10 film belli al rombo di motore con protagonista la moto
Immagine del film "Rodeo" (I Wonder Pictures)
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10 film belli al rombo di motore con protagonista la moto

Al cinema ecco Rodeo, piccolo incisivo film su una ragazza ribelle appassionata di moto entrata in un giro clandestino di motociclisti. L'occasione per ripercorrere lungometraggi al sapor di pistoni e carene, tra acrobazie, corse sfrenate, fughe iconiche

Capelli ricci selvaggi, diastema che evidenzia ogni raro sorriso, Julie Ledru, migliore attrice al Torino Film Festival 2022, è la motociclista riottosa, appassionata e indomata di Rodeo, piccolo incisivo film dal 6 luglio al cinema distribuito I Wonder Pictures. Opera prima di Lola Quivoron, premio Coup de cœur du jury Un certain regard a Cannes, distribuito anche negli States, è la storia di Julia, ragazza ribelle e combinaguai ai margini della banlieu francese, che trova il suo senso solo quando è in sella a una moto. Entra così in un giro clandestino di motociclisti, un microcosmo essenzialmente maschile dove tutto è rito, velocità e pericolo.

Immagine del film "Rodeo" (Credits: I Wonder Pictures)

Sul filo di questo mondo di motori e libertà sfrenata a tutta velocità, ripercorriamo 10 film belli che hanno le motociclette come protagoniste (saga di Fast & Furious, zampillante di motori, esclusa). Chiome al vento, mano a spronare l’acceleratore, ruote voraci di asfalto, tra pistoni e carene…

Indian - La grande sfida (2005) di Roger Donaldson

Anthony Hopkins è un cacciatore di emozioni che sfida l'età. Il suo sogno? Stabilire un nuovo record mondiale di velocità sul lago salato di Bonneville, nello Utah, con la sua Indian Scout, motocicletta a cui lavora da anni, perfezionandola con amore paterno.
Una storia vera raccontata con calore umano, ispirata all’impresa del motociclista neozelandese Burt Munro che nel 1967 coronò il suo sogno: il motore portato a 950 cm³ ottenne il primato di classe, alla velocità di 295,5 km/h, e durante le qualifiche fu cronometrato a 305,9 km/h, la velocità ufficiale più alta mai registrata con una Indian.
Titolo originale del film: The World's Fastest Indian.

Come un tuono (2012) di Derek Cianfrance

Prima ancora di essere un Ken biondissimo e di rosa vestito per Barbie, atteso film in uscita il 20 luglio, Ryan Gosling è stato il magnetico motociclista «Luke il bello» di Come un tuono, la star da luna park del «globo della morte» che abbandona le acrobazie in sella per essere il padre che avrebbe voluto per sé. Ma presto arrivano le rapine, sempre in moto…
Un film che rimane dentro, dolorosamente attraente. Nel cast anche Eva Mendes (galeotto fu il set tra lei e Gosling), Bradley Cooper, Rose Byrne e Dane DeHaan.

I diari della motocicletta (2004) di Walter Salles

Gael García Bernal è un giovane Che Guevara che ancora non sa che, da lì a poco, sarebbe diventato uno dei più famosi rivoluzionari. Ispirandosi ai diari di viaggio Latinoamericana (Notas de viaje) dello stesso Guevara, il film ripercorre il lungo e avventuroso viaggio in moto, in sella alla «Poderosa», una Norton 500 M18 del 1939, che il Che fece nel 1952 attraverso l'America Latina. Dal Brasile al Perù in motocicletta, assiste alle grandi disparità del Sud America, incontra contadini poveri, osserva lo sfruttamento perpetrato da ricchi industriali. È il viaggio che gli mostra la vocazione della vita.

Easy Rider - Libertà e paura (1969) di Dennis Hopper

«Non hanno paura di voi, hanno paura di quello che rappresentate. (…) Quello che rappresentate per loro, è la libertà», dice Jack Nicholson nei panni di un giovane avvocato alcolista a Dennis Hopper, motociclista hippy in chopper e capelli lunghi.
Easy Rider è un immancabile nella top ten di film su moto e rombo di motori. Tante le scene cult impresse nella memoria. Una su tutte: Hopper e Peter Fonda sulle loro Harley Davidson sulle note di Born to be wild degli Steppenwolf. Un viaggio nelle speranze e nella disperazione della controcultura anni ’60.

La grande fuga (1963) di John Sturges

Ecco un grande classico dei film di guerra, con l’attore dal fascino spericolato che più di ogni altro ha incarnato l’amore per i motori, Steve McQueen, pilota con la passione per l’acceleratore, collezionista di auto ma anche di moto, che alla sua morte erano più di cento.
In un campo di prigionia della Germania nazista i carcerati inglesi e americani tentano la grande fuga tramite un tunnel scavato di nascosto. McQueen è protagonista di una delle sequenze più iconiche, una fuga rocambolesca in moto, attraversando campi, verso la Svizzera a bordo di una Triumph TR6 Trophy camuffata da Bmw bellica, per infrangersi contro la recinzione di filo spinato. Durante le riprese ha voluto esserci lui in sella; solo nella scena del salto ha ceduto il posto a uno stuntman. In verità provò anche il salto ma al primo tentativo cadde e la produzione preferì evitare rischi.

Il selvaggio (1953) di László Benedek

Giubbotto di pelle, blue jeans e cappello con visiera, ecco il Marlon Brando capobanda di una gang di motociclisti delinquentucoli senza meta, ruolo iconico in cui trasuda una forza tranquilla, il primo da assoluto protagonista. Giovane e arrabbiato, il suo Johnny è leader dei Black Rebel Motorcycle Club e trascorre la maggior parte del tempo girando con la sua Triumph Thunderbird 6T e scatenando l'inferno. Gli fa da contraltare l’Harley Davidson del boss della band rivale, interpretato da Lee Marvin.
Il selvaggio è il primo film a esaminare la violenza delle bande di motociclisti, facendo nascere l’immagine del motociclista fuorilegge. Fu ispirato da un fatto di cronaca noto come rivolta di Hollister, un raduno motociclistico dell'estate 1947 a Hollister, in California, che per via dell’alcol e del sovraffollamento sfuggì di mano, con i biker che presero il controllo della città.

Akira (1988) di Katsuhiro Ōtomo

Ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa del suo primo volume, capolavoro che ha contribuito con il suo successo a rendere l'animazione giapponese popolare in Occidente, Akira è stato definito «l’anime cult definitivo» dall’Empire.
È ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti che si sfidano in corse all’ultimo sangue. Tra questi si distingue la gang dei giovani Tetsuo e Kaneda, con il suo bolide a due ruote dalle linee futuristiche, rosso fiammante, capace di salti mozzafiato e velocità impensate. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

Rusty il selvaggio (1983) di Francis Ford Coppola

Film uscito sottotono diventato poi di culto, con un cast di giovani attori che sarebbero da lì a poco diventati divi, da Matt Dillon a Mickey Rourke a Nicolas Cage.
Dillon è il Rusty del titolo italiano, ma anche il «pesce combattente» del titolo originale Rumble fish, che come quei pesci si azzuffa in mancanza di spazio vitale. Adolescente teppistello e belloccio, lotta per essere accettato come leader dai ragazzi di Tulsa, Oklahoma. Lotta soprattutto con il mito del fratello maggiore partito con la sua moto per la California, noto come «Quello della moto» e un tempo capo indiscusso delle bande giovanili. Fino a quando Motorcycle boy torna, deluso. Il film è raccontato dal suo punto di vista, tant’è che è in bianco e nero – tranne alcune significative sequenze – dato che è daltonico.
Il padre alcolizzato dei due è Dennis Hopper, che 14 anni prima sfrecciava verso la libertà in moto in Easy Rider.
Il look di Motorcycle boy è stato modellato su quello dello scrittore Albert Camus, con la tipica sigaretta che gli pendeva dall'angolo della bocca.

Mandy (2018) di Panos Cosmatos

Non cadremo nella facile tentazione di inserire in questo elenco Ghost rider, sul famigerato centauro fantasma della Marvel, che rientra nella categoria dei film scanzonatamente tamarri più che dei belli. Ma c’è un altro film di motociclisti indemoniati e diavolerie varie di cui Nicolas Cage è stato protagonista. E, nel suo genere, si è distinto: violento, selvaggio, avvincente. E allucinato.
Mandy è un horror revenge movie dallo spirito heavy metal, con Cage pacifico taglialegna nel nord-ovest del Pacifico, isolato dal mondo insieme alla compagna Andrea Riseborough, la Mandy del titolo, quando irrompe una banda di demoni a bordo di motociclette chiassose. Cage viene catapultato in un fantasmagorico viaggio pieno di sanguinosa vendetta e fuoco mortale. I cavalieri dell’Apocalisse si presentano in moto.

Centauro (2022) di Daniel Calparsoro

Remake spagnolo del francese Burn out del 2017 con François Civil, sempre tratto dal romanzo di Jérémie Guez, ha per protagonista Àlex Monner. È lui il pilota di superbike che, per saldare il debito della madre di suo figlio con un cartello, diventa corriere della droga, rischiando le sue possibilità di diventare centauro professionista e mettendo a repentaglio la sua vita. Di certo non un capolavoro, ma sa fare bene il suo. In velocità.
Una curiosità: nel cast anche Carlos Bardem, fratello maggiore del più famoso Javier.

Julie Ledru nel film "Rodeo" (Credits: I Wonder Pictures)

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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