L'album del giorno: Buena vista social club
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L'album del giorno: Buena vista social club

Il disco cubano più venduto di sempre, vincitore di un Grammy Award, ha riunito nel 1997 musicisti tra i settanta e i novant'anni che perpetravano la tradizione del son, del bolero e del cha cha cha

Il Buena Vista Social Club era il nome di un piccolo club dell'Avana, riservato ai neri durante gli anni della dittatura di Fulgencio Batista. Con la vittoria nel 1959 della rivoluzione castrista, che voleva fare tabula rasa del passato e dei suoi simboli, il club fu chiuso nel 1962 insieme a tutti quei luoghi che potevano ritenersi retaggio del vecchio regime. Quasi quarant'anni dopo, un gruppo di all star cubane sono confluite nell'Afro-Cuban All Stars. A produrre l'ensemble è Nick Gold.

All'iniziativa partecipa, in modo rocambolesco, anche il grande chitarrista californiano Ry Cooder, invitato da Gold a registrare una session con due anziani strumentisti del Mali che avrebbero dovuto collaborare con alcuni musicisti cubani. Cooder, una volta arrivato a Cuba, viene a sapere che i due musicisti africani non avevano ottenuto il visto d'ingresso. Il chitarrista e Gold cambiarono così i loro piani e decisero di registrare un album di son cubano con musicisti locali. Un anno dopo l'uscita dell'album, Cooder convinse l'amico Wim Wenders, regista de Il cielo sopra Berlino e di Lisbon Story, a girare il documentario sui super abuelos, i super nonni, musicisti cubani tra i settanta e i novant'anni che perpetravano la tradizione del son, del bolero e del cha cha cha. Sono passati oltre vent'anni dalla sua uscita (1997), ma l'album Buena Vista Social Club, vincitore di un Grammy Award, è ancora oggi il disco cubano più venduto di tutti i tempi, con oltre otto milioni di copie.

Da allora il fenomeno Buena Vista Social Club non solo non è mai tramontato, ma è cresciuto costantemente, portando in centinaia di concerti, rigorosamente sold out, la magia, i colori e i ritmi della musica popolare cubana. La numerosa e scatenata formazione è rimasta nel corso degli anni orfana delle voci di Compay Segundo e di Ibrahim Ferrer, scomparsi nel 2003 e nel 2005, ma non di quella, straordinaria, della quasi novantenne Omara Portuondo, soprannominata "la fidanzata del feeling". Uno dei momenti più emozionanti della pellicola di Wenders (e dell'album) è la sua struggente interpretazione di Silencio, cantata in coppia con il "grande vecchio" Ibrahim Ferrer. Non da menoCandela, Dos Gardenias, Chan Chan e El Cuarto de Tula (quest'ultima amatissima da Barack Obama), canzoni straordinarie e ricche di sentimento che confermano come l'anima profonda e popolare di Cuba, più che nella retorica politica e nel turismo disimpegnato, emerga nei tanti tesori della sua tradizione musicale.

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Gabriele Antonucci