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(Ansa)
Calcio

Il lungo addio di Allegri alla Juventus

Risultati che mancano, la corsa Champions League improvvisamente riaperta e i nervi sempre più tesi: il finale della storia di Max sulla panchina bianconera si sta consumando in un clima da fine impero

La crisi di risultati che ha spinto la Juventus lontanissima dalla lotta scudetto e invischiata, potenzialmente, in quella per un posto nella prossima Champions League sono l'aspetto meno inquietante del lungo momento no juventino. Se la domanda è quanto sia concreto il rischio di stare fuori dall'Europa che conta, la risposta non può che essere ancora rassicurante. Ci sono 8 punti di vantaggio da gestire sulla Roma che è quinta e addirittura 12 (ma con un gara giocata in più) sull'Atalanta che segue e che potrebbe essere la prima a rimanere beffata se l'Italia completerà la stagione perfetta che sta vivendo a livello di ranking Uefa.

LA CORSA CHAMPIONS SI E' RIAPERTA?

L'allarme suona, insomma, ma la casa non sta ancora bruciando. Ed è ragionevole pensare che prima o poi la ruota tornerà a girare nel verso giusto. La Juventus è passata dalle vittorie di corto muso, a tratti rimediate all'ultimo assalto anche con un pizzico di casualità, ai pali e alle occasioni sciupate in serie. Basterà la via di mezzo per fare i 10-12 punti che servono a completare la missione assegnata all'inizio del campionato.

IL CALENDARIO DOPO LA SOSTA PREOCCUPA

C'è solo una cosa su cui porre l'attenzione ed è il calendario che attende i bianconeri dopo la sosta. Scontri diretti (Lazio, Fiorentina, Milan, Roma e Bologna tra casa e fuori), il derby con un Torino vivace e la gita a Cagliari contro una squadra che lotta per non retrocedere. Solo Monza e Salernitana, per motivi diversi, sembrano avversarie morbide perché con meno motivazioni. Tradotto: la media di 0,87 punti delle ultime 8 giornate non basta ma per alzarla bisognerà fare nettamente meglio in campo di quanto visto negli ultimi due mesi.

ALLEGRI NERVOSO E A FINE CORSA

Poi c'è Massimiliano Allegri che ormai non riesce più a nascondere disagi e nervosismi legati, nell'ordine, al momento della squadra, a quello che la attende, alle continue critiche che lo colpiscono e al futuro che pare delineato visti i continui rinvii del club sul tema prolungamento contratto. La scenetta nello studio di Sky dopo il pareggio contro il Genoa è stata poco edificante e ha rimandato l'immagine di un allenatore sull'orlo di una crisi di nervi.

Non è la prima volta che Allegri sbaglia approccio in televisione ed è quasi sempre avvenuto in momento di estrema difficoltà per lui. Lo è anche questo e che lo neghi, provando a scaricare l'onere della prova sugli altri, non semplifica la sua situazione. La Juventus gioca male e adesso non fa più nemmeno risultato. I giocatori sono tesi (Vlahovic ha sbagliato ma è solo l'ultimo di una serie di gesti di nervosismo), segno di un disagio che deve essere stato colto se è vero che la squadra è stata portata in ritiro; misura che non ha prodotto l'effetto ricercato.

SERVE CHIAREZZA SUL FUTURO

La sensazione è che Allegri abbia capito che il suo tempo alla Juventus sta per scadere e che il contratto fino al giugno 2025 non sarà sufficiente come paracadute. Giuntoli lo ha più volte 'coperto' pubblicamente, ma il clima di incertezza e di perenne polarizzazione (Allegri In contro Allegri Out) sta minando alle fondamenta la parte finale della stagione bianconera. Forse sarebbe più funzionale giocare a carte scoperte, magari approfittando della sosta.

Se Allegri sarà anche il futuro della guida tecnica, perché non dirlo adesso? Oppure, al contrario, perché non copiare l'esempio di società di altissimo livello in giro per l'Europa che hanno già annunciato che a fine anno cambieranno? Bayern Monaco, Barcellona e Liverpool con il rispettivi tecnici hanno messo tutto in piazza e sono serenamente nel G8 della Champions League con la speranza di rendere il 2024 indimenticabile. A volte la chiarezza è più utile di qualche pietosa bugia.

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Giovanni Capuano