Fondo taglia tasse, e chi ci crede?
Rispunta fuori il fondo Tremonti. Ma non se ne conosce l'ammontare. E le fonti di approvvigionamento non danno garanzie
Alla fine potrebbe essere una delle poche piacevoli sorprese della legge di stabilità. Nelle pieghe di un provvedimento rivoltato come un calzino rispetto alla versione originale del governo, il Parlamento ha trovato il modo infatti di dare avvio al cosiddetto Fondo Tremonti. Si tratta di un fondo istituito nell’agosto 2011, uno degli ultimi atti parlamentari dell’allora governo Berlusconi.
L'allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, al’interno di un provvedimento più complessivo che mirava ad una razionalizzazione della spesa pubblica, mise in cantiere questo fondo che doveva servire alla riduzione delle tasse per famiglie e imprese. "Intento lodevole" dice Enrico Zanetti, commercialista e direttore del centro studi tributari Eutekne.info. "Peccato che si stabilisse che tale riduzione dovesse partire dal 2014 e compatibilmente con le esigenze di equilibrio della finanza pubblica”.
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Due criteri che fecero sorridere a suo tempo molti osservatori esterni. “Innanzitutto perché per decreto, strumento legislativo da utilizzare per le emergenze, si stabiliva qualcosa che sarebbe dovuto accadere nel 2014, cioè ben tre anni dopo" spiega Zanetti. "In più le risorse che avrebbero dovuto alimentare il Fondo, sarebbero dovute arrivare dalla lotta all’evasione fiscale, un obiettivo che fin troppe volte si è dimostrato impraticabile. Infine il tutto veniva condizionato agli equilibri di finanza pubblica e, viste le condizioni dei nostri conti, ciò poteva equivalere a non far partire mai il fondo”.
E oggi, perché la situazione dovrebbe essere diversa? La Commissione Bilancio in realtà sembra essere ben intenzionata: ci riprova e lo fa non solo anticipando la sua entrata in funzione al 2013, ma stabilendo anche canali di alimentazione che potrebbero apparire un po’ meno velleitari. Le risorse infatti dovrebbero arrivare innanzitutto dalle entrate maggiori delle previsioni, anche se non è stato ancora specificato quali debbano essere. Poi si dovrebbe poter utilizzare il risparmio sulla spesa degli interessi dei titoli di Stato, spread permettendo. Ultima fonte di approvvigionamento, la riduzione delle agevolazioni fiscali. “Già il fatto che in questa nuova versione del Fondo Tremonti – commenta Zanetti – siano state specificate in maniera molto più dettagliata le voci di alimentazione fa ben sperare che si possa davvero raggiungere un calo delle tasse”.
Ma resta tutto sempre molto vago. Si dovrà comunque aspettare la primavera quando il Def, il Documento di economia e finanza del 2013, stabilirà con più precisione quali saranno le somme che potranno essere effettivamente destinate alla riduzione del carico fiscale per famiglie e imprese. Un’incognita che si somma a quella riguardante i conti pubblici. "Se anche in questo caso infatti l’eventuale calo delle tasse dovesse essere condizionato a equilibri di finanza pubblica, passaggio che in realtà non è ancora chiaro" taglia corto il commercialista, "allora molte delle nostre speranze potrebbero essere già fin d’ora vanificate”.