Investire in Bitcoin: quando conviene e quando no
Casascius/Wikimedia Commons (lic.CC BY 3.0); elab. grafica N.Battista
Economia

Investire in Bitcoin: quando conviene e quando no

La moneta virtuale è stabile e non soggetta a crisi, ma resta intangibile e ancora appannaggio di transazioni prevalentemente illecite

Basta far circolare un paio di articoli in rete su pro e contro della valuta virtuale per rilanciare l'interesse verso il fenomeno bitcoin

Questa settimana sono stati Quartze Fortune a immaginare un futuro roseo per chi deciderà di investire in valuta virtuale. Del resto, le ultime stime danno il valore di bitcoin a 3.400 dollari, un aumento di più del 500 per cento rispetto ai 600 dollari di 12 mesi fa. Un'impennata partita all'inizio del 2016 e che potrebbe portare la nuova moneta a quota 5.000 dollari entro il 2018.

Perché gli investimenti in bitcoin volano

Ne è convinto Ronnie Moas, analista di Standpoint Research a Miami, che ha appena pubblicato un report in cui spiega come, nei prossimi dieci anni, almeno 200 trilioni di dollari oggi investiti in azioni, obbligazioni, oro o accantonati in contanti verranno convertiti in bitcoin o in altre valute virtuali. Moas è convinto che questo tipo di moneta finirà presto con l'affermarsi nelle economie emergenti, ma che anche in quelle avanzate potrebbe presto diventare più comodo, più conveniente, iniziare a diversificare i portafogli inserendo anche moneta virtuale.

I vantaggi della valuta virtuale

Secondo Fortune sono almeno tre i motivi per cui potrebbe valere la pena acquistare bitcoin. Anzitutto, il semplice fatto che sempre più istituzioni finanziare abbiano iniziato a occuparsi di bitcoin ha dato maggiore serietà a questa valuta. Sempre più fondi speculativi iniziano ad accettare asset e transazioni in bitcoin e altre monete virtuali, e queste ultime inevitabilmente si rafforzano. Ancora, pochi sanno che la quantità di bitcoin è limitata. La produzione non potrà superare i 21 milioni, e la speranza è che già nel breve periodo alcune Banche centrali si decidano ad far entrare queste monete tra le loro riserve, per stimolare contemporaneamente domanda e valore. Infine, bitcoin viene considerata una valuta stabile, essenzialmente perché il suo valore non dipende dai governi, il che vuol dire che, in teoria, anche di fronte a una crisi non dovrebbe perdere valore.

Perché i bitcoin possono essere rischiosi

Eppure, esistono almeno tre buoni motivi per continuare a rimanere alla larga da bitcoin. Anzitutto le monete virtuali continuano ad essere utilizzate principalmente da criminali o da persone invischiate con transazioni non troppo trasparenti. Altro limite del sistema bitcoin è che i trasferimenti non sono immediati come quelli eseguiti con carta di credito, quindi anche chi decide di provare dopo un paio di acquisti spesso rinuncia alla moneta virtuale. Ancora, le banche che la accettano restano poche, e questo imponecosti di transazione abbastanza alti per rendere le procedure sostenibili, ma inevitabilmente più costose per gli utenti. Infine, sono ancora pochissime le persone disposte a considerare un codice l'equivalente di una moneta con un valore specifico. E anche l'idea di depositare o accantonare codici, per il momento, non convince. 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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