halftime show super bowl
(Ansa)
Musica

Nell'halftime Show del Super Bowl ha vinto il vero hip hop

Grande entusiasmo per le performance di Snoop Dogg, Mary J.Blige, 50 Cent, Kendrick Lamar, Eminem e soprattutto di Dr.Dre, la mente dietro tutti i brani eseguiti ieri al SoFi Stadium di Inglewood

Mentre i favoritissimi Los Angeles Rams hanno battuto 23-20 i Cincinnati Bengals in casa, al SoFi Stadium di Inglewood, il grande hip hop, soprattutto quello degli anni Novanta e di inizio Duemila, ha trionfato nei 15 minuti dell'Halftime Show, uno dei migliori spettacoli musicali degli ultimi anni. Il vero vincitore dello straordinario spettacolo di stanotte è stato Dr.Dre, la geniale mente dietro a tutte le hit che abbiamo ascoltato (condensate in un quarto d'ora), che ha visto alternarsi sullo stesso palco una parata di stelle dell'hip hop americano: Snoop Dogg, Mary J.Blige, 50 Cent (a sorpresa), il Premio Pultizer del 2018 Kendrick Lamar, Eminem e, naturalmente, lo stesso Dr.Dre, nel doppio ruolo di performer e produttore.

Gli esordi discografici di Andre Young (il vero nome di Dr.Dre) risalgono a Straight Outta Compton del 1988, pietra miliare del gangsta rap, che per primo ha definito gli stilemi del sound West Coast, caratterizzato da ritmiche più morbide rispetto all'East Coast, ma da rime ugualmente taglienti. Dr.Dre non solo ha realizzato in prima persona tre album fondamentali per gli amanti del rap, The Chronic del 1992, 2001 del 1999 e Compton del 2015, ma ha anche prodotto i dischi di maggior successo di Snoop Dogg, Eminem e 50 Cent. Lo show di stanotte ha ribadito la supremazia del classic rap sulla lugubre e monotona trap, rispetto alla quale ha una maggiore caratura artistica e radici ben più solide.

Un movimento nato alla fine degli anni Sessanta nei ghetti di New York, dove centinaia di persone si radunavano nei “Block Party”, feste di quartiere nelle quali i dj non si limitavano a mettere i dischi ma impugnavano il microfono per lanciare messaggi a ritmo di musica. Nasce così il rap, anche se qualcuno ne riconduce la nascita ancora prima, alle poesie di strada di gruppi come i Last Poets o addirittura alle canzoni di James Brown, che non a caso è il punto di riferimento di ogni rapper che si rispetti. Nel 1979 esce il disco Rapper’s delight della Sugarhill Gang, il primo successo della storia dell’hip hop, in cui viene campionata la base di Good Times degli Chic, scatenando polemiche e battaglie legali. Nel 1986 l’album Raising Hell dei Run Dmc è il primo disco rap a superare il milione di copie, trascinato anche dal singolo Walk this way in cui i giovani rapper del Queens duettano con gli Aerosmith.

Gli anni Novanta vedono l’affermarsi del cosiddetto “gangsta rap”, un filone che esalta criminalità e sparatorie, purtroppo non solo verbalmente, come hanno dimostrato le tragiche morti di 2Pac nel 1996 e di Notorious B.I.G nel 1997, due dei migliori “maestri di cerimonia”. Un periodo florido, sia dal punto di vista artistico che commerciale, di cui ieri sono state riproposte le hit The Next Episode e Still D.R.E, due tra le migliori collaborazioni tra Dr. Dre e Snoop Dogg (che ha dato l'ennesimo dimostrazione di stile nel suo inconfondibile modo rilassato di rappare), e l'inno generazionale California Love, senza, però, l'atteso ologramma del compianto 2Pac.

Mary J.Blige, l'unica cantante donna ospite ieri sera, ha mostrato le due anime della sua musica nell'irresistibile Family Affair e nella dolorosa No More Drama, confermandosi come una delle più belle voci di sempre dell'R&B. Un boato ha accolto l'esibizione a sorpresa di 50 Cent, che si è presentato sul palco appeso a testa in giù, esattamente come nel video cult di In Da Club, la party song perfetta, che ha interpretato ieri con la consueta sicurezza. Il migliore performer, ma non è certo una novità, è stato Kendrick Lamar, che ha incantato per la sua febbrile esecuzione di Alright, grazie anche alla suggestiva coreografia realizzata insieme ai ballerini, una canzone intrisa di consapevolezza e di orgoglio. Molto applaudita anche Lose yourself di Eminem (accompagnato da una superband dove figurava anche Anderson.Paak alla batteria), canzone giustamente premiata con un Oscar nel 2003, di cui resta memorabile l'introduzione parlata: «Allora, se tu avessi un solo colpo/ l'opportunità di avere tutto quello che hai sempre voluto/ un momento/ lo prenderesti al volo o lo lasceresti scivolare via?».

Gran finale con l'inconfondibile riff di pianoforte di Still D.R.E, una delle più grandi canzoni rap di sempre con la sua base saltellante, suonato al piano da Dr.Dre per qualche secondo, prima di impugnare il microfono per duettare con l'amico Snoop Dogg. Grandi applausi per tutti e la sensazione di aver assistito a una delle più grandi performance nella storia del Superbowl, che ha storicizzato, davanti a centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, l'importanza centrale dell'hip hop, quello vero, fatto di parole, ritmo, sudore e messaggio, all'interno della musica di oggi.

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Gabriele Antonucci