Giovani ribelli - Kill your darlings, 5 cose da sapere
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Giovani ribelli - Kill your darlings, 5 cose da sapere

Alle origini della Beat Generation con un film fresco e appassionato, retto dalla chimica straordinaria tra Daniel Radcliffe e Dane DeHaan

All'ultima Mostra del cinema di VeneziaGiovani ribelli - Kill Your Darlings è stato uno dei film evento. Non perché fosse in concorso, non per il suo misconosciuto regista John Krokidas - al suo esordio in un lungometraggio, neanche perché al centro della narrazione ci siano Allen Ginsberg e la Beat Generation. Che piaccia o non piaccia il volano dell'interesse è stato in tutto e per tutto Daniel Radcliffe, l'ex Harry Potter della saga cinematografica tratta dai libri di J. K. Rowling. È lui un Ginsberg ancora imberbe, ancora acerbo e non consapevole di voler cambiare il mondo con la sua penna.

Dal 17 ottobre nelle sale, ecco cinque cose da sapere su Giovani ribelli - Kill Your Darlings.

1) Allen Ginsberg quando non era Allen Gisberg

Krokidas e lo scrittore Austin Bunn, sceneggiatore del film, hanno deciso di guardare la Beat Generation da un punto di vista diverso dal solito, cioè prima che la Beat Generation fosse tale. Hanno evitato di fare un'opera puramente biografica e hanno messo come punto d'arrivo e diga spartiacque del loro racconto l'omicidio di David Kammerer (Michael C. Hall) da parte di Lucien Carr (Dane DeHaan), che ha coinvolto tre grandi poeti della Beat Generation quando ancora non erano tre grandi poeti: Allen Ginsberg (Radcliffe), Jack Kerouac (Jack Huston) e William Burroughs (Ben Foster). Ginsberg è stato scelto come ruolo centrale e la relazione esplosiva tra Kammerer e Carr come punto focale attorno al quale la storia ruota. L'anno narrato è il 1944, quando i quattro protagonisti cercano ancora di capire chi realmente sono, quando Ginsberg sta per compiere 18 anni e Burroughs è trentenne ed entrambi non hanno ancora scritto una parola. Ginsberg non è ancora un vate barbuto della controcultura ma un ragazzino magro, matricola della Columbia University, sedotto da un gruppo di ribelli della letteratura.

2) Prova di maturità di Daniel Radcliffe

Daniel ha ormai 24 anni e ben otto film su Harry Potter alle spalle. Il maghetto gli ha quasi monopolizzato la carriera. Tra un colpo di bacchetta magica e l'altro ha infilato il dramma teatrale Equus (2007), con appassionate scene di nudo, il musical How to Succeed in Business Without Really Trying (2010), l'horror The Woman in Black (2012). Se ce n'era bisogno, però, è probabilmente Giovani ribelli - Kill Your Darlings la sua consacrata prova di maturità. La sua interpretazione ha convinto tutti. Daniel ci mostra un Ginsberg come non siamo abituati a vederlo al cinema, giovane educato e rispettoso che si fa uomo e scopre in sé una forza e un'audacia che gli faranno rompere gli schemi.
"Stavamo stilando un elenco di tutti i grandi attori di età inferiore ai 30" racconta il regista, "e ho avuto uno di quei momenti folli, che ti arrivano nella mente verso mezzanotte, mentre ero disteso sul letto: e se prendessimo Daniel Radcliffe? Perché di base, il personaggio di Allen passa dall'essere il figlio rispettoso, il bravo ragazzo, a un uomo che rivela tutti questi sentimenti e pensieri che ha celato dentro di se per tanto tempo, non essendo in grado di mostrarli al mondo, e alla fine della storia, trova una nuova voce per se stesso. Daniel ha probabilmente così tanto dentro di sé che non ha ancora avuto la possibilità di mostrarlo al mondo e, quindi, interpretare questo personaggio, tanto ricco e sfaccettato, avrebbe sicuramente regalato all'attore questa possibilità".
Radcliffe ha colto al volo l'opportunità e ha dato al suo personaggio un prisma elaborato e naturalissimo di espressività. Nel corso del film Allen matura. All'iniziamo conosciamo un ragazzino sensibile ed entusiasta, lo seguiamo mentre si innamora, mentre si ribella alla metrica vigente, mentre viene deluso... Daniel è perfetto, anche nel trasporto che riproduce la sua sessualità tormentata. Alla fine del film il suo sguardo, vivido e lucente, è cambiato, è più consapevole, è lacerato ma sicuro, è quello di un uomo pronto a sfidare il mondo. 

3) Dane DeHaan, talento magnetico

Già in Come un tuono  (2012) di Derek Cianfrance era impossibile non notarlo: Dane DeHaan buca lo schermo con quei suoi occhi inquieti e magnetici, che sembrano celare dietro un mare in tempesta. Mai scelta poteva essere più giusta per dare corpo al carismatico e tormentato Lucien Carr, un ragazzo in grado di convincere Kerouac, Burroughs e Ginsberg ad avere qualcosa di importante da dire e a ribellarsi contro l'università, contro i genitori e il mondo per creare una rivoluzione culturale.
"Abbiamo provinato quasi ogni giovane attore possibile sotto i 30 anni", dice Krokidas. "C'era un sacco di concorrenza per questo ruolo. Dane DeHaan era stato suggerito dalla nostra casting director Laura Rosenthal e dal mio fidanzato Daniel Gillespie, che è un grande fan di In Treatment. E così, sulla base di queste due raccomandazioni, ho chiesto a Dane un provino registrato. Ed è stato uno di quei momenti in cui, con una registrazione fatta a 3000 miglia di distanza, senza di me, con lui regista di se stesso, in 30 secondi ho visto qualcuno diventare il personaggio che avevo sempre immaginato nella mia testa".
DeHaan è superbo, fragile e ambiguo. Emana una tenerezza ancestrale e pure un insidioso senso di pericolo. L'alchimia che si crea tra lui e Radcliffe è tangibile. Due grandissimi talenti vicini, uno già consacrato, l'altro destinato a cose stupende. 

4) La Beat Generation sotto uno sguardo fresco

La Beat Generation recentemente è stata più volte materia d'interesse al cinema. Nel 2010 i maestri del documentario Rob Epstein e Jeffrey Friedman ci hanno consegnato il buon dramma biografico Urlo (Howl), che ripercorre la gioventù del poeta Allen Ginsberg interpretato da James Franco e il processo per oscenità al poema che dà il titolo al film. Nel 2012 Walter Salles ci ha proposto un debole adattamento del romanzo di Jack Kerouac Sulla strada con On the Road, con Sam Riley, Garrett Hedlund e Kristen Stewart.
Giovani ribelli - Kill Your Darlings ha il pregio di offrirci uno sguardo fresco sul movimento artistico americano degli anni '50 ostinato a distruggere il vecchio e le norme imposte, tra droghe ed eccessi. La chimica tra Radcliffe e DeHaan è palpitante ed è colonna vertebrale della narrazione, ma anche le interpretazioni collaterali sono puntuali. Krokidas dirige con stile e sicurezza appassionata.

5) La critica americana

Interessante è il giudizio della stampa degli Stati Uniti, patria della Beat Generation. Seppur per lo più positivo, ci sono anche diverse voci critiche. Il New York Times  spende buone parole: "Krokidas mostra abilmente come l'ambizione di scrivere è intrecciata ad altri impulsi. L'emergere della vocazione poetica di Allen è quasi una sottotrama in una storia di senso di colpa, lussuria, amicizia e omicidio". Variety ne ha colto il fascino: "Una misteriosa nota in calce della Beat Generation è stata integrata con prestazioni qualificate, una resa visiva cupamente poetica e una riproduzione vivida dell'università degli anni '40". Non del tutto conquistato il New York Observer: "Dalle feste fuori dal campus imbevute di incenso bohémien alla musica di Jo Stafford e delle Andrews Sisters, l'atmosfera del periodo è rievocata con stile. Ma manca qualcosa, una prospettiva chiara".

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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