Fiorella Mannoia: «Dobbiamo ricominciare da noi per non ritrovarci "Padroni di niente"»
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Fiorella Mannoia: «Dobbiamo ricominciare da noi per non ritrovarci "Padroni di niente"»

Il nuovo album della cantante romana, la cui copertina è ispirata dal "Viandante sul mare di nebbia" di Friedrich, è stato composto durante il primo lockdown

Da oggi è disponibile in cd e digitale (per il vinile bisognerà aspettare il 20 novembre) Padroni di niente, il nuovo album di Fiorella Mannoia. Le otto canzoni inedite che lo compongono sono figlie del primo lockdown, ispirate da pensieri e riflessioni scaturiti da un evento eccezionale e fuori da ogni previsione, evento che nessuno avrebbe mai pensato o immaginato di poter vivere. Così, Fiorella, attraverso le canzoni che canta e le storie che racconta, pone l'attenzione sull'uomo e sulla nostra "umanità", quella da cui bisognerebbe ripartire per non ritrovarci, appunto, Padroni di niente.

Non mancano i sentimenti, gli amori, come quello premuroso tra madre e figlia, e ovviamente l'invito a non smettere mai di sognare, come unica ed eterna speranza per andare avanti. Emblematica anche la copertina dell'album, ispirata al celebre quadro Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich, che ritrae un "viandante", in questo caso Fiorella, mentre osserva la propria civiltà, ci si specchia dentro e riflette su tutto il bello e il brutto che l'uomo ha costruito. Come nel precedente disco Personale, anche in Padroni di niente torna la formula della "canzone sospesa". Fiorella, infatti anche questa volta, decide di condividere il proprio spazio con un'artista emergente, in questo caso si tratta della cantautrice Oliva XX (all'anagrafe Arianna Silvestri), che duetta con lei nell'emozionante Solo una figlia. Tanti gli artisti che hanno affiancato Fiorella in questa nuova avventura, tra cui Amara, Bungaro e Simone Cristicchi.

L'album è stato anticipato in radio dal singolo Chissà da dove arriva una canzone, brano scritto per Fiorella da Ultimo, il cantautore più amato delle nuove generazioni. Da maggio 2021, Covid-19 permettendo, partirà il Padroni di niente tour, dodici concerti per incontrare di nuovo il suo pubblico il pubblico e presentare live il nuovo album, prodotti e organizzato da Friends & Partners, i cui biglietti sono disponibili in prevendita su TicketOne.it e nei punti vendita e prevendite abituali.

«Noi dobbiamo ripartire, anche da maggio», afferma con forza Fiorella nell'incontro con la stampa via Zoom. «Con il mio staff ci siamo domandati più volte se fosse giusto fare uscire l'album adesso, ma penso che possa essere una forma di resistenza. Adesso non ci sono spazi tv per promuoverli, dobbiamo ripartire dai teatri, anche con una capienza dimezzata. Nessuno ci vieta di aiutare i lavoratori dello spettacolo, anche mettendo noi in prima persona i soldi dentro ai fondi per sostenerli». All'artista non è piaciuto come il clima sociale e il modo di reagire alle difficoltà, dal primo lockdown di primavera al lockdown "light" di questi giorni, siano completamente cambiati. «Questo album è stato concepito durante il primo lockdown, quando eravamo tutti chiusi in casa, i pensieri volavano altri, ci interrogavamo tutti sul senso della nostra vita e su dove stavamo andando. Allora si parlava addirittura di un "nuovo umanesimo", che mettesse al centro l'uomo a scapito del profitto, la natura si era ripresa i suoi spazi, si avvertiva una coesione di popolo, cantavamo insieme dalle finestre e non vedevamo l'ora di riabbracciarci. Adesso, pochi mesi dopo, siamo tornati esattamente come prima, se non peggio».

A Fiorella, cantante coraggiosa che non ha mai avuto paura di parlare esplicitamente di temi politici, non è piaciuto come il governo giallorosso abbia trattato negli ultimi mesi la cultura, a partire dall'infelice frase di Conte sui "nostri artisti che ci fanno tanto divertire". «Purtroppo c'è ancora oggi la percezione che con la cultura non si mangia, una china che in Italia non si è mai fermata. La musica "leggera", il cinema e la letteratura hanno aiutato generazioni intere a crescere, ragionare e a sviluppare un pensiero critico. A me, ad esempio, è successo con le canzoni di De Gregori e De André. I bauli in piazza hanno avuto serietà, rigore e senso del dovere, questa gente va tutelata, perché è pericolo far passare il pensiero che si può fare a meno della cultura, che è essenziale come il pane che mangiamo». Riguardo alle collaborazioni del nuovo disco, l'artista romana è molto soddisfatta dei brani realizzati con Ultimo e Amara. «Ultimo è uno dei pochi, delle nuove generazioni, in grado di scrivere canzoni che arrivano al cuore, alla testa e ai piedi, mettendo d'accordo tutti, perché una buona canzone mette d'accordo tutti. Con Amara siamo ormai una coppia, ci scambiamo continuamente opinioni e ci vediamo quando possiamo, passiamo ore al telefono e così, dai nostri racconti e dalle nostre riflessioni, vengono fuori le canzoni».

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Gabriele Antonucci