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LUDOVIC MARIN/AFP/Getty Images
Economia

Tasse: ecco i Paesi in cui le imprese pagano di più

Secondo il Paying Taxes di Banca mondiale e Pwc, la pressione fiscale più alta d’Europa si registra in Francia, mentre in Italia è in calo da tre anni

Si chiama Paying Taxes 2018 ed è il rapporto di Banca mondiale e Pwc che ogni anno analizza in maniera puntuale il valore della pressione fiscale per le imprese nei vari Paesi del mondo. Uno studio che nell’ultima sua versione pone l’Italia in una posizione che potremmo definire intermedia rispetto alla maggioranza dei Paesi, con un’importante notazione: le tasse per le imprese da tre anni sono costantemente in calo.

Ma prima di andare ai singoli valori percentuali registrati, cerchiamo di capire innanzitutto quali sono i criteri adottati per andare a definire il valore del Total tax & contribution rate (Ttcr), ossia dell’indice utilizzato nel rapporto per mettere a confronto la tassazione nei vari Paesi.

Non solo tasse, anche contributi

Il Paying Taxes è un rapporto che, per andare a definire il citato Ttcr, prende in considerazione imposte, tasse e contributi obbligatori cui è soggetta un’impresa di medie dimensioni in un determinato anno.

Le imposte, le tasse e i contributi analizzati includono le imposte sui redditi, i contributi previdenziali e le tasse sul lavoro versate dal datore di lavoro, le imposte patrimoniali e sulle transazioni relative agli immobili, le tasse sui dividendi, sul capital gain, sulle transazioni finanziarie, sulla raccolta dei rifiuti, sulla circolazione dei veicoli e altri contributi minori.

Italia ed Europa

Partendo dunque dalla definizione di Ttcr, andiamo ora ad evidenziare quali sono le risultanze del rapporto, partendo proprio dall’Italia. Ebbene, il primo dato che emerge è che il carico fiscale per le aziende del nostro Paese è al 48% dei profitti commerciali, in calo di ben 14 punti percentuali rispetto al 2015. Questa diminuzione va principalmente ricollegata agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato.

Pur essendo, come già accennato, in una posizione abbastanza intermedia, il Ttcr italiano si colloca ancora al di sopra della media mondiale (40,5%) ed europea (39,6%). L'Italia però, da un punto di vista fiscale, guadagna competitività rispetto alle economie di molti partner comunitari. Basti pensare al Ttcr della Francia, che è il più alto nel Vecchio Continente, e che si fissa al 62,2%. Ma anche la Germania, con il 48,9% ha un indice leggermente superiore al nostro, così come Svezia (49,1%) e Belgio (57,1%).

Sono messi decisamente meglio altre realtà, come ad esempio il Regno Unito con un Ttcr pari al 30,7%, uno dei valori europei più bassi. Ma fanno meglio di noi anche la Spagna (46,9%), l’Olanda (40,7%), la Polonia (40,5%) e il Portogallo (39,8%). Un caso del tutto particolare è poi quello della Svizzera, che con un Ttcr pari al 28,8% presenta una delle tassazioni più basse a livello mondiale.

Resto del mondo

A livello globale, il rapporto della Banca mondiale evidenzia come 52 economie mondiali abbiano registrato un incremento del proprio Ttcr, mentre solo 32, tra cui appunto l'Italia, l'hanno visto diminuire.

Considerando i valori assoluti, possiamo dire che le situazioni peggiori si registrano in Sud America, dove addirittura l’Argentina fa segnare un Ttcr pari al 106%: in sostanza le imprese di quel Paese pagano più di quanto riescono a guadagnare. Abbiamo poi la Bolivia con Ttcr pari all’83,7%, e Brasile, Colombia e Venezuela, con valori tutti superiori al 60%.

Cambiando continente, altro caso estremo è quello africano dell’Eritrea, che fa segnare un indice dell’83,7%. E significativo è anche rilevare che il Ttcr della Cina è pari al 67,3%, dunque anch’esso ben al di sopra della media mondiale.

Possono sorridere invece le imprese di altre realtà, come Zambia e Arabia Saudita, con valori del Ttcr di poco superiori al 15%, ma anche del Canada che si ferma al 20,9% e della Cambogia (21,7%). Per quanto riguarda le altre grandi economie mondiali, vale la pena citare che gli Stati Uniti hanno un Ttcr pari al 43,8%, il Giappone al 47,4% e la Russia al 47,5%.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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