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MASSIMO PERCOSSI/ANSA
Economia

In pensione con la Rita, come funziona e le cose da sapere

Le regole per ritirarsi dal lavoro prima del previsto con la rendita integrativa temporanea anticipata, riscattando i fondi pensione

Meglio andare in pensione con l’Ape Volontaria o con la Rita? E' il dilemma che interesserà nei prossimi mesi molti italiani che vogliono ritirarsi dal lavoro prima del previsto, senza aspettare l’età di pensionamento fissata dalla legge.

A breve entrerà infatti a regime la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (Rita), un sistema che consente di farsi liquidare a rate il capitale accumulato nei fondi della previdenza complementare, cioè i prodotti finanziari utilizzati solitamente durante la carriera per costruirsi pian piano una pensione integrativa privata, che affianca in vecchiaia quella pubblica dell’Inps.

Piuttosto che attingere al “tesoretto” accumulato per farsi una pensione integrativa, come dovrebbe avvenire in condizioni normali, il lavoratore che accede alla Rita utilizza invece il capitale per avere una rendita anticipata per qualche anno, fino a che non matura i requisiti per il pensionamento ordinario. Ecco di seguito, una panoramica come funziona questo sistema.

Come funziona la rendita

La Rita consente di mettersi a riposo anche senza avere l’età di pensionamento prevista dalla Legge Fornero (fissata attualmente a 66 anni e 7 mesi). Prima di aver raggiunto questa soglia anagrafica, il lavoratore può farsi liquidare gradualmente in anticipo il capitale accumulato nei fondi della previdenza integrativa, convertendolo in una rendita temporanea. Una volta computi i 66 anni e 7 mesi, lo stesso lavoratore inizierà a percepire la pensione pubblica erogata dall’Inps.

Differenza con l’Ape volontaria

Il sistema di funzionamento della Rita somiglia molto a quello dell’Ape Volontaria, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo Renzi nel 2016 e partito solo nel 2018. Esistono però delle differenze sostanziali. Con l’Ape volontaria il lavoratore ottiene un anticipo della pensione futura grazie a un prestito erogato da un istituto bancario (seppur attraverso l’Inps). Nel caso della Rita, invece, il lavoratore ottiene un anticipo di pensione ricorrendo a un captale che già possiede, quello accumulato nei fondi pensionistici complementari.

Chi può fare domanda

Per accedere alla Rita bisogna possedere 3 requisiti. Avere più 20 anni di contributi versati all'Inps, avere alle spalle più di 5 anni di versamenti ai fondi pensione e devono manacare meno di 5 anni dal raggiungimento della soglia di pensionamento (meno di 10 anni per chi è disoccupato da più di 24 mesi).

Qualche esempio concreto

Grazie all’anticipo del pensionamento ottenuto con la Rita, un lavoratore potrà mettersi a riposo a 61 anni e 7 mesi, cioè 5 anni prima rispetto alla soglia dei 66 anni e 7 mesi previsti dalla Legge Fornero. Se il lavoratore è disoccupato, può anticipare la data del pensionamento di 10 anni, ritirandosi a 56 anni e 7 mesi.

Pro e contro dell’anticipo

Chi sceglie di avvalersi della Rita ha due possibilità. Può riscattare in anticipo l’intero capitale maturato con i fondi della previdenza complementare o farsene liquidare solo una parte. Nel primo caso, il lavoratore dovrà rinunciare alla pensione integrativa futura, che sarebbe maturata mettendosi a riposo a 66 anni e 7 mesi. Nel caso di riscatto parziale, la rendita complementare non si annullerà del tutto ma sarà ovviamente più bassa del previsto.

L’autocertificazione

Per accedere alla Rita non sarà necessario attendere il via libera dell’Inps. Basterà un’ autocertificazione su un modulo messo a disposizione del lavoratore dalla società che gestisce il fondo pensione.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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