Duran Duran
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Musica

Duran Duran: come si esce vivi dagli anni Ottanta

Intervista a John Taylor e Nick Rhodes, che si esibiranno il 23 giugno al Lido di Camaiore per il festival La Prima Estate. A fine anno la band inglese sarà introdotta nella prestigiosa Rock and Roll Hall of Fame

«Non si esce vivi dagli anni Ottanta», ripete come un mantra Manuel Agnelli in una delle canzoni più famose degli Afterhours. Chi, in realtà, non solo è uscito vivo dagli anni Ottanta, ma ha anche continuato a macinare successi fino ai giorni nostri sono i Duran Duran, una delle band più importanti nella storia del pop inglese, che a fine anno entreranno a far parte ufficialmente della prestigiosa Rock and Roll Hall of Fame, uno dei maggiori riconoscimenti per un gruppo con almeno 25 anni di carriera discografica. Una delle maggiori sfide, per artisti con diversi lustri di carriera alle spalle, è quella di rinnovare il sound delle proprie canzoni senza scontentare troppo i fan della prima ora, conquistati da un determinato stile musicale. Una sfida superata brillantemente dai Duran Duran nei loro ultimi due album Paper Gods (2015) e Future Past (2021), ricchi di canzoni riuscite e di collaborazioni illustri (Nile Rodgers, Mark Ronson, Janelle Monae, Giorgio Moroder, Graham Coxon).

La band inglese, il cui nome è ispirato al cattivo del film cult Barbarella, dopo aver creato canzoni che sono veri e propri inni generazionali (Wild boys, Hungry like the wolf, The reflex, Notorius, Rio e Save a prayer, solo per citarne alcune), non si è adagiata sul suo glorioso passato, crescendo anno dopo anno come live band e pubblicando costantemente nuova musica. Chi è già stato a un loro concerto, sa bene come il live sia la dimensione privilegiata per Simon Le Bon, Nick Rhodes, John e Roger Taylor, un gruppo di grandi professionisti che sanno come far divertire i loro fan con uno show impeccabile sia dal punto di vista musicale che scenografico. Per questo il loro unico concerto italiano estivo del 23 giugno al Parco Bussoladomani del Lido di Camaiore, nell'ambito del festival La Prima Estate(che vanta come headliner anche Anderson.Paak, The National, Bonobo, Jamie XX e Kaytranada), è un appuntamento da non perdere per gli appassionati del pop-rock di qualità. «Suoneremo diversi brani dall'album Rio, ma anche alcune canzoni da Future Past», ha raccontato il bassista John Taylor in una piacevole chiacchierata via Zoom con la stampa italiana. «Ogni show in Italia è per noi un po' speciale, ci avete sempre accolto con grande affetto nel corso di tutta la nostra carriera. Siamo convinti che il vostro pubblico non voglia solo ascoltare vecchie canzoni, ma sia più appagato quando ascolta qualcosa di nuovo. Il concerto non è solo una retrospettiva e sia io che Nick vogliamo dimostrare di essere ancora in piena attività creativa». «Quando si tratta di una band come la nostra, con tanti anni di storia alle spalle, qualcuno del pubblico vuole ascoltare quella canzone e qualcun altro magari quell’altro brano», spiega il tastierista Nick Rhodes. «Noi, in quanto artisti, dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Siamo fortunati ad avere così tante canzoni conosciute, ma anche per aver appena pubblicato un nuovo album dopo oltre quarant’anni di carriera».

Prima del concerto dei Duran Duran, sul palco di Camaiore ci sarà l'attesa reunion dei Bluvertigo dopo anni di progetti solisti. «Abbiamo fatto diverse cose con Morgan (n.d.r. è lui che introduce la versione italiana del docufilm di David Lynch Duran Duran: Unstaged) e ci è capitato alcune volte di incontrare i Bluvertigo», ha raccontato Nick Rhodes. «Non vedo l’ora di ascoltarli dal vivo e sono curioso di ascoltare anche gli altri artisti italiani nella line up del festival». Tra gli artisti italiani, i Duran apprezzano particolarmente i Måneskin. «Sono un grande fan di Måneskin», sottolinea John Taylor. «Apprezzo il fatto che tutti i componenti abbiano caratteri molto forti. Stanno portando la cultura pop italiana contemporanea in giro per il mondo, in una maniera molto positiva. Penso che siano il gruppo più forte emerso dal pop italiano da un bel po' di tempo». A proposito del segreto della loro longevità come band, Rhodes ha risposto: «Dopo tutti questi anni, lavoriamo ancora nello stesso modo: ci troviamo tutti insieme in studio e facciamo sempre del nostro meglio. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e il successo di un disco o di una performance dipende dall'essere sempre una squadra. Ci rispettiamo a vicenda e lavoriamo sodo insieme: per questo non ci siamo mai fermati e siamo ancora qui a parlare con voi».

Nella loro ricca discografia, ricopre un ruolo speciale l'album Rio, che ha da poco tagliato il traguardo dei 40 anni. «Rio è probabilmente il nostro album più importante, quello che ha portato la musica dei Duran Duran in tutto il mondo», ha spiegato John Taylor. «Penso che Rioesemplifichi perfettamente la chimica della band: quando ascolti quel disco, puoi capire ciò che ha reso i Duran Duran quello che sono». Dopo aver suonato il 4 giugno per il Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II, con un applauditissimo set di dieci minuti, i Duran stanno già pensando alla loro esibizione per l'introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame. «Non appena abbiamo ricevuto la notizia dell'introduzione, dopo aver esultato, abbiamo iniziato immediatamente a immaginare la nostra performance, una delle cose più eccitanti dell'entrare nella Rock and Roll Hall of Fame. Faremo un mix dei nostri più grandi successi con alcuni brani più recenti, in modo da mostrare la nostra evoluzione musicale». «Warren Cuccurullo e Andy Taylor (n.d.r. storici chitarristi del gruppo) saliranno sul palco insieme a noi», ha dichiarato Nick Rhodes. «Meritano di esserci perché sono stati una parte importante della storia dei Duran e hanno scritto con noi alcune tra le canzoni più famose. Resta solo da capire, in base al tempo che avremo a disposizione, come far funzionare musicalmente il tutto». Gli ultimi due anni, tra pandemia e guerra, sono stati molto duri per tutti, ma i Duran non amano fare proclami politici, ma solo parlare attraverso la loro musica.

«Quando sei un artista, fai inevitabilmente delle scelte sul come presentare te stesso o il tuo gruppo», spiega Rhodes. «Come Duran Duran abbiamo preso la decisione, fin dall'inizio, di essere apolitici, benché ciascuno di noi ha le sue opinioni, anche forti, sulle cose che accadono nel mondo in questo momento. Ci sono molti altri artisti che fanno canzoni più politiche e non è affatto una cosa sbagliata, alcuni di loro sono fantastici e li stimiamo molto. Ma io penso che la politica debba essere per i politici e debba rispondere a scelte personali». «Penso che il nostro scopo come band, ma anche come cantautori e artisti, sia sempre stato quello di unire le persone e di risollevare il morale», gli fa eco John. «Un concerto dal vivo è un'occasione speciale in cui le persone si uniscono e, indipendentemente dalle loro idee politiche o dalle loro convinzioni, si ritrovano da tutte le parti del mondo per cantare e per ballare insieme. Siamo orgogliosi delle persone che vengono ai nostri concerti ed è bellissimo vederli mentre si divertono. Solo stando insieme si possono trovare delle soluzioni, mentre, se ci dividiamo, è tutto inutile».

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Gabriele Antonucci