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Marco Morello
Tecnologia

Huawei risponde a Samsung con il Mate X, telefono pieghevole con il 5G

Svelato a Barcellona uno smartphone con un display flessibile esterno che si appiattisce per formare un tablet. Costerà 2.299 euro

da Barcellona

La prima cosa che salta agli occhi guardando il Mate X, il telefono pieghevole appena svelato da Huawei al Mobile World Congress, è la sua voglia di normalità. Il lato davanti è uno schermo da 6,6 pollici, dalla cornice minima, con cui interagire come con un qualsiasi smartphone. Senza che nulla, dalla prospettiva frontale, suggerisca i prodigi che il dispositivo custodisce e nasconde. Sul retro si accede a un secondo schermo, da 6,38 pollici, accanto a una tripla fotocamera con flash realizzata come ormai da tradizione con Leica. È con un rapido e intuitivo movimento da dentro verso fuori, come girare la pagina di un libro tenuto dalla rilegatura, come aprire nell’esatto centro una rivista, che gli schermi s’incontrano e il Mate X può diventare un altro oggetto. Trasformarsi in un tablet da 8 pollici.

Un display in due

Huawei sceglie una strada diversa rispetto a Samsung, che solo pochi giorni fa ha svelato al mondo il suo Fold: il grande display non è nascosto, non è la perla di una conchiglia chiusa. Ma è subito a portata di tocco, sia sul lato frontale che su quello posteriore. In verità, pare fin troppo ovvio ma è bene sottolinearlo, si percepisce come un solo display ripiegato in due. Da usare per esempio, in modalità sandwich, per scattare una foto a una persona, mentre quella si rimira in tempo reale sull’altro display per darsi gli ultimi ritocchi. Oppure, sfruttando lo schermo più piccolo, quello con il tris di fotocamere sul fianco, per selfie di qualità, visto che si adoperano i sensori principali e non quelli incastrati in una tacca. Mentre il Fold moltiplica il posizionamento delle fotocamere, Huawei sceglie di concentrarle in un punto soltanto. Il telefono costerà 2.299 euro, sarà disponibile all'incirca a giugno, avrà 8 giga di ram e uno spazio di archiviazione pari a 512 giga.

Quanto è grosso

Quando è piegato, raggiunge gli 11 millimetri di spessore. Sei in meno della concorrenza. Realisticamente, sta nella tasca interna di una giacca, senza problemi in una borsa. In quella di un paio di pantaloni, potrebbe, a patto che non siano strettissimi (per dare un termine di paragone, il Huawei Mate 20 Pro si ferma 8,6 millimetri). È in modalità tablet che lo spessore scende a 5,4 millimetri, 0,5 in meno dell’iPad Pro. Ma come va tenuto quando è aperto? Gli ingegneri dell’azienda hanno lavorato affinché sia confortevole reggerlo con una mano sola creando un’impugnatura ad hoc sul retro. Così è possibile vedere un video in piedi in metropolitana o leggere un libro aggrappati alla maniglia di un autobus, regalando agli occhi un campo visivo a oggi impossibile per uno smartphone.

Da smartphone a tablet

Il passaggio da una modalità all’altra avviene tramite la rotazione di una cerniera che, con qualche licenza poetica, è stata paragonata a un’ala di un falco (dentro ci sono 100 componenti, progettarlo ha richiesto tre anni di lavoro ingegneristico). Samsung ha scelto il battito di una più delicata farfalla. Comunque, che siano insetti o predatori pennuti, l’apertura alare è il concetto che stringe meglio il funzionamento di questa nuova categoria di prodotti.

Il turbo del 5G

La formula scelta dalla casa cinese per raccontare il suo prossimo fiore all’occhiello, è quasi uno scioglilingua, ma ne racchiude l’altra caratteristica fondante. Si tratta del telefono pieghevole più sottile e veloce al mondo, perché accanto al processore Kirin 980, c’è il modem chip Balong 5000. Nomi e numeri a parte, significa che viaggia in 5G, la rete mobile di nuova e ormai imminentissima generazione. Il Mate X arriva a scaricare dati a una velocità di picco di 4,6 gbps: può prelevare dal web un film da un giga in circa 3 secondi. Nemmeno il tempo di accorgersene, di premere play, che il contenuto è già tutto precipitato in memoria. È un fulmine che schizza fino a 10 volte più rapidamente del già guizzante 4G.

Ricarica rapidissima

Il sensore dell’impronta digitale è stato messo sul tasto d’accensione su un lato, in una posizione tutto sommato comoda. La batteria è da 4.500 mAh, non troppo di più del Mate 20 Pro che si ferma a 4.200. E si ricarica in modo davvero rapido: basta mezz’ora di attesa per ritornare all’85 per cento. Il tempo di cambiarsi in hotel durante un viaggio di lavoro, un pit stop alla scrivania tra una riunione e l’altra oppure l’attesa di un imbarco al gate e l’autonomia è di nuovo integra o quasi.

Casi pratici

Huawei, durante la presentazione di Barcellona, ha mostrato un po’ di casistiche in cui un telefono pieghevole torna utile, soprattutto quando lo si trasforma in una manciata di secondi in un tablet. Si possono scattare foto con un mirino extra large da 8 pollici, per esempio. E prima di storcere il naso, di gridare all’improbabile, pensiamo a quanti turisti vediamo immortalare monumenti con un iPad. Rende la navigazione su internet soddisfacente, di largo respiro, favorisce il multitasking. Banalmente, da una parte del display scrivo una mail, dall’altra leggo le informazioni su un documento, senza dover saltare da una finestra all’altra in una scomoda schizofrenia per catturare le informazioni e trasferirle nel messaggio. Come si farebbe su un pc.

Troppo presto per incasellarlo

La fantasia è il limite, i foldable sono ancora prodotti troppo teorici e abbozzati per incasellarli in utilizzi univoci. Di sicuro, il Mate X apre nuove possibilità che un tempo erano realizzabili solo portando con sé due dispositivi distinti, spesso con altrettanti cavi e prese per ricaricarli. Funzionerà? A livello teorico è difficile avanzare obiezioni. La buona notizia è una poderosa ventata d’aria fresca da un mercato che stava diventando pericolosamente autoreferenziale e immobile.

Huawei Mate X, le foto

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Lo schermo frontale da 6,6 pollici del Mate X

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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