​Carlo Cracco
Ansa
Lifestyle

Meglio mangiare da Cracco che il canone Rai. Almeno si può scegliere

Lo chef stellato Carlo Cracco è stato al centro di una puntata di Report in cui si rilevavano i prezzi troppo elevati del suo menù. Il popolo social si è schierato a sua difesa.

L’hanno difeso come neanche Perry Mason sarebbe riuscito a fare. Compatti come mai li avevamo visti, durissimi, i social hanno marciato come tank Leopard contro Report, la trasmissione di Rai3 che ha mandato in onda un’inchiesta su Carlo Cracco e il business dell’alta cucina, a cominciare dai prezzi troppo elevati. In Galleria a Milano un tagliolino al ragù e un uovo sono costati ben 72 euro, mentre il prezzo di una bottiglia d’acqua è di otto euro. Il «pueblo unido» non solo non si indigna contro lo chef, ma scatta il polemicone nei confronti della trasmissione televisiva: «Lo scandalo è che dobbiamo pagare per vedere queste cose inutili», «Da Cracco nessuno è obbligato ad andare, invece per questi servizi imbarazzanti il canone Rai lo devi pagare per forza», «Al ristorante può mettere i prezzi che vuole. Oltretutto sono esposti. Polemica capziosa», «Dopo l’inchiesta di Report voglio spendere l’intero canone nel suo locale», «Ma lo sapete che mangiare da Cracco costa più che all’Autogrill? Questo sì che è giornalismo d’inchiesta». Sicuramente il servizio era più complesso e cercava di indagare il rapporto tra cucina, televisione, spingendosi fino al fatturato degli stellati, spesso in perdita. Ma si sa, se c’è una cosa di cui non dovete parlare agli italiani sono le corna (ahimé, mal comune senza mezzo gaudio) e il cibo. Abbiamo fatto diventare in questi anni gli chef divinità assolute. Ormai sappiamo impiattare anche le scaloppine tra i ranuncoli, cucinare «in esterna», marinare pure il petto di piccione. Ogni italiano che si rispetti potrebbe scrivere una tesi di laurea sulla parmigiana di melanzane (fritte o al forno che siano). Allora a questo punto i cuochi non ce li dovete più toccare. Sono una delle poche certezze rimaste. Hoara Borselli twitta: «Ma quale schiaffo alla miseria? Si chiama lusso e da che mondo è mondo c’è chi può andare e chi no. Si chiama libertà di scelta e possibilità economiche». Lotta di classe in nome del ragù? Neanche un po’, anzi al contrario, mentre il cuoco resta nell’Olimpo degli dèi, tutti iniziano a ricordare le fregature prese in locali dove le stelle erano solo quelle del cielo: «A Capodanno una mia amica ha pagato 400 euro in un ristorante sulla riviera romagnola. Questa cosa di scagliarsi periodicamente contro Cracco è ridicola», «Se il suo menù è immorale, invece 18 euro per una carbonara nelle finte osterie di Roma so’ giustissimi, guarda un po’». Oltre mille tweet a supporto del giudice più temuto di sempre a MasterChef. Ma ce n’è uno che ha davvero centrato il problema: «Che poi, i prezzi di Cracco non sono niente in confronto a quelli dell’aeroporto di Fiumicino». Amaramente confermiamo. n

(Terry Marocco) ©riproduzione riservata

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