Casta Diva di Gerolamo Rovetta, antipolitica di un verista così contemporaneo
Studio Garamond ripubblica il romanzo del pioniere del Verismo che descrive istituzioni e partiti come "opportunisti irresoluti, ambiziosi e... paurosi"
- Opportunisti irresoluti, ambiziosi e... paurosi!... Nient'altro che interesse, vanità e paura! Hai capito?
- Sissignore.
- Il partito, il paese, l'ordine, le istituzioni! Hanno tutto sotto la suola delle scarpe quella gente là! Hai capito?
- Sissignore.
Il dialogo qui sopra non è estratto da una normale mattinata al bar, nel critico chiacchiericcio a commento delle cronache politiche quotidiane. Si tratta del vibrante incipit di Casta Diva di Gerolamo Rovetta, romanzo verista dell'Ottocento eppure così contemporaneo che a dicembre viene riportato in libreria da Studio Garamond (collana Supernova). A parlare è Gerardo Parvis, che ha appena offerto "le proprie dimissioni da Ministro delle Poste e Telegrafi, nauseato della debolezza dei suoi colleghi che non hanno avuto né il coraggio di tener testa all'ostruzionismo, né l'abilità di disarmarlo".
Pioniere del Verismo, lombardo vissuto a lungo in Veneto, Rovetta (1851-1910) fece sua la lezione della scuola naturalista francese di Zola, entrando nella storia della letteratura per la sua capacità di unire con sapienza il gusto per le vicende umane più marginali a una volontà di svelare, attraverso le invenzioni letterarie, i vizi della società postrisorgimentale che si stava affacciando sul XIX secolo.
Casta Diva, libro alle origini dell'antipolitica, porta in scena un'Italia di fine '800 immaginaria ma neanche troppo. "Il Governo ormai è una baracca, i partiti sono una commedia: il paese è in rovina, la società in dissoluzione", si legge. E ancora: "Le lettere degli uomini politici, come quelle delle donne che hanno più di un innamorato, non sono mai prudenti abbastanza...".
Stanco della falsità e delle lungaggini parlamentari, dei continui stalli e della volontà programmatica di molti suoi colleghi di usare la violenza verbale e fisica come mezzo per raggiungere i propri scopi, ottenendo l'effetto contrario di svilire con la propria presenza le istituzioni che rappresentano, l'onorevole Parvis abbandona la sua carica istituzionale in modo plateale, in un gesto di una nobiltà inaudita. "Sono stufo di questa vita, di questa baraonda, di
tutte queste liti! Manderò le mie dimissioni anche da deputato! Voglio viaggiare, viaggiare...".
Un avvenimento all'apparenza innocuo rivelerà a Parvis quanto la menzogna possa risiedere nell'animo più buono e gentile di cui ci si possa innamore. E di come, in fondo, solo la morte sia in grado di ristabilire in noi la scala delle priorità affettive. Una storia di dignità che oggi pare un'utopia.
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Casta Diva
di Gerolamo Rovetta
Studio Garamond (collana Supernova)
pagg. 87, 9 euro