È morto Ezio Bosso, il pianista che emozionava con musica e parole
Ezio Bosso: Torino, 13 settembre 1971- Bologna, 15 maggio 2020. (Ansa)
Musica

È morto Ezio Bosso, il pianista che emozionava con musica e parole

Il grande pianista si è spento a soli 48 anni. Dal 2011 lottava contro una grave malattia neurodegenerativa

Il mondo della musica piange oggi la scomparsa, a soli 48 anni, di Ezio Bosso, pianista e compositore di talento pari alla sua grande umanità, da tempo affetto da una grave malattia neurodegenerativa. Bosso ha avuto un ruolo di primo piano nella divulgazione musicale degli ultimi anni, non solo italiana ma anche a livello europeo, smantellano la pericolosa convinzione che la musica sinfonica o cameristica, l'orchestra in sé, il repertorio strettamente classico allontanino il pubblico, che si dimostra invece sempre più desideroso di aprirsi alla complessità senza pregiudizi, polverizzando un clichè tanto pericoloso quanto falso.

Sono in molti a pensare che il vincitore di Sanremo 2016, oltre agli Stadio con Un giorno mi dirai, sia stato il pianista torinese. La sua partecipazione al Festival è stata commovente, emozionante, divertente per la sua impareggiabile ironia e, per certi versi, illuminante e rivelatoria: un momento di grande televisione che è rimasto nella memoria collettiva.

Sono bastate, oltre alla luce nei suoi occhi e alla carica emotiva di Bosso, le prime dichiarazioni per conquistare il pubblico in sala e a casa: "Quando inizio i concerti dico 'Ciao', è una parola bellissima. Tutti i giorni andavo al Conservatorio e una signora del mio palazzo mi diceva 'Andrai a Sanremo' e io le rispondevo 'No signora, io non canto". La musica siamo noi. È una fortuna che condividiamo. Ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme."

Ezio Bosso, nato a Torino il 13 settembre 1971, si avvicina alla musica all' età di soli quattro anni grazie a una prozia pianista, ma soprattutto grazie al fratello maggiore che lo indirizza alla sua strada. A sedici anni debutta come solista di in Francia e si esibisce in varie orchestre europee, ma è l'incontro con il maestro Ludwig Streicher che segna la svolta della sua carriera artistica, indirizzandolo a studiare Composizione e Direzione d'Orchestra all'Accademia di Vienna.

Negli anni Novanta si esibisce in alcune delle più importanti stagioni concertistiche internazionali come solista, direttore o in formazioni da camera, salendo sul palco di Royal Festival Hall, Southbank Center London, Sydney Opera House, Palacio de las Bellas Artes di Mexico city, Teatro Colon di Buenos Aires, Carnegie Hall NYC, Teatro Regio di Torino, Houston Symphony e Auditorium Parco della Musica Roma. Dirige alcune delle più importanti orchestre internazionali, come la London Symphony Orchestra, l'Orchestra del Teatro Regio di Torino, l'Orchestra dell'Accademia della Scala, l'Orchestra Filarmonica '900 e l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia per citarne alcune. Vincitore di importanti riconoscimenti come il Syracuse NY Award al Syracuse Film Festival 2008 (New York) per la miglior colonna sonora nel film di Cristiano Bortone Rosso come il cielo o il Green Room Award 2010 in Australia, e di onorificenze istituzionali per il suo impegno come musicista e come uomo come il Nettuno d'oro di Bologna.

La sua musica viene richiesta nella danza dai più importanti coreografi come Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang o Rafael Bonchela, nel teatro da registi come James Thierrèe mentre nel cinema collabora con molti registi italiani. Per Gabriele Salvatores firma le colonne sonore dei film Io non ho paura, Quo Vadis, Baby? e Il ragazzo invisibile. Con una attenzione ai progetti di sostegno sociale, dal 2013 Ezio Bosso è artista residente dell'Opera Barolo (la più antica opera pia d'Italia) dove, tra le altre cose, organizza un progetto unico al mondo il Zusammenmusizieren: far musica insieme, un progetto di cultura per il sociale dove periodicamente si aprono le porte dello studio del musicista nella sede di Palazzo Barolo (Torino) in tre giorni dedicati a lezioni individuali ad ogni tipo di musicista di qualsiasi livello e età, a chiunque voglia suonare con lui e parlare di musica, di sicurezza di sé, di memoria, di tecniche di ascolto di suono e di spazio di tanto altro, ma soprattutto dell'importanza dell'ascolto.

Un'esperienza completamente gratuita aperta anche agli ascoltatori. Bosso si esibisce, in un rapporto quasi simbiotico, con un pianoforte Gran coda Steinway & Son della collezione Bussotti-Fabbrini, appositamente preparato sulle specifiche del Maestro da Piero Azzola, e utilizza uno sgabello versatile e di supporto, chiamato "12" e nato dalla collaborazione con l'architetto Simone Gheduzzi di Diverse Righe Studio. Nell' autunno 2015 esce il suo primo disco solista ufficiale The 12th Room (Egea Music). Registrato a settembre 2015 al Teatro Sociale di Gualtieri (Reggio Emilia), The 12th Room è un concept album composto da due cd: un primo disco con quattro brani inediti e sette di repertorio pianistico, ognuno dei quali vuole rappresentare metaforicamente le fasi che attraversiamo nella vita, e un secondo disco contenente la Sonata No. 1 in Sol Minore che simboleggia la dodicesima stanza.

«Questi brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo – ha raccontato Ezio Bosso - C'è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell'ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare». Gli ultimi anni anni, nonostante il peggioramento dei problemi di salute, sono stati davvero ricchi di impegni per Bosso: il successo del programma musicale da lui ideato Che Storia è la Musica su Rai3 nell'estate del 2019, gli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, la direzione delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l'evento "Grazie Claudio" per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all'Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, fino al sold out all'Arena di Verona, con 14.000 spettatori, dell'11 agosto 2019, con oltre trecento esecutori che hanno fatto risuonare i monumentali Carmina Burana di Carl Orff.

Il 23 agosto 2020 Bosso sarebbe dovuto tornare all'Arena di Verona per eseguire la IX Sinfonia di Beethoven. Una preziosa testimonianza della sua arte è l'album dal vivo Stradivari Festival Chamber Orchestra, pubblicato da Sony Classical nel 2018. La varietà dei repertori - dalla Quinta Sinfonia di Beethoven alla Sinfonia N.9 di Dvorak, l'approfondimento di Rossini fino agli attesi e immancabili ritorni su Ciaikovsky, reso indimenticabile da Trieste e Milano, e il fondamentale Bach - l'impegno a confrontarsi sempre con nuove orchestre, comunità artistica e sociale a cui Bosso è stato devoto in modo quasi religioso per tutta la sua carriera, l'uscita di un album che immediatamente fotografa lo stato dell'arte negli intensi rapporti di amicizia, fratellanza e lunga intesa professionale tra Bosso e i 'suoi' cameristi, rendono l'album straordinariamente ricco e intenso.

Bosso ha presentato il disco con queste bellissime parole: "Una delle cose che la musica mi ha insegnato e regalato, e per cui le sono immensamente grato, e che non si smette mai di imparare e scoprire. Una catena che spinge a trascendere e apprendere; e questa curiosità che ti salva e ti cambia la vita, ogni volta che la sperimenti. Ti obbliga a metterti meravigliosamente in dubbio e quindi in gioco, a essere umile per essere sempre al servizio di un vero mistero; a farti incuriosire qualsiasi cosa accada, ad ascoltare e ascoltarti, a essere pronto a imparare, da tutto e da tutti. La musica non e nata come linguaggio a se stante ma come forma di trascrizione. Anzi la musica e l'unica forma di trascrizione del tutto, dell'universo esistenziale che va dalla scienza alle esperienze umane ed emotive".


In Piazza Maggiore a Bologna durante il concerto per gli ex-studenti dell'Alma Mater Studiorum nel 2015 (Iguana Press/Getty Images)

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