Renzi contro la Ue: i 3 temi sul tavolo
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Economia

Renzi contro la Ue: i 3 temi sul tavolo

Via libera alle riforme e allentamento dei vincoli di bilancio. I difficili obiettivi del premier nel vertice di Bruxelles

“L'incontro è andato bene, molto bene”. E' la dichiarazione rilasciata ieri a Bruxelles, a margine del vertice dei capi di stato e di governo europei, dal presidente del consiglio Matteo Renzi. Ieri, il premier ha incontratoil presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, e oggi ha avuto un colloquio con il presidente del Conisglio Europeo, Herman Van Rompuy. Renzi ha  mostrato non poco ottimismo durante il summit che si conclude oggi, da cui non sono però giunte novità particolarmente significative per il nostro paese. Nei rapporti tra Bruxelles e l'Italia, infatti, rimangono ancora sul piatto tre temi di politica economica. Eccoli nel dettaglio.

LE RIFORME DI RENZI

A Bruxelles, il premier italiano ha cercato di strappare un via libera deciso alle riforme appena messe in cantiere, da quella del mercato del lavoro (Jobs Act), fino al taglio dell'irpef sui redditi medio-bassi, che costerà nel complesso circa 10 miliardi di euro. Il disco verde di Bruxelles è arrivato senza tentennamenti, anche se gli attestati di stima di Barroso e Van Rompuy verso Renzi hanno il sapore di un déjà vu. Pure i predecessori dell'attuale premier, cioè Mario Monti ed Enrico Letta, hanno infatti sempre incassato il pieno appoggio formale dell'Ue, senza però strappare grandi concessioni da parte delle autorità comunitarie.

SOTTO IL 3%

Per l'Italia, il vero nodo di questo vertice è stata la richiesta da parte del governo di avere qualche margine in più nel gestire il deficit. Secondo le previsioni elaborate alla fine dello scorso anno, il nostro paese dovrebbe infatti concludere il 2014 con un disavanzo pubblico pari al 2,6% del pil, ampiamente sotto controllo e migliore di quello di molti altri partner comunitari, a cominciare dalla Francia e dalla Spagna. Renzi ha chiesto di poter aumentare il deficit dal 2,6 ad almeno il 2,8%. Si tratta di un cuscinetto che consentirà all'esecutivo di Roma di contare su almeno 3 miliardi di euro in più di risorse, per finanziare il taglio delle tasse sui salari.

VIETATO SFORARE

Il vertice di Bruxelles si è concluso però senza novità significative sul punto più importante: i vincoli di bilancio imposti dall'Europa al nostro paese. Da tempo, il premier sostiene che il tetto del 3% fissato dal Trattato di Maastricht nel rapporto deficit/pil è ormai anacronistico e superato. Di fronte ai partner comunitari, a cominciare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, Renzi si è però impegnato a rispettare comunque i vincoli attuali e a non sforare la soglia prevista dai trattati. La speranza del presidente del consiglio, però, è che dalle autorità di Bruxelles arrivi almeno una concessione: la possibilità di scorporare dal deficit pubblico (e dunque anche dal tetto del 3%) le voci di spesa per gli investimenti effettuati in Italia con i fondi strutturali europei. In tal caso, il nostro paese avrebbe una notevole boccata d'ossigeno per spendere un po' più più e mettere in campo politiche di sviluppo. Su questo punto, Renzi ha già incassato l'appoggio del tedesco Martin Schulz, candidato alla presidenza della Commissione Ue del Partito Socialista Europeo (in cui Pd italiano è appena confluito). Per adesso, tuttavia, Schulz è ancora un semplice candidato e, fino all'autunno, alla guida della Commissione resterà Manuel Barroso. Appuntamento dunque a dopo le elezioni europee, quando inizierà anche il semestre di presidenza italiana dell'Ue.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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