Due ruote, il Covid-19 ferma l'industria, per la rinascita serviranno nuove idee
(Ducati Media House)
Economia

Due ruote, il Covid-19 ferma l'industria, per la rinascita serviranno nuove idee

Il 2020 poteva essere un anno record, poi l'epidemia ha cambiato tutto. Bisogna già pensare al dopo

Peccato, avrebbe potuto essere un anno record per l'industria delle due ruote. A gennaio la vendita di moto e scooter è stata in crescita del 7,7% con particolare vivacità per il segmento dei ciclomotori elettrici (+50%). In tutto quasi 17.000 unità che avevano portato a un aumento globale del settore dell'11% rispetto all'anno precedente e dopo dopo un dicembre con -16%. E' vero, prima del virus gli incentivi stavano facendo il loro effetto, ed era curioso notare che tra i vari segmenti di due ruote la maggiore richiesta fosse per le cilindrate oltre mille cc, +10,5%, mentre calano le vendite di cilindrate medie (600-800 cc) e restano pressoché stabili i 125 cc, seppure in questa cilindrata vadano forte gli scooter con un +50%.

Bisogna considerare che il mese di gennaio per le due ruote costituisce normalmente poco più del 5% dell'intero anno, dunque i numeri facevano sperare in un nuovo boom.

Senza entrare in noiose classifiche per marca e modello, la voglia di spensieratezza e avventura tipica degli anni Ottanta ha evidentemente pervaso i centauri nostrani, che in 315 all'inizio dell'anno hanno acquistato la nuova Honda Africa Twin, e vendono molto le sportive Ducati Panigale V2 e Honda Fireblade Cbr 100RR. A febbraio, nonostante le prime avvisaglie del Corona virus, le vendite erano ancora alte: +10%, con una decisa accelerazione degli scooter elettrici, i cui incentivi avevano spinto le vendite quasi al +52%, roba da anni Ottanta e Novanta, con anche accessori e sistemi di sicurezza a seguire la tendenza.


Panigale V2: Welcome on Boardwww.youtube.com


Difficile oggi sapere quando gli impianti produttivi del made in Italy potranno riprendere, stante che esclusa Piaggio, che dopo la positività di un dipendente aveva chiuso per giorni e poi riaperto, la maggioranza dei produttori si trova tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna ed è quasi ferma. In ogni stabilimento si è dovuto riorganizzare i turni, separare le postazioni di produzione ed anche i posti nelle mense. La zona più sofferente è quella bergamasco-bresciana: Brembo è ferma a Stezzano, Curno, Mapello e Sellero, ma è stop anche per Polini ad alzano Lombardo e Moto Morini di Trivolzio, nel pavese. In Emilia, Ducati resterà ferma fino al 25 marzo a Borgo Panigale, mentre a Bologna si è tornati a lavorare il 18 su turni ridotti. Non si fermano invece gli impiegati, che lavorano in remoto, e gli addetti indispensabili per il supporto clienti e la fornitura dei ricambi.

Stessa condizione per MV Agusta a Schiranna (Va), dove non si esclude anche il ricorso a ferie per il personale non necessario e cassa integrazione secondo le modalità del Decreto Salva Italia.

Non va diversamente in Austria, Germania e Francia, dove tra riduzioni del personale, poi divenute sospensioni, si ferma la produzione di componentistica per Bmw, Yamaha e Mbk.

Ci vorrà una cura da cavallo, a cominciare dal sostegno alle aziende ma anche creando un approccio differente e più rapido per permettere a nuovi appassionati di circolare. Come poter conseguire la patente online in tutta l'Unione Europea, con soltanto una prova pratica da svolgersi presso i centri autorizzati. Oppure anche senza per i ciclomotori elettrici. Il dopo Covid-19 potrebbe essere l'occasione per ricreare quel fiorente mercato che quarant'anni fa porto milioni di persone a guidare un mezzo a due ruote.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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