Il Jova Beach Party si chiude a Milano dopo un mare di polemiche
Ansa
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Il Jova Beach Party si chiude a Milano dopo un mare di polemiche

L'aeroporto di Bresso ospiterà sabato l'ultima tappa del fortunato tour dell'artista di Cortona sulle spiagge italiane, che ha diviso in due l'opinione pubblica sull'impatto ambientale degli show

«È una festa vera il Jova Beach Party, qualcosa di incredibile e difficile da raccontare se non si vive, è davvero incredibile. Non sta a me raccontarlo, me lo vivo un giorno alla volta e ogni volta come se fosse la prima volta. C’è il mare, la spiaggia, vengono a trovarci ospiti musicali meravigliosi, c’è cibo buono e una gran bella compagnia e si va avanti dal primo pomeriggio fino a mezzanotte. È una festa, una cosa selvatica e rock’n’roll ed è anche una città che si muove grazie al lavoro di una squadra di quasi mille persone».

Parola di Lorenzo Cherubini, universalmente conosciuto come Jovanotti, a proposito del Jova Beach Party, il suo fortunato tour estivo nelle spiagge italiane che sabato 10 settembre si chiuderà con un grande concerto all'aeroporto di Bresso, "il mare di Milano", come l'ha descritto ironicamente lo stesso artista. Il grande veliero del "pirata" Jovanotti ha navigato nei mari di tutta Italia, passando per Lignano Sabbiadoro, Marina di Ravenna, Aosta, Albenga, Marina di Cerveteri, Barletta, Fermo, Roccella Jonica, Vasto, Castel Volturno e Viareggio, per un totale di 550 mila spettatori. Milano, la città che ha dato fama e successo a Lorenzo, è pronta ad accogliere l'artista di Cortona a partire dalle ore 14. L’area intorno al concerto sarà ZTL e saranno messi a disposizione dei parcheggi nelle zone limitrofe: Parkforfun metterà a disposizione un parcheggio a pagamento a Turoldo e un parcheggio a pagamento a Clerici; ATM metterà a disposizione dei parcheggi a pagamento in corrispondenza delle fermate della metro Bisceglie M1, Lampugnano M1, Famagosta M2, Cascina Gobba M2, San Donato M3, Maciachini M3. Come sempre, gli ospiti della tappa di Milano saranno numerosi e importanti: il duo Ackeejuice Rockers, Baloji, Benny Benassi, Ckrono DJ, Epoque, J.P Bimeni, Nicol, Rkomi e Tananai.

Nessuna scaletta, ma un vero e proprio happening, che inizia nel primo pomeriggio e va avanti fino a tarda sera, nel quale si alterano dj set, concerti, duetti a sorpresa e set acustici, in modo da rendere ogni show diverso dall'altro. Jovanotti è affiancato da anni da un gruppo affiatato, con Saturnino al basso, Riccardo Onori alla chitarra, Christian “Noochie” Rigano alle tastiere, Gianluca Petrella ai fiati, Franco Santarnecchi al piano, Leo di Angilla alle percussioni, Davide Rossi al violino, con Kalifa Kone che suona diversi strumenti. Per ogni tappa, viene allestito un grande villaggio, con una food court interamente dedicata al “Food & Beverage”, in cui le diverse pietanze vengono servite esclusivamente con materiali compostabili, seguendo la filosofia sostenibile del Jova Beach Party. A tal proposito, sono state realizzate delle maxi isole dei rifiuti all’interno del villaggio ed è stata allestita un’area relax con tutti i materiali riciclati e con i pannelli esplicativi del “circolo” della raccolta differenziata. Con l’ultima tappa arriva il dodicesimo obiettivo di Ri-Party-Amo, il grande progetto ambientale nato dalla collaborazione tra il Jova Beach Party, Intesa Sanpaolo e WWF Italia, che ha già raccolto più di 3 milioni di euro per la pulizia e il recupero di 20 milioni di metri quadri di spiagge, fondali e fiumi. Un'attenzione per l'ambiente e per la sostenibilità che, però, è stata contestata quest'estate da alcuni attivisti, secondo i quali il Jova Beach Party ha avuto un impatto negativo sugli ecosistemi e sulla vegetazione di spiagge e aree costiere, poiché secondo loro, per far spazio alle aree adibite ai concerti, sono state spianate dune e sradicate piante, comportando l’impossibilità, per alcune specie di uccelli di nidificare. Secondo un recente studio, ogni bagnante, pur non volendolo, durante una giornata in spiaggia porta via dai 50 ai 100 grammi di spiaggia: una cifra che andrebbe moltiplicata per le circa 30.000/40.000 persone che partecipano a ogni concerto. Sui social sono diventati virali alcuni video di ambientalisti, attivisti e utenti che si sono espressi sull’argomento, mettendo in evidenza le criticità ambientali di eventi così grandi sulle spiagge.

La procura di Lucca ha aperto a fine agosto un fascicolo in seguito all’esposto presentato dal Forum Ambientalista contro lo svolgimento dei due show di Jovanotti che si sono tenuti a Viareggio il 2 e 3 settembre alla spiaggia del Muraglione. Anche il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi ha richiamato l'attenzione, in una lettera su "La Stampa" indirizzata all’artista, sull’impatto dei concerti per l’ambiente. Non si è fatta attendere la risposta di Jovanotti, sempre sulle pagine del quotidiano torinese, che ha difeso la sostenibilità e lo spirito del Jova Beach Party:

«Abbiamo tutti i permessi delle autorità competenti, locali, regionali e nazionali. Un lungo lavoro di monitoraggio e ricerca da parte del WWF nazionale che ha coordinato un team di tecnici ed esperti , ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo. Abbiamo lavorato un anno intero a studiare e poi applicare tutte le soluzioni possibili in quanto a raccolta di rifiuti, eliminazione di materiali non compostabili, pulizia preventiva e successiva agli eventi, perfino le frequenze sonore, attenzione ai dettagli, coinvolgimento del pubblico sui temi della sostenibilità, rispetto delle normative di legge. Io davvero, per quello che ho potuto verificare e fidandomi di gente esperta che ci affianca in questa avventura, non ho niente di cui pentirmi . Ammetto di non avere nessuna autorità in materia, per questo ho chiesto a WWF di affiancarci nel progetto occupandosi di tutte le ricerche e le eventuali criticità». Jovanotti, poi, se l'è presa con le accese polemiche che hanno fatto il giro del web: «Questa rabbia di alcuni profili social verso la nostra festa ha qualcosa che non convince fino in fondo, qualcosa di virale, temo che abbia condizionato anche il suo punto di vista di scienziato. Neanche una delle indagini fatte per verificare se ci fosse qualcosa di vero nelle accuse di alcuni militanti ecologisti ha rilevato nulla di illegale o criticità di nessun tipo». Non sappiamo chi, tra le due parti in causa, abbia ragione, né è il nostro obiettivo quello di schierarci: non ne abbiamo le competenze e non ci interessa farlo. Ci preme giusto sottolineare come sia singolare che quest'estate, tra una guerra ancora in corso all'interno dei confini europei, una pandemia che ancora non è stata debellata e una crisi energetica senza precedenti che rischia di lasciarci quest'inverno senza gas e senza luce, il Jova Beach Party abbia catalizzato l'attenzione mediatica, per motivi quasi esclusivamente extramusicali, con decine di articoli e servizi televisivi sulle polemiche ambientali e i relativi botta e risposta delle persone coinvolte. D'altra parte, questa tendenza a sopravvalutare alcune notizie di costume a scapito di quelle più importanti è stata mirabilmente riassunta da Winston Churchill nell'aforisma «gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio».

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Gabriele Antonucci