Saldo Imu: banche, aliquote e code sono le tre insidie
Economia

Saldo Imu: banche, aliquote e code sono le tre insidie

I Caf denunciano i comportamenti anomali di alcuni istituti di credito e le difficoltà nel reperire le aliquote

Fin dal primo dicembre è già possibile pagare la rata finale dell'Imu (la scadenza è il 17). Ma non sono poche le difficoltà e gli inconvenienti a cui sta andando incontro chi ha deciso di non aspettare l’ultimo minuto per mettersi in regola, in modo da evitare che altri contribuenti debbano sopportare gli stessi disagi. Ecco i principali.

TUTTO SULL'IMU

Banche scorrette
La consulta dei Caf segnala che alcune banche hanno affisso all’esterno di alcune loro filiali cartelli sui quali si può leggere che il pagamento dell’Imu con modello F24 è possibile solo fino all’11 dicembre. Una precisa denuncia in questo senso arriva da Vincenzo Vita, responsabile Caf Cisl della Lombardia. “A Milano – ci dice Vita – ci sono stati casi in cui alcuni istituti di credito hanno segnalato un termine ultimo di pagamento con modello F24 diverso dal 17 dicembre. Nel caso specifico si riportava come ultimo giorno utile il 10 o l’11 dicembre. Abbiamo immaginato che questa comunicazione potesse essere legata ai tempi che bisogna rispettare in caso di addedito automatico del versamento sul proprio conto corrente”.

LE ULTIME SCADENZE DELL'IMU

Una spiegazione che comunque non convince visto che comunque, anche con addebito automatico, quello che conta è la firma sotto il documento che avvia la procedura, che quindi può essere apposta anche il 17 dicembre. “In ogni caso – denuncia Vita – le comunicazioni in questione non erano assolutamente chiare e hanno causato allarme tra molti contribuenti, soprattutto anziani, che sono corsi presso i nostri uffici per chiedere se i termini di pagamento dell’Imu fossero cambiati”. Ovviamente pronte sono arrivate le rassicurazioni sul fatto che il 17 dicembre resta in ogni caso data ultima per saldare il conto. Le banche che hanno preso però l’iniziativa di affiggere questi cartelli, farebbero bene a toglierli o a chiarire meglio il senso di certe comunicazioni, che come visto contribuiscono a surriscaldare un clima purtroppo già esasperato.

Caos aliquote
L’altro grande problema a cui hanno dovuto fare fronte migliaia di contribuenti è quello del reperimento delle aliquote definitive decise dai singoli Comuni di residenza. “In questo senso – fa sapere Valeriano Canepari, presidente della Consulta dei Caf – il sito del ministero delle Finanze non è stato di nessun aiuto. Noi dei Caf, per rispondere alle richieste dei contribuenti, siamo stati costretti a richiedere tutte le delibere comunali per avere in maniera diretta i dati che ci servivano. Un lavoro enorme, visto che si è trattato di mettere insieme 8.018 delibere, alcune delle quali tra l’altro anche difficili da interpretare, con soluzioni riguardanti le aliquote alquanto astruse”. Un impegno che ha richiesto l’utilizzo di personale aggiuntivo e con costi che ovviamente sono lievitati, il tutto per un caos aliquote che neanche l’allungamento dei tempi per la loro definizione, da fine settembre a fine ottobre, è riuscito ad attenuare.

File e tanta pazienza
Oltre alla giusta dose di tranquillità per poter affrontare il pagamento di una tassa ritenuta odiosa, ovviamente gli italiani si devono munire di una sostanziosa quantità di pazienza per affrontare le file che si sono create presso gli sportelli. File che iniziano spesso dai Caf. “Soprattutto nel Sud – ci racconta Canepari – nonostante i nostri sforzi si sono dovute attendere anche due ore per l’espletamento della propria pratica. In alcuni casi abbiamo deciso di inviare a casa direttamente i bollettini postali compilati, in particolare per quei nuclei familiari per i quali le condizioni patrimoniali non erano variate rispetto a giugno, in occasione del versamento della prima rata”. Una soluzione che di certo ha alleggerito l’attesa presso i Caf. Meno si potrà fare invece per le file presso banche e uffici postali, se si considera tra l'altro che questi ultimi a dicembre sono presi già normalmente d’assalto per tutta una serie di altri pagamenti.

COSA SUCCEDE A CHI PAGA IN RITARDO

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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