Nuove tracce di sangue e impronte mai analizzate spuntano ancora dopo diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Dopo provette mescolate e gatti lasciati liberi nella villetta, per citare solo alcuni degli errori delle prime indagini, è il turno di un segno lasciato da una scarpa sporca del sangue della ragazza. La scoperta, annunciata dal Tg1, era già stata repertata dai RIS di Parma all’epoca del delitto, nel 2007, ma non fu considerata rilevante perché appariva priva di tracce ematiche visibili. Le tecniche forensi disponibili allora non evidenziarono il sangue che invece è stato rivelato dalle più moderne analisi BPA sulle foto del 2007. Il ritrovamento va a rafforzare le nuove ipotesi sulla dinamica del delitto: l’impronta si trova, infatti, sul gradino più alto delle scale che conducono alla cantina, esattamente dove gli inquirenti pensano che l’assassino si sia fermato dopo aver spinto il corpo della ragazza.

Le impronte 33 e 44
La traccia si trova proprio dove, sul muro adiacente, è presente la famosa “impronta 33” a cui si collega anche la “traccia 44”, una suola di scarpa sul muro sporco di sangue, anch’essa mai analizzata nelle precedenti indagini. Mettendo insieme questi elementi, l’ipotesi è che l’assassino abbia trascinato o trasportato il corpo di Chiara dopo l’aggressione per buttarlo giù nella cantina, ma per non perdere l’equilibrio si sia appoggiato con il piede e la mano sul muro in cima alle scale, lasciando le impronte 44 e 33.
Infatti, proprio lì accanto alle tracce delle scarpe, c’è la pozza di sangue iniziale, confermando che l’assassino non scese mai i successivi gradini che sono stati ritrovati privi di impronte. La nuova sequenza ipotizzata dalla Procura di Pavia prevede quindi che Chiara sia stata sorpresa e colpita violentemente vicino all’ingresso della villetta, probabilmente con un oggetto contundente. L’aggressione continua nel salone vicino al divano dove sono state trovate delle gocce di sangue. Infine, vicino al tavolino del telefono dove tenta una chiamata disperata, Chiara subisce ulteriori colpi prima di essere trascinata o sollevata e gettata giù per le scale della cantina, dai gradini dove l’assassino ha lasciato le tracce di scarpe e mani.
Il ruolo di Andrea Sempio
Secondo i consulenti della Procura, l’impronta 33 appartiene ad Andrea Sempio, attuale indagato per omicidio in concorso, e di conseguenza, secondo l’ipotesi della ricostruzione del delitto, anche la 44 e la nuova traccia rivelata. Sulla base di una consulenza dattiloscopica, sono ben 15 i punti di corrispondenza tra l’impronta 33 e il palmo della mano dell’uomo, mentre per la difesa sono solo cinque e, per di più, sarebbe presente solo sudore e non sangue.
Sono ancora molti gli elementi ben poco chiari del delitto e quando sembra che siano stati svelati ormai tutti, continuano a spuntare impronte e tracce senza però chiarire definitivamente le dinamiche e soprattutto se la condanna a 16 anni di Alberto Stasi rappresenti la verità giudiziaria o solo una ricostruzione parziale.
