Lo Schiaccianoci e il fascino della fiaba di Natale
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Lo Schiaccianoci e il fascino della fiaba di Natale

Un balletto che è un appuntamento obbligato delle feste, ma perché andarlo ancora a vedere? Scopriamolo insieme

È quasi Natale e puntuale ritorna ovunque il balletto Lo Schiaccianoci, la favola sotto l’albero in forma di danza che racconta la storia della piccola Clara e del suo principe schiaccianoci minacciato dal re dei topi.

Un balletto lezioso
Basta questa breve sintesi per farci capire che siamo in presenza di un balletto lezioso, un distillato della tradizione più incrollabile in cui le ballerine sono trasformate in magiche farfalle tra variazioni e musica d’intrattenimento. Pëtr Il'ič Čajkovskij compose le musiche dello Schiaccianoci tra il 1891 e il 1892 e il balletto fu rappresentato per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo con le coreografie di Lev Ivanov, ma senza fortuna, per poi arrivare in Italia soltanto nel 1938 con la coreografia di Margherita Froman.
Fu però soltanto dopo la sua rappresentazione negli Usa nel 1954 con la coregrafia di George Balanchine che lo Schiaccianoci divenne un balletto-icona del Natale: una tradizione come quella del panettone e dei regali, che anche se non sempre hanno un senso o piacciono, ma sono una doverosa certezza.


Così, Lo Schiaccianoci quest’anno ci è già stato proposto dal Teatro Arcimboldi di Milano, che ha appena ospitato Il Bashkirian State ballet Theatre di Ufa, alla Scala sarà in Scena dal 18 dicembre al 18 gennaio con la coreografia rivista da Nacho Duato e all’Opera di Roma le date in cartellone sono quelle che vanno dal 18 di questo mese sino al 4 gennaio, con qualche pausa.

Da non dimenticare infine, dal 12 al 21 dicembre, la Serata Čajkovskij al Piccolo Teatro di Milano con gli Allievi del Teatro alla Scala di Milano.

Luoghi comuni confermati
Ma perché andare ancora a vedere lo Schiaccianoci? Perché tale balletto è sempre garanzia di successo e una rappresentazione obbligata del cartellone natalizio? Diciamolo subito: lo Schiaccianoci non è consigliato agli adulti che non conoscono il balletto e che ne vogliano avere un assaggio. Uscirebbero dallo spettacolo confermando il luogo comune che la danza ha a che vedere soltanto con il tutù, la fiaba e la leggerezza, oppure ne sarebbero semplicemente delusi. Per iniziare ad amare il balletto ci sono titoli e opere più coinvolgenti e “adulte” come la Carmen di Roland Petit (per riconoscere la musica operistica e la storia), il Don Chisciotte (per il virtuosismo e l’allegria) o ancora opere drammatiche come La dama delle Camelie sino a spingersi alle moderne riletture in danza dei testi shakespeariani.

Lo Schiaccianoci invece è altro. Lo Schiaccianoci è la fiaba che servirà a instillare la magia del teatro e del balletto nei bambini, funzionando un po’ come la visione di Biancaneve o degli Aristogatti di Disney durante le vacanze natalizie. E’ un seme. E’ bella musica. E’ un mondo ormai scomparso, non soltanto perché racconta una favola basata sul sogno e sulla fantasia, ma perché non siamo più a fine ‘800 e anche la danza, il balletto e i tempi sono cambiati. Detto e interiorizzato tutto questo, allora si potrà godere degli aspetti positivi di quest'opera come le splendide musiche di Čajkovskij già trasformate in immagini indimenticabili dal film Fantasia di Disney e di cui tutti conoscono il valzer dei fiori, la danza cinese, la danza russa, la danza della fata confetto. Le variazioni, che ormai fanno parte del repertorio classico con cui ogni ballerino è chiamato a cimentarsi durante gli anni di scuola e che tanto piacciono alle ragazze e ai ragazzi (non più bambini) che studiano danza. Insomma, un po' di luoghi comuni e anche tanta tecnica della danza.

Serata Čajkovskij al Teatro Strehler
Ecco allora che diventa molto interessante vedere serata Čajkovskij al Teatro Strehler, che offre agli spettatori una visione molto più ampia e la voglia di osare. Gli allievi della Scala infatti, oltre a un estratto dello Schiaccianoci, portano in scena anche la fiaba della Bella Addormentata tradizionale su coreografia di Marius Petipa e quella provocatoria di Mats Ek, che trasforma la sua bella addormentata in una tossicodipendente. E poi ancora Serenade, uno dei balletti più noti di George Balanchine. Insomma, un interessante pot-pourri.

Chi invece sceglierà la serata alla Scala, avrà le recite del 18 e del 19 con Roberto Bolle e l’artista ospite Maria Eichwald.

All’Opera di Roma invece, in scena con il corpo di ballo del teatro, si alterneranno Maria Yakovleva e Ashley Bouder, Vladimir Shklyarov e Rezart Stafa, Gaia Straccamore, Alessandra Amato e Manuel Paruccini.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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