Il cloud? Fatelo da voi
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Il cloud? Fatelo da voi

Il test su WD My Cloud Mirror ci permette di capire quali sono i pro e i contro di una soluzione "casalinga" per l'archiviazione e l'accesso ai dati

A chi interessa la legge di Moore? Nell’era degli smartphone tuttofare, dei tablet più sottili di una matita, delle action cam 4K, nessuno sembra più curarsi della velocità dei processori. Tanto, si sa, l’ultimo modello sarà sempre migliore del precedente o - per dirla con parole di Apple - il migliore di sempre.

No, i problemi che affliggono l’utente medio sono altri. Ad esempio quelli legati alla gestione dei dati: dove salvare l’informazione, come gestirla, come ritrovarla al momento opportuno? È il rovescio della medaglia di un mondo che continua a spingere sull’acceleratore nella direzione dei contenuti ad altissima qualità, ma senza preoccuparsi delle inevitabili conseguenze a livello di archiviazione.

I numerosi supporti di storage in commercio (hard disk, memorie portatili, schede SD, micro-SD, chiavette) e le soluzioni cloud, possono risolvere il problema momentaneo, quello cioé del salvataggio immediato, ma non quello della gestione centralizzata - e in sicurezza - di un Universo di dati in continua espansione. Vi immaginate lo scenario quando, non ci vorrà poi molto prima che tutto ciò accada, il 4K diventerà il formato standard per la registrazione dei video? Inutile dirlo, nulla sarà più come prima, soprattutto per il vostro misero hard disk da 1 tera...

A dire il vero, un oggetto che risponde per le rime ai dubbi che vi abbiamo poc’anzi elencato esiste: si chiama personal cloud, ed è in buona sostanza l’evoluzione di un prodotto (il NAS) ben noto agli appassionati di informatica ma pressoché sconosciuto alle grandi masse. La prova del nuovo WD My Cloud Mirror ci offre una buona occasione per parlarne, soprattutto a chi fino ad oggi non ne ha mai considerato l'ipotesi dell'acquisto.

Cos’è
WD My Cloud Mirror è sostanizalmente un hard disk di rete, ma sarebbe più opportuno parlare al plurale, giacché in questo caso i dischi fissi sono due: uno per il salvataggio “normale” e l’altro per il backup. Naturalmente, nel caso non ci fosse bisogno della copia, è possibile sfruttare entrambe le unità per il salvataggio lineare anziché a "specchio". L’innesto di una presa di rete sul retro consente al dispositivo di essere sempre connesso a Internet e dunque visibile da qualsiasi dispositivo, smartphone e tablet compresi. Nella pratica, l’accesso remoto avviene tramite un’app dedicata (disponibile per tutti i principali sistemi operativi) che permette fra le altre cose di impostare una password di sicurezza.

Cosa fa
Oltre a comportarsi come un normale hard disk, WD My Cloud Mirror funge da vero e proprio cloud proprietario. I vantaggi rispetto a Dropbox, OneDrive; Google Drive, e a tutti i vari servizi sulle nuvole sono molteplici. Innanzitutto la maggior capacità di storage disponibile: si va dai 4 a 12 terabyte, naturalmente con la possibilità di acquistare all'occorrenza unità più capienti. In secondo luogo il tipo di tariffazione: mentre il cloud si basa su un modello di billing a un tot al mese, qui la spesa è una tantum: si va dai 400 euro circa del modello da 4 TB agli oltre 1100 euro del modello più capiente (12 TB). C’è poi un discorso di prestazioni: caricare un file - anche di grosse dimensioni - su WD My Cloud Mirror è molto più rapido e indolore rispetto a un cloud esterno; nel nostro test condotto con un normale Adsl da 6 mega, siamo stati in grado di effettuare l’upload di un file da 1 giga e mezzo in poco più di due minuti. Bisogna infine considerare la questione sicurezza: trattandosi di un cloud personale, va da sé che il rischio di intrusioni esterne sia decisamente inferiore rispetto a quello di un servizio Web di pubblico dominio. Basta impostare le password e le autorizzazioni per la condivisione - sia per i profili che per i Gruppi - per avere un piccolo server su cui lavorare senza troppi patemi. 

Perché acquistarlo (e perché no)
Quanto appena visto ci fa capire perché una soluzione come WD My Cloud Mirror sia già oggi qualcosa di utile, per non dire indispensabile. La possibilità di avere un unico archivio centralizzato, capiente e indipendente dal computer (significa che potete utilizzarlo anche a PC o Mac spento) per l’accesso in qualsiasi momento ai file personali, fa gola a chiunque abbia almeno due dispositivi in casa (un PC, ad esempio, e uno smartphone). L’incubo delle foto che intasano il rullino del telefonino è un lontano ricordo: dall’app My Cloud o attraverso un secondo programma dedicato (WD Photos) è possibile infatti effettuare il trasferimento diretto degli scatti dalla memoria del telefono al personal cloud. La presenza di un doppio hard disk ridondato e la possibilità di sfruttare alcuni software gratuiti della casa (è il caso SmartWare Pro) permette inoltre di gestire il back up in maniera pressoché automatica. Per intenderci non dovrete mettere un nodo al fazzoletto per ricordarvi di effettuare la copia dei dati, ci penserà il sistema a eseguire il tutto in base alle tempistiche e alle cartelle predefinite.

A dire la verità da una soluzione di questo tipo ci saremmo aspettati anche un’uscita HDMI, ma - va detto - il sistema è comunque in grado di portare i contenuti su un televisore, a un blu-ray o a una cosole giochi, attraverso lo streaming (DLNA) o utilizzando iTunes e una Apple TV.

In definitiva: un oggetto che al momento fa la felicità di quanti si ritrovano con grandi archivi di foto e serie Tv, ma che ben presto potrebbe rivelarsi indispensabile per chiunque voglia razionalizzare il proprio mondo digitale senza curarsi troppo dello spazio a disposizione e dei rischi per la sicurezza.

WD My Personal Cloud Mirror: le foto

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Roberto Catania

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