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Tecnologia

Cos’è il deep web e come si naviga

Qual è la differenza con il dark web? Come si installa e usa Tor? Tutto quello da sapere sulla parte più nascosta di internet

UPDATE: È del 5 agosto la storia di Herba Lukasz Pawel, il delinquente polacco che ha rapito una modella inglese di 20 anni deciso a "venderla" sul dark web a minimo 300 mila dollari in bitcoin se i suoi parenti non avessero pagato per liberarla dietro l'ombra dei Black Death. Ma cos'è il dark web? E in cosa si differenzia dal deep web? Cosa ci si trova? E come si commercia? Ecco, in questo nostro post del marzo scorso tutte le risposte alle vostre domande.

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Quando parliamo di dark web ci riferiamo a un insieme di dati che esistono all’interno di una rete crittografata, cioè navigabile solo attraverso programmi specifici.

Per questo motivo i tradizionali motori di ricerca non possono restituire risultati che comprendono anche pagine del genere, perché non visitabili con i classici browser.

Quasi tutti i portali presenti nel dark web nascondono la loro identità sfruttando gli strumenti di cifratura di Tor. Ne avrete già sentito parlare: Tor rappresenta per gli utenti del web oscuro quello che Chrome è per il resto del mondo: un programma che apre le porte del sottobosco della rete, in grado di decifrare gli indirizzi dei singoli website.

Non tutte le pagine usano Tor, altre si appoggiano su servizi simili come I2P (ad esempio Silk Road Reloaded) ma il principio rimane lo stesso: per accedere ai contenuti pubblicati bisogna utilizzare un software che sia in grado di leggere e tradurre le chiavi di ingresso perché tutte le comunicazioni che passano sul deep web non sono tracciabili proprio grazie a una protezione avanzata delle informazioni.

Dark web o deep web: le differenze

Sebbene entrambi i termini vengano spesso confusi, definiscono concetti diversi. Se il dark web fa riferimento ai singoli contenuti resi illeggibili con gli strumenti classici (Chrome, Firefox, ecc.), il deep web è sinonimo di tutte quelle pagine che un motore tradizionale non può individuare; quindi comprende anche il dark web.

Per farla semplice: deep web è il contenitore, dark web il contenuto, in ogni caso nascosto e non indicizzato cioè non navigabile dai più. Stando ad alcune stime, il deep web è circa 600 volte più grande dell’internet di superfice, quello che visitiamo ogni giorno, anche se risulta davvero difficile misurare per bene quello che si conosce solo in parte.

Come entrare nel dark web

A livello tecnico non è poi così difficile. Quello di cui si ha bisogno è semplicemente Tor, che negli anni è diventato popolare come i browser tradizionali. Basta andare su www.torproject.orge scaricare l’ultima versione, che contiene tutto il necessario. Una volta installato, il pannello di controllo pensa a impostare automaticamente i dettagli predefiniti, tanto che quando pronto, Tor si apre in automatico.

Servirà poi chiuderlo per disconnettersi dal deep web. La cosa difficile viene adesso: sapere dove cercare. Non essendoci l’equivalente di Google per il dark web, servirà conoscere esattamente l’indirizzo .onion (è il principio della cipolla, che abbiamo spiegato qui) da digitare.


Cosa si trova nel web nascosto

Principalmente ci si imbatterà in documenti scientifici e ricerche accademiche, che nel deep web avevano trovato un alleato essenziale per conservare file da condividere senza che la rete di superfice ne fosse colma, ma è bene ricordare che con un paio di clic ci si può imbattere in negozi che vendono armi, droghe e, peggio, archivi multimediali pedo-pornografici.

Esistono diversi portali sul web “in chiaro” che offrono qualche indirizzo da cui partire. Non saremo noi a svelarli. Ogni sessione via Tor è anonima perché protetta dal sistema di navigazione che effettua un rimbalzo della richiesta di un utente (su un sito) verso punti intermedi differenti, così da far perdere le tracce della sorgente primaria.

Perché è pericoloso

Come detto, il deep web e i contenuti del dark web non nascono per scopi illeciti. Invece di caricare megabyte di documenti via email, ricercatori e universitari sfruttavano la rete invisibile per depositare i loro archivi e scambiare informazioni con colleghi dall’altra parte del mondo.

Molto presto però l’armadio segreto è divenuto luogo preferito per criminali di ogni genere, che in questo avevano individuato una piazza poco frequentata dalle forze dell’ordine.

Ecco proliferare e-commerce di sostanze stupefacenti, armi, foto e video in tema pedo-pornografico, tutti basati su servizi da pagare tramite bitcoin, una moneta che ancora oggi risponde alle necessità di chi vuole acquistare qualcosa in anonimo, senza essere tracciato. (Qui tutto quello che c’è da sapere sui bitcoin)

Quale futuro per il deep web

Non è semplice dire come e quando il deep web potrà diventare una piattaforma solida per la navigazione di tutti i giorni. La logica che vi è alla base potrebbe rappresentare il punto di partenza per un’esperienza internet più sicura, dove le comunicazioni non vengono spiate, i conti in banca non duplicati e gli account email non hackerati. La struttura c’è, basta solo volerlo.


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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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