Eccentrici in guerra
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Eccentrici in guerra

Andrea Santangelo racconta le storie dei personaggi più stravaganti della Seconda Guerra Mondiale

La guerra, in tutte le sue eccezioni, di solito rappresenta il contrario della stravaganza: ordine, rigore, omologazione, sono le parole d’ordine di armate e battaglioni. Andrea Santangelo, grande appassionato di storia militare, ha notato però delle deviazioni dalla norma, dei guizzi di fantasia e sregolatezza che spesso hanno portato a inaspettate vittorie e coraggiosissime azioni militari. Le storie di personaggi della Seconda Guerra Mondiale pazzi, sregolati, o semplicemente molto originali e senza paura di mostrarlo, sono raccolte in Eccentrici in guerra (Utet 2017): una carrellata di nomi e storie che a fine lettura vi resteranno ben impressi in mente.

Il romantico highlander

Il primo protagonista di Eccentrici in guerra è anche sicuramente il più affascinante. Parliamo di Jack Churchill, militare inglese affettuosamente soprannominato Mad Jack, con una vera e propria fissa per la Scozia: sapeva tirare con l’arco (che più volte utilizzò contro il nemico nazista) e suonava la cornamusa. Armato di spadone, arco e faretra nel 1943 sbarca in Sicilia, ma si distingue già nei decenni precedenti per il suo coraggio e la sua spericolatezza. Basti dire che nel 1942, di stanza in Myanmar, dopo essere stato mandato per un corso di segnalazioni a Puna, in India, decide di tornare in moto, attraversando villaggi, strade disastrate, e facendo un incontro poco fortunato con un bufalo.

Lo spietato legionario

Di tutt’altra pasta era invece fatto José Millan-Astray, comandante che creò la legione straniera spagnola. Molto vicino a Francisco Franco (sarà anche ministro durante la dittatura), non ha mai avuto paura della morte, anzi, l’ha sempre cercata disperatamente, ma questa, fino all’ultimo, ha sempre mancato l’appuntamento. Desideroso di morire in battaglia, Millan-Astray si procura una ferita appena sopra il cuore, un’altra alla gamba destra che lo lascia claudicante, e perde sia il braccio sinistro sia l’occhio destro. I suoi legionari erano conosciuti per la loro spietatezza: sbandati, imbottiti di cocaina, e costretti a lavori massacranti, in battaglia si mostravano assetati di sangue ed erano soliti decapitare i nemici vinti e lasciare le loro teste in bella mostra.

La guerra della donne

Un ampio capitolo del libro è dedicato alle donne che hanno preso parte alla Seconda Guerra Mondiale. Le loro storie sono spesso passate in sordina e Santangelo ne sceglie quattro emblematiche: quelle di due militari sovietiche, di una partigiana e di una soldatessa americana e corriere della Pat Line. Anna Egorova, Nancy Wake, la cecchina Ljudmyla Pavlicenko, e la partigiana Iris Versari non sono a tutti gli effetti delle figure eccentriche, la loro originalità sta nell’aver scelto un mestiere che era ritenuto solo e soltanto “da uomini”.

Certo in URSS le donne arruolate erano già sette milioni, ma ben diverso è il caso dell’Italia, dove l’ideologia fascista relegava la figura femminile alla maternità e alla cura della casa (ricordiamo lo stupore dei soldati, raccontato da Rigoni Stern nel Sergente nella neve, al momento della cattura di due soldatesse russe). Conosciamo però molte partigiane che hanno combattuto nelle fila della liberazione. Iris Versari, coraggiosa combattente innamorata di un capo brigata spericolato, che era solito deridere i fascisti caricando le bombe a pasta e fagioli, dopo essere stata ferita durante un’azione decide di suicidarsi per permettere ai suoi compagni la fuga. Per disprezzo il Partito Fascista scelse di seppellirla in una tomba senza nome, con la sola scritta “donna”: oggi Iris riposa al cimitero Monumentale di Forlì e le sono state dedicate piazze e scuole.

Lasciarsi affascinare dalla storia

Sono tanti i personaggi raccontati da Santangelo: c’è un dandy nazista con un gran senso dell’umorismo e un ufficiale britannico a capo di una minuscola pattuglia che riporta più successi militari di un intero battaglione, ma soprattutto, tra le righe, c’è la storia di uomini e donne coinvolti in un conflitto che sembrava non avere fine, e la Storia con la S maiuscola che ha forgiato gli stati che adesso conosciamo. Veniamo così a scoprire dettagli e aneddoti sui corpi militari sovietici, l’esistenza di un piccante dossier su Adolf Hitler andato perduto per sempre, ma anche che le divise delle SS erano fornite da una casa di moda che mai ci aspetteremmo: Hugo Boss.

Lo stile di Santangelo è scorrevole e brillante e utilizza un linguaggio ironico e coinvolgente senza tuttavia rinunciare mai alla serietà dell’argomento trattato. I personaggi raccontati non sono messi tutti sullo stesso piano, anzi, Santangelo sottolinea senza complimenti luci e ombre della loro storia. Quella storia che gli stessi protagonisti di Eccentrici in guerra, con le loro azioni e le loro scelte, hanno consegnato ai posteri.

Andrea Santangelo
Eccentrici in guerra
Utet, 2017
193 pp., 15 euro

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Matilde Quarti