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Tecnologia

Huawei P40 Pro e Pro+, i nuovi record della fotografia su smartphone

Quattro e cinque sensori sul retro dei due ultimi modelli di punta, che promettono prestazioni senza precedenti anche con i video. E dal display sparisce la cornice. Prezzi, disponibilità e tutte le cose da sapere

Sì, avete letto bene. Il P40 Pro, il nuovo top di gamma targato Huawei, ha un fratello maggiore, il P40 Pro+. Non cambiano le dotazioni tecniche, né lo schermo che, su entrambi, sembra tuffarsi sui quattro lati cancellando le cornici e dando un effetto d'infinito davvero pregevole.

Muta il retro, quello del Pro+ è in ceramica, quello del Pro con finiture in vetro lucido. E varia il numero delle fotocamere sul retro: quattro in un caso, cinque nell'altro. «Entrambi garantiscono una resa delle immagini mai vista prima su uno smartphone. E anche le riprese video sono di primissimo livello» spiega a Panorama.itPier Giorgio Furcas, deputy general manager di Huawei CBG Italia. «Il P40 Pro+» aggiunge Furcas «è il nostro flagship del flagship. Si rivolge a chi ha una dimestichezza superiore con la fotografia e cerca ancora qualcosa di più. Il P40 Pro, invece, parla a un pubblico più vasto. Riassume l'eccellenza di quello che la nostra intelligenza artificiale può fare per garantire scatti di grande pregio, con il minimo sforzo».

Huawei P40 Pro, le cose da sapere

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Il display è un Oled da 6,58 pollici a 90 Hz. L'audio esce direttamente dallo schermo, così è più vasta la superficie uditiva e aumenta la privacy per le chiamate.

Scendendo nei dettagli, il P40 Pro ha una fotocamera principale da 50 megapixel, con un sensore studiato per assorbire molta più luce. Il 200 per cento in più rispetto al prodotto precedente. È l'occhio al centro. In alto ce n'è uno da 40 megapixel ultra grandangolare e ottimizzato per i video (registrabili in 4K), la terza fotocamera è la periscopica da 12 megapixel con uno zoom ottico 5x, la quarta sovrintende alla profondità. Tutto il pacchetto provvede a uno zoom digitale fino a 50x stabilizzato, dunque anche tirandolo al massimo la promessa è di sgranature ed effetto tremolio ridotti al minimo.

Huawei ripete la sua filosofia allo sfinimento: combinare semplicità e qualità per liberare la creatività. Di chiunque, smanettoni e non. Perciò, con il suo ultimo smartphone, insiste su alcuni punti: tutta la foto è ottimizzata dall'intelligenza artificiale, non solo il soggetto al centro. Così se vogliamo ritagliare un dettaglio, estrarne un particolare, sarà comunque nitido. Per esempio, nello scatto di un paesaggio, isolando una spiaggia in basso a destra o degli alberi sulla sinistra, sembreranno loro l'immagine principale. Un po' come avere tante foto in una. E anche lo zoom si fa intelligente: se a un concerto stringo sul cantante sul palco, i microfoni si concentreranno sulla sua voce, non su quella del vicino di posto che, stonando, sta stonando il ritornello del brano.

Huawei prende tutto questo e lo trasferisce nel P40 Pro+, con un ulteriore salto di livello. Le fotocamere sono per l'appunto cinque. La differenza fondamentale è la presenza di due zoom ottici, uno da 10x e l'altro tra 3x. Coordinandosi, generano un doppio beneficio: fanno entrare un sacco di luce, non mortificano l'immagine anche se stiamo stringendo con l'inquadratura. E sappiamo quanto per molti telefoni sia la regola perdere di brillantezza se si avvicina un dettaglio. A conti fatti, nel top del top di gamma lo zoom digitale stabilizzato arriva a 100x.

Tutto è frutto dell'alleanza sempre più solida con Leica: «Da quando abbiamo avviato la nostra partnership con loro» commenta Furcas «stiamo cercando di dare ai nostri clienti sempre qualcosa di più. Accanto alla tecnologia, lavoriamo molto sul design. L'assenza di bordi anche sul lato superiore e inferiore, oltre che a destra e sinistra, è un guadagno sulla percezione complessiva della bellezza del prodotto». A completare la famiglia, c'è il P40, le cui caratteristiche sono riassunte nella gallery sopra.

Tutti e tre gli smartphone hanno la nuova versione dell'Emui 10.1 più quella open source di Android 10. Significa niente servizi Google preinstallati, ma l'accesso garantito alle principali applicazioni che usiamo tutti i giorni, dai social network ai servizi per lo streaming. AppGallery, il negozio di app proprietario della casa cinese, è in perenne espansione, di software e di utenti. Ed esistono altri store legali paralleli, come APKPure. Ne abbiamo sperimentato l'efficacia nella nostra prova del Mate 30 Pro.

«Il progetto di costruire un ecosistema» dice Furcas «non è nuovo. È iniziato dieci anni fa. Il ban deciso dagli Stati Uniti ha solo consolidato la nostra piattaforma digitale. Al cliente vogliamo dare una soddisfazione in linea con quello che trova sul mercato». Perciò, accanto alla piattaforma Huawei Video, già disponibile con vari contenuti locali a internazionali, ecco Huawei Music, con 50 milioni di brani in alta qualità da ascoltare in streaming. Significa 300 anni di riproduzione continua. E i primi tre mesi sono gratis.

A differenza di altre novità di brand concorrenti che arriveranno più avanti sul mercato, P40 e P40 Pro sono disponibili quasi subito. In piena emergenza coronavirus: «Le aspettative sono comunque positive. In questo momento si è ridimensionata la propensione al consumo degli smartphone rispetto ad altri prodotti utili per lo smart working come i tablet e i pc, che noi comunque abbiamo in gamma e ci stanno dando importanti soddisfazioni. Fanno parte a loro volta del nostro ecosistema in continuo allargamento, che dà a chi lo sceglie un'esperienza complessiva di qualità».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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