di merchandising esclusivi, tra cui un Translucent Galaxy 2LP limitato e una cassetta. In conclusione, il progetto Danse Macabre è certamente un divertissement della lunga e fortunata storia discografica dei Duran Duran, ma, nel modo in cui è stato prodotto da Josh Blair e Mr Hudson e mixato da Bob Clearmountain, c'è una cura maniacale del sound, che può essere apprezzata al meglio utilizzando delle buone cuffie. Un album a tema Halloween poteva essere artisticamente un disastro, se realizzato in modo superficiale e sbrigativo, e invece Danse Macabre si lascia ascoltare volentieri dall'inizio alla fine, senza l'esigenza di skippare i brani a metà, soprattutto nei brani più pop-funk, che sono la vera impronta sonora dei Duran. Simon Le Bon si conferma un interprete maturo e versatile, capace di adattarsi al meglio a ogni tipo di brano e, cosa da non sottovalutare, dotato di sottile humour inglese (vedi la title track Danse Macabre). Le tastiere sinistre, avvolgenti e cinematiche di Nick Rhodes sono le grandi protagoniste sonore del progetto, mentre, quando si tratta di far decollare il brano, John Taylor è sempre pronto a dare una lezione di groove e di funky ai giovani bassisti di oggi. Ascoltare di nuovo Andy Taylor e Warren Cuccurullo in un progetto targato Duran Duran è, inoltre, un omaggio a una storia lunga oltre quarant'anni, ricca di successi quanto di cadute, che ha visto una band fin troppo sottovalutata dalla critica negli anni Ottanta rimettersi costantemente in gioco e non avere paura di tentare nuove strade (come negli eccellenti Paper Gods del 2015 e Future Past del 2021), fino a conquistare un ruolo di primo piano nella storia del pop-rock internazionale.

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Gabriele Antonucci