Demetrio Stratos: 40 anni fa ci lasciava la voce degli Area
Il cantante, morto il 13 giugno 1979 per anemia aplastica, ha mostrato le infinite potenzialità dello strumento vocale
“Che bravi che erano gli Area International Popular Group/ Demetrio cantava di tutto accompagnato da musicisti che suonavano di brutto/ esploravano musiche nuove e la gente ascoltava/ un pubblico costituito da giovani comunisti capelloni e drogati”.
Così Elio e le Storie Tese, con la loro impareggiabile ironia, hanno omaggiato nel 2013 la band milanese nella canzone Come gli Area.
Difficile scindere uno dei gruppi-simbolo degli anni Settanta, periodo in cui ideologia, musica e comportamenti collettivi erano strettamente correlati, dalla figura carismatica e imponente di Demetrio Stratos, maestro assoluto nella ricerca sulle infinite possibilità vocali (celebri le sue diplofonie e triplofonie) e sulle tecniche di emissione dei suoni, scomparso il 13 giugno 1979 a soli 34 anni dopo un calvario durato mesi a causa di una malattia rara come l’anemia aplastica.
Al compianto artista italo-greco, ma milanese d’adozione, è stata dedicata il 13 giugno 2017 via Demetrio Stratos, la strada più lunga del Parco CityLife, che si snoda nel nuovo quartiere tra piazza Sei Febbraio e viale Eginardo.
La via ribadisce lo stretto rapporto degli Area, una della band più innovative e dotate tecnicamente del rock italiano, con il tessuto sociale della città meneghina, in particolare con l’Arena Civica, il Parco Lambro, il Parco Ravizza, il Palalido, il Teatro Tenda di Piazzale Cuoco, il Teatro Uomo e il Teatro di Porta Romana.
Nato ad Alessandria d’Egitto il 22 aprile 1945 da genitori greci, Demetrio Stratos non è soltanto la traduzione ma anche l’inversione del nome originario, che era Estratos di nome e Dimitriou di cognome.
Grazie a una famiglia di religione greco-ortodossa, Demetrio si forma musicalmente ascoltando i canti religiosi bizantini, così come la musica araba tradizionale e poi i primi accordi del rock’n’roll, sonorità che lo influenzeranno per tutta la vita.
Dopo quattro anni a Cipro, nel 1962 Stratos si trasferisce in Italia per iscriversi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, pur non sapendo una parola d’italiano, che imparerà presto grazie alla visione degli spaghetti western in tv.
L’anno dopo forma un gruppo musicale studentesco che, muovendo dalle feste della Casa dello studente di Milano, inizia poi a esibirsi in locali da ballo con un repertorio tra soul, blues e rhythm’n’blues. È per un fortunato caso che, dovendo sostituire il cantante del gruppo, bloccato da un incidente d’auto, da tastierista Stratos inizia a cantare.
Nel 1967 entra a far parte come tastierista e cantante del gruppo rock I Ribelli, divenuti autonomi dopo essere stati il gruppo di accompagnamento di Adriano Celentano.
Con il suo ingresso in formazione e con quello di Angel Salvador, l’ex bassista de Los Bravos, i Ribelli, supportati dalla casa discografica Ricordi, cercano una strada parallela al beat con una forte impronta rhythm and blues.
Il cantante diventa famoso per la sua intensa interpretazione di Pugni chiusi, canzone-simbolo della seconda metà degli anni ’60.
Nel 1970 Stratos lascia I Ribelli e fonda un proprio gruppo con musicisti inglesi, tra cui il batterista Jan Broad, passato poi ai Deep Purple.
Inizia allora a dedicarsi alla ricerca vocale, osservando la “fase di lallazione” di sua figlia Anastassia, nata proprio nel 1970 dal matrimonio con la sua compagna di università Daniela Ronconi, quando la bambina inizialmente gioca e sperimenta con la propria voce prima ancora di acquisire il linguaggio.
Nel 1972 diventa la voce degli Area, band fortemente politicizzata con un sound che si muove tra sperimentazione, prog e jazz, tempi dispari e ghirigori di tastiere. Area International Popular Group incide nel 1973 per la Cramps Records il primo album Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi), titolo ispirato dal cartello affisso all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz.
Il gruppo trova la quadratura del cerchio nella formazione con Demetrio Stratos ,Giulio Capiozzo (percussioni), Patrizio Fariselli (pianoforte e tastiere), Ares Tavolazzi (basso e trombone) e Giampaolo Tofani (chitarra e sintetizzatore VCS 3). Gianni Sassi, art director e fondatore della Cramps Records, è di fatto il sesto componente del gruppo.
Nel 1974 Stratos incide il secondo album Caution Radiation Area e si avvicina al pensiero e all’opera del compositore statunitense John Cage, di cui interpreta i Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce non accompagnata e microfono, parzialmente inclusi nel disco dedicato alla musica di Cage dalla Cramps Records e presenta i Mesostics di Cage davanti ad oltre 15.000 spettatori della Festa del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano.
Nel 1976 pubblica Metrodora, primo album solista, risultato delle sue ricerche sulla voce, in particolare i problemi della vocalità etnica e delle tecniche orientali. Il titolo e l’unico testo utilizzato si ispirano al codice medico-ginecologico di Metrodora, ostetrica dell’impero bizantino vissuta nel VI secolo d.C.
Con gli Area, Stratos, che nel 1975 hanno pubblicato il terzo disco Crac!(contenente l’inno Gioia e rivoluzione), si esibisce in diversi festival e tournée in Francia e Portogallo.
Insieme a Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Paul Lytton e Steve Lacy, tiene un concerto, basato sull'improvvisazione, nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, la cui registrazione verrà pubblicata nel 1979 con il titolo di Event ’76.
Il 1977 e il 1978 sono anni intensissimi, in cui Demetrio tiene corsi e seminari nelle scuole, esegue diverse performances in Italia e in Europa, partecipa su invito di John Cage a uno spettacolo a New York, pubblica il secondo album solista Cantare la voce e il quarto e ultimo con gli Area, Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!, per la nuova etichetta Ascolto.
Stratos, una volta uscito dalla band, si concentra sulle sue ricerche sulle potenzialità della voce, in un’ottica pedagogica che non mira al virtuosismo, ma che ha come scopo dichiarato di creare un sentiero potenzialmente percorribile da chiunque.
Il 2 aprile del 1979 viene ricoverato al Policlinico di Milano e da qui poi trasferito al Memorial Hospital di New York per uan grve forma di aplasia midollare.
La Cramps lanciò l’idea di un grande concerto all’Arena Civica di Milano per raccogliere fondi da donare alla sua famiglia per la terapia necessaria. Titolo della serata Il concerto come comunicava il manifesto: l’immagine era un grande cuore di carta appallottolata e di fianco i nomi dei musicisti che aderivano a quell’iniziativa.
Il concerto, organizzato per il 14 giugno (il giorno dopo la sua morte) con lo scopo di raccogliere fondi, si trasformò in un grande omaggio collettivo all’artista, a cui partecipano un centinaio di musicisti e oltre 60.000 spettatori.
Lo show si chiuse con l’esibizione degli Area, con Paolo Tofani che chi si era riunito al gruppo, dopo la polemica separazione dell’anno prima. L’internazionale suonò allora come la tetra conclusione di un’epoca.
Nel 1990, undici anni dopo la sua morte, parte dei lavori di ricerca condotti da Demetrio sulle possibilità, le evoluzioni, i limiti e le suggestioni della voce verranno raccolti e pubblicati in un album intitolato Le milleluna.
Nel 1991 John Cage compose un mesostic che dedicò a Demetrio Stratos. Il suo contenuto e il suo messaggio sono emblematici della considerazione di Cage rispetto alle caratteristiche e alle possibilità interpretative dell’artista italogreco
Demetrio Stratos è sepolto nel piccolo cimitero di Scipione Castello, a due chilometri da Salsomaggiore Terme in provincia di Parma, meta di pellegrinaggio laico per tutti i fan del maestro della voce.
La sua Milano, grazie alla grande via nel cuore del Parco CityLife, è un luogo di ritrovo per tutti i fan di Stratos, che ha mostrato come la voce sia una tavolozza di colori potenzialmente infinita.