internet profumo
Imagineering Institute/Youtube
Tecnologia

2020: la nuova internet sarà profumata

C'è chi ha inventato un cavetto che invia segnali al cervello mentre visitiamo siti web specifici, per farci sentire l'odore della rete

Immaginate di navigare sul portale di una torrefazione, oppure di una pasticceria. Tra una pagina e l’altra si avverte l’odore di caffè o di vaniglia. Un sogno, certo, ma ancora per poco.

Un team di ricercatori in Malesia ha infatti sviluppato un accessorio, da collegare al computer e al proprio naso, capace di inviare piccoli stimoli elettrici al cervello, con l’obiettivo di attivare l’olfatto. Il processo che Kasun Karunanayaka e il suo gruppo vogliono ricreare è lo stesso che permette, quando dormiamo, di sentire un profumo, avvertire la presenza di un’essenza, sebbene non vi sia nulla di concreto e reale, nel senso di tangibile.

Come ci sono riusciti

Gli scienziati dell'Imagineering Institute sono alla ricerca di quello che chiamano una internet multisensoriale, basata su studi scientifici ben precisi. Una certa letteratura era già possibilista sul fatto che le persone potessero percepire gli odori attraverso la stimolazione elettrica. Tramite un percorso di testing senza alcun impatto sulle persone, Karunanayaka e soci hanno cambiato quantità e frequenza della corrente per giungere a una modulazione perfetta, in grado di restituire risultati lodevoli sotto il profilo della qualità profumo.

Tonalità olfattive

Nella pratica, ad ogni frequenza elettrica, i ricercatori hanno fatto corrispondere una certa tonalità di odore. Ovviamente non si può ottenere nulla di così specifico e particolare ma, secondo i soggetti scelti per l’esperimento, è possibile distinguere chiaramente tra fragranze dolci, acide, fruttate, vicine alla menta, persino al legno.

Tecnica innovativa

Se il concetto di trasferire l'odore non è del tutto nuovo, la maggior parte dei tentativi precedenti utilizzava cartucce chimiche che si attaccavano a computer o telefoni per diffondere gli aromi. In quei casi, il funzionamento era abbastanza analogico: un’azione sul dispositivo principale azionava lo spruzzo, che diffondeva il profumo nell’aria.

Qui la questione è diversa, visto che al posto di accessori ingombranti vi è semplicemente un cavetto che, inserito nella narice, aziona gli elettrodi del bulbo olfattivo, così da creare eccitazione dei nervi, raggiungere il sistema limbico (che gestisce varie strutture del cervello) e restituire la percezione della fragranza.

Un po' invasiva

La punta del cavo ha una minuscola fotocamera e una serie di elettrodi d'argento con i quali i ricercatori hanno cercato di raggiungere il più possibile le cavità, senza infastidire i soggetti. È bastato portare gli elettrodi a contatto con le cellule sensibili della pelle del naso, posizionati a sette centimetri dalle narici. Normalmente, percepiamo gli odori quando queste stesse cellule vengono stimolate da composti chimici, che inviano il dato al cervello attraverso il nervo olfattivo. La scoperta è stata dare alle cellule una scarica elettrica che attiva segnali simili a quelli inviati al sistema limbico a seguito di un vero odore avvertito nell’aria, che poi torna indieto come informazione su ciò che rappresenta.

Gadget per lo smartphone

Cosa c’entra tutto questo con internet? Collegare le diverse frequenze a tipologie di siti web differenti non è difficile. Riprendendo il punto iniziale: si potrebbe impostare una certa scarica relativa a fragranze dolci, mentre si naviga su portali pertinenti o, perché no, aprire il mercato al mondo dei videogame, dove le cose si farebbero certamente più interessanti.

Qualche anno fa aveva provato a fare qualcosa di simile Scenteee, startup giapponese che aveva realizzato un profumatore da agganciare al telefonino e da usare durante i film o per alcune app. Ad esempio la sveglia, al mattino, emetteva odore di caffè, per agevolare la ripresa. Il successo non è arrivato, forse proprio a causa del doversi portare dietro un oggetto in più. Quando la tecnologia lo permetterà, tutto potrà ridursi a un cavetto, da tenere assieme al caricabatterie del telefono.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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