Luis Sepúlveda morto per Coronavirus: 5 libri (e 1 film) per ricordarlo
Luis Sepúlveda al Salone del Libro di Torino, 10 maggio 2019 (Ansa/Alessandro Di Marco)
Lifestyle

Luis Sepúlveda morto per Coronavirus: 5 libri (e 1 film) per ricordarlo

Aveva 70 anni e da fine febbraio era ricoverato. Scrittore cileno, ha raccontato storie ricche di magia e insegnamenti, tra amore e guerra

Luis Sepúlveda è morto all'età di 70 anni, in un ospedale di Oviedo, Spagna nord-occidentale. Il Coronavirus non lo ha risparmiato. Lo scrittore aveva contratto il Covid-19 ed era ricoverato da fine febbraio. Cileno, attivista politico incarcerato sotto il regime di Pinochet, aveva trovato rifugio in Europa ed era spesso ospite di festival letterari italiani. Doveva infatti essere in Italia a marzo, per parlare di "Coraggio" al festival dei piccoli e medi editori "Più libri più liberi", annullato per la pandemia che ha travolto tutto, lo stesso Sepúlveda.

Nato il 4 ottobre 1949, cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile, Luis Sepúlveda si sentiva «cittadino prima che scrittore». Iscrittosi al Partito Socialista durante la presidenza di Salvador Allende, era anche entrato a far parte della sua guardia personale. Dopo il colpo di stato che portò alla dittatura di Pinochet, fu arrestato nel 1973, per poi venir liberato grazie alle pressioni di Amnesty International. Un successivo nuovo arresto lo condannò all'esilio. Fece parte delle Brigate Internazionali del rivoluzionario Simón Bolívar, in Nicaragua, a cui si unì nel 1979. Quindi si stabilì in Europa, prima ad Amburgo quindi in Francia.

Nella sua scrittura Sepúlveda sapeva unire un afflato magico sudamericano, alla Gabriel García Márquez, e un riflesso di realismo di stampo europeo. Ha composto soprattutto opere brevi, di un'essenzialità fulminante.
Lo ricordiamo attraverso 5 libri, e un film.

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

Edito nel 1989, titolo originale Un viejo que leía novelas de amor, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1993. È il romanzo che gli ha fatto conquistare la scena internazionale. È pieno di magia ma sa essere anche crudo; ogni frase evoca i suoni della foresta. Un libro da non perdere.

Protagonista il vecchio Antonio José Bolivar, uomo solo che vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana, depredata e colonizzata. È arrivato lì dopo molte disavventure: gli sono rimasti i ricordi della moglie e di un'esperienza finita male e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Nella sua mente, però, nel suo corpo e nel suo cuore, è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall'aver vissuto "dentro" la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.

Diario di un killer sentimentale

Edito 1996 (Diario de un killer sentimental), in Italia nel 1998, Diario di un killer sentimentale è un romanzo breve, dallo stile asciutto ed essenziale.

Protagonista un killer residente a Madrid che si sente "sdoppiato" in due. La sua amichetta francese lo ha appena lasciato per un altro uomo incontrato a Veracruz. Ma intanto riceve un nuovo incarico, un nuovo cristiano da uccidere. Forse proprio il patimento sentimentale che sta provando lo porta a interessarsi un po' troppo del suo prossimo bersaglio, Víctor Mujica. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della Dea, sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Ma è sempre troppo rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo, dove non esistono licenziamenti ma certificati di morte.

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

«E se è tutto un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare», scriveva Sepúlveda in Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar), una delle sue favole più famose, da cui nacque il film d'animazione che merita poi citazione a parte. Pubblicata nel 1996, è una storia semplice che però porta insegnamenti sommi e universali.

Il gatto Zorba, riceve in affidamento da una gabbiana il proprio uovo, che cova con devozione. Con i consigli di altri gatti del porto, alleva la gabbianella Fortunata. Per insegnarle a volare, però, occorreranno una grande idea e l'intervento di un umano.
Una storia ricca di valori, sentimenti e trovate umoristiche.

Sepúlveda diceva: «Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio».
A questa favola sono seguite Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico e Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà.

Incontro d'amore in un paese in guerra

Risuonano qui i temi cari di Sepúlveda: l'avventura e la politica, l'amore e la guerra, l'umanità raccontata con parole semplici e colori pastello.
Pubblicato nel 1997, Incontro d'amore in un paese in guerra (Desencuentros) raccoglie 24 racconti dello scrittore cileno accomunati dal filo conduttore dell'amore, amore per qualcuno o per qualcosa.

Ecco quindi, durante la rivoluzione sandinista, l'appuntamento d'amore in Nicaragua tra un ribelle e la moglie di un suo prigioniero. E poi l'impresa di dodici confinati sperduti nel mezzo del deserto cileno. Ma anche vecchi anarchici con un'antica ferita d'amore, coppie alla deriva, dittatori senza coscienza, prostitute elegiache.

Un'idea di felicità

Un'idea di felicità (2014) è libro scritto a due mani in cui Luis Sepúlveda discute con Carlo Petrini, il fondatore dell'associazione italiana Slow Food. I due dissertano su felicità e lentezza.

La felicità è ancora di questo mondo? In un'epoca frettolosa, dov'è finito il tempo per la vita, per la persona, per la condivisione?
«Tutto quello che si fa per un mondo migliore ha un punto di partenza, e questo punto di partenza è conquistare il diritto a un'esistenza piena. Un'esistenza felice, nel senso più completo della parola», scrive Sepúlveda, che crede ancora nella felicità.
Ed ecco che ne esce una conversazione su attualità e letteratura, gastronomia e politica, difesa della natura e della tradizione.

Il film: La gabbianella e il gatto

Sepúlveda è stato anche regista e sceneggiatore.
Nel 2002 ha scritto e diretto Nowhere, produzione di poco successo italo-spagnola. Una storia con i suoi temi cari, tra dittatori sudamericani, nemici politici e fughe.
Dal suo libroIl vecchio che leggeva romanzi d'amore è stato tratto nel 2001 l'omonimo film australiano (The Old Man Who Read Love Stories), diretto da Rolf de Heer, con Richard Dreyfuss, Timothy Spall e Hugo Weaving.

Ma è soprattutto La gabbianella e il gatto che vogliamo ricordare e portiamo nel cuore. Film d'animazione italiano del 1998 diretto da Enzo D'Alò e basato sul romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Sepúlveda, è una favola colorata sulla bellezza della diversità. D'Alò, con questo suo secondo cartoon, conferma di essere uno dei talenti più fulgenti dell'animazione italiana.

Qui un estratto del film, con i topi, gli antagonisti che cancellano le differenze:

La Gabbianella e il Gatto Noi siamo i Topiwww.youtube.com

I più letti

avatar-icon

Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

Read More