L'album del giorno: Guns N'Roses, Appetite for destruction
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L'album del giorno: Guns N'Roses, Appetite for destruction

Uno degli ultimi grandi dischi di vero rock and roll, un classico senza tempo

Quando Appetite for Destruction arrivò nei negozi il 21 luglio del 1987 la reazione fu piuttosto tiepida. Non furono in molti a rendersi conto del potenziale di un album che viaggia intorno a trenta milioni di copie e che da più di trent'anni resiste stabilmente nella Top 10 dei dischi più venduti di sempre negli Stati Uniti.

Un classico senza tempo, dunque, che non a caso occupa ancora oggi gran parte dei concerti dell'infinito Reuonion Tour. Pubblicato ai tempi del boom del glam rock in salsa metal e dell'hard rock da FM, Appetite for Destruction ebbe il merito di distinguersi completamente da quell'approccio sonoro. Il mondo dei Guns era un concentrato di hard rock, riff heavy e blues. Il tutto condito da un'attitudine wild and punk che scorre sottotraccia lungo i brani del disco.


Guns N' Roses - Welcome To The Junglewww.youtube.com


Insomma, un mix travolgente, così come è travolgente la qualità del sonwriting. Basti citare Welcome to the Jungle o Paradise City, senza dimenticare Nightrain, Sweet Child o'Mine e Rocket Queen. I Guns, a differenza dei loro colleghi glam and sexy di Los Angeles e dintorni, erano pura adrenalina, gli eredi naturali di qualcosa che veniva da lontano. Nelle canzoni del loro primo album ci sono le vibrazioni degli Stones più selvaggi, l'eredità degli Aerosmith, la sfrontatezza dei New York Dolls e una manciata dello spirito anarchico dei Sex Pistols.

In definitiva, alla fine degli anni Ottanta, Axl, Slash, Duff, Izzy e Steven erano il volto migliore della scena rock, suonavano genuini e senza compromessi. Fu un lampo di genio e follia che iniziò a spegnersi in fretta a causa dei cambi di formazione e con il secondo doppio album, Use your illusion, che pur contenendo le epocali November rain, Civil War e Coma, non poteva competere con il suo predecessore. Perché, come saggiamente dice Neil Young, «It's better to burn out than to fade away». È meglio bruciare che spegnersi lentamente...

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Gianni Poglio