Mobilità
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Economia

Per gli italiani la mobilità è sempre più nel segno dell'auto

Ci sono sempre più macchine in circolazione, ma ci si muove sempre meno e soprattutto a bordo di auto vecchie, quindi più inquinanti. È un paradosso, quello descritto dal ventesimo Rapporto sulla mobilità degli italiani fatto da Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti). Oltre 40 milioni di auto circolanti nel 2022, una crescita del 19% in vent’anni

È record. Ci sono oltre 40 milioni di macchine in Italia. Mai così tante negli ultimi vent’anni. E il tasso di motorizzazione è passato dal 58,8 auto del 2022 alle 68,1 del 2022. Un dato che ci porta davanti a Francia e Germania. Ma in 6 casi su 10 ci si sposta su una macchina che ha più di dieci anni, contro i 4 su 10 sono di Parigi e Berlino. Gli italiani usano le quattro ruote per due spostamenti su tre. La bicicletta è il mezzo scelto dal 4% dei cittadini e meno di due su dieci scelgono di spostarsi a piedi. Bus e mezzi pubblici? Il 7,5%, cioè meno di un italiano su dieci. Il settore del trasporto pubblico è lontanissimo dai numeri pre-Covid, quando era al 10,9%.

Così si muovono gli italiani: in macchina, ma a bordo di auto vecchie e quindi più inquinanti. E in più si muovono meno. Negli ultimi vent’anni il calo è stato quasi del 12% (11,7%). Il motivo? Siamo un Paese sempre più anziano e quindi che si sposta meno e non cambia abitudini: le quattro ruote sono nella routine degli italiani e se ci si muove poco va benissimo la macchina vecchia. Nel 75-80% dei casi le percorrenze sono entro i 10 chilometri.

Un inverno demografico cui si aggiunge il caro-vita. Ecco perché l’elettrico non decolla. A inizio 2023 c’è stata una timida ripresa, dopo il segno negativo del 2022. Le elettriche pure erano poco meno di 1500 nel 2015 (0,09% delle auto vendute) e sono arrivate l’anno scorso a 67mila (5,11% del venduto). Ma in realtà tra il 2021 e il 2022 c’è stato un freno del 27%, in corrispondenza del periodo di calo degli incentivi. Ora c’è una lieve ripresa. Intanto si sono raddoppiati i punti di ricarica (per incentivare l’elettrico). Sono oltre 36mila (+ 41,2%). Un numero significativo se si pensa che le stazioni di rifornimento dei carburanti tradizionali sono 22.700. Ma le auto elettriche continuano a costare troppo e quindi il settore non decolla.

Cosa succederà? Le previsioni sulla mobilità fino al 2030 sono di un ulteriore calo degli spostamenti intorno al 3%. Popolazione più anziani e sempre meno giovani e quindi studenti che si muovono. I dati più allarmanti arrivano dal Sud: Basilicata (-18,6%) e Molise (-16,2%), Campania (-14,8%) e Puglia (-14,5%). Fa eccezione solo l’Emilia-Romagna (+2,1). A soffrire è tanto il trasporto pubblico, che vede all’orizzonte una contrazione di quasi il 5% (con punte del 14% nelle regioni meridionali). L’inverno demografico dell’Italia è sempre più inverno demografico anche della mobilità e il settore (auto e trasporto pubblico) si deve preparare ad affrontarlo.

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Cristina Colli